Ignacio
Camacho23 luglio 2012
ABC Madrid
Nel documento che contiene
le conclusioni dell’ultimo Consiglio
europeo c’è un paragrafo dedicato
all’accordo per l’intervento della Banca centrale in caso di crisi
irreversibile del debito sovrano. Non è un sottinteso, sta scritto nero su
bianco in un foglio che Rajoy si porta appresso nella ventiquattrore come fosse
un salvacondotto morale. Per questo il primo ministro osserva con perplessità
l’andamento degli indici finanziari e in privato si strugge per quello che
considera un clamoroso inadempimento. In parole povere, la sua irritazione è
evidente: ha capito che le istituzioni europee non si prendono sul serio.
Forse in queste ore,
con lo spread e i bond che sono ormai al punto di fusione, Rajoy ha capito che
il problema non è tanto la negligenza dell’Ue quanto l’intenzione non
dichiarata ma salda di forzare un piano di salvataggio per la Spagna.
L’impassibilità di
Mario Draghi è chiaramente strategica: al di là dei gesti e delle decisioni,
sembra avere un piano a cui Madrid non può sottrarsi, e la Spagna appare
condannata a un intervento formale sotto la minaccia di una sospensione dei
pagamenti.
Se lunedì la Bce non
effettuerà un acquisto massiccio di debito spagnolo [oggi lo spread è al
massimo, 6,40 per cento, e non ci sono stati annunci di un acquisto delle
obbligazioni spagnole da parte della Bce] sarà perché Merkel ha mostrato in
privato il pollice verso mentre in pubblico fa l’opposto e difende davanti al
Bundestag la necessità di aiutare il sistema finanziario spagnolo.
Pur con il ritardo
dovuto agli errori iniziali, il governo spagnolo ha fatto sostanzialmente la
sua parte: ha improvvisato – proprio così: improvvisato – un durissimo
aggiustamento che ha scatenato la protesta della piazza; si è inimicato la sua
base elettorale aumentando nuovamente le tasse e ha predisposto un budget
ancora più limitato per il 2013. Eppure non è cambiato niente. I mercati hanno
agevolmente infranto ogni speranza senza che nessuno a Francoforte muovesse un
muscolo per interrompere la punizione inferta alla Spagna. La sfiducia è sempre
più profonda. Oltre al governo e allo stato, ormai colpisce l’intero paese.
Bisogna ammettere che
ci sono molte ragioni che giustificano questa diffidenza viscerale: l’economia
sovra-indebitata, l’indolenza del governo a potare la struttura amministrativa,
la rivolta delle regioni davanti all’esigenza di abbassare il deficit, il
fallimento tecnico di alcune comunità, la bandiera bianca issata a Valencia il
20 luglio [la regione ha chiesto aiuto allo stato spagnolo] e l’enorme e
pesante apparato di poteri territoriali e locali. Per non parlare del malessere
civile mostrato da una società incapace di comprendere la gravità
dell’emergenza.
Tuttavia va detto che
questi aspetti erano già presenti quando il Consiglio europeo, l’Eurogruppo,
l’Ecofin e gli altri dei dell’Olimpo si sono impegnati ad agire attraverso
l’unico strumento possibile della politica monetaria. È stato raggiunto un
accordo, ma con fredda indifferenza una delle due parti si è tirata indietro.
Forse questo silenzio rimbomberà durante il fine settimana nella verdeggiante
solitudine di La Moncloa [la residenza del capo del governo]. Il presidente ha
48 ore di tempo per capire se è stato abbandonato, se siamo stati tutti
abbandonati.
Traduzione
di Andrea Sparacino
Tre mesi di tempo
“La
Spagna ha liquidità sufficiente per resistere 3 mesi”, titolava La Vanguardia il
22 luglio riportando le dichiarazioni anonime di un ministro. Mentre il costo
del debito cresce a dismisura con tassi che superano largamente il 7 per cento,
il quotidiano definisce questo margine
un sottile materasso
con cui superare i ‘50 giorni maledetti’. Così viene chiamata in Italia la
proroga [fino al 12 settembre] che si è auto-concessa la Corte costituzionale
tedesca per decidere se l’ampliamento delle attribuzioni del nuovo Meccanismo
europeo di stabilità (Mes) (che sarà in grado di acquistare obbligazioni dei
paesi in difficoltà) è conforme alla Costituzione della repubblica federale.
Fino ad allora bisognerà resistere nella tempesta che i mercati hanno scatenato
sulla Spagna puntando sempre di più sul default del paese e sullo scioglimento
dell’euro. […] Quanto tempo può durare questa situazione?
Nessun commento:
Posta un commento