Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 17 luglio 2012

SPAGNA - La polizia si indigna

Agenti si uniscono al corteo contro i tagli.
Lunedì, 16 Luglio 2012 - Sono scesi in strada a centinaia sotto la luna di luglio, per la terza sera di fila. Qualcuno, previdente, con una coperta. Altri portando sotto braccio le tende di Puerta del sol, la piazza dove - nel maggio del 2011 - i giovani indignados accesero la protesta di fronte alla crisi economica più acuta dalla fine del franchismo.
Ma la maggior parte dei funzionari pubblici che domenica 15 luglio hanno sfilato per le vie del centro di Madrid avevano solo braccia e gambe da muovere nell'aria canicolare. Oltre alla voce con cui gridare di fronte al parlamento, che ha appena tagliato loro stipendi, tredicesime e certezze.
CONTRO I TAGLI DI RAJOY. Poteva essere una manifestazione come le altre, anche se in versione notturna. Una protesta spontanea contro i tagli drastici decisi dal governo conservatore di Mariano Rajoy, con la terza finanziaria miliardaria in nove mesi, magari segnata da sangue e violenze. Ma è andata diversamente.
L'appello è stato diffuso via social network nel pomeriggio. Primo raduno, non autorizzato, di fronte all'assemblea dei deputati, che mezz'ora dopo era già stata completamente transennata.
POMPIERI, MEDICI E INSEGNANTI. In piazza, vigili del fuoco e insegnanti, medici e infermieri: facce uscite dal turno in ospedale, con in tasca il telefono per le chiamate d'emergenza o la testa affollata dalla lezione della mattina dopo. Sono loro la nuova generazione di indignados: quelli che non sono contro lo Stato, ma dentro lo Stato.
Il vecchio apparato tradito, travolto da una crisi che da economica è diventata sociale e non risparmia nemmeno i lavoratori del ceto medio. Quelli che hanno la fatica sulle spalle, pochi soldi in banca e troppe promesse non mantenute nelle orecchie.

Poliziotti senza casco si uniscono ai manifestanti in segno di solidarietà


Come fa il fiume, la marcia ha cercato sfogo in altre vie. I manifestanti volevano raggiungere la sede del Partido popular. Ma niente da fare: bloccati. Potevano fermarsi in Puerta del sol, ma hanno deciso, significativamente, di proseguire, accampandosi in Placa Netuno.
È stato a questo punto che qualcosa è cambiato. I poliziotti si sono tolti i caschi della tenuta anti sommossa, restando con il berretto di stoffa di fronte ai manifestanti, in segno di solidarietà. E la notte di Madrid si è improvvisamente illuminata.
L'esercito dei funzionari dello Stato si è scoperto compatto nella ribellione contro i propri generali. Perché nella Spagna della bolla immobiliare scoppiata e del salvataggio delle banche, si sa chea pagare il prezzo saranno i cittadini

RINNOVATO SENSO CIVICO. Un rinnovato senso civico si è riversato virtualmente su Twitter, riscoprendo il ruolo fondamentale della pubblica amministrazione: «Educare, insegnare, guarire, pulire, guidare, governare, servire».
E così, in fila per la toilette dell'unico caffè rimasto aperto, poliziotti e manifestanti hanno discusso di stipendi e manovre finanziarie, del costo della vita e di figli disoccupati.
Alcuni, fuori servizio e con i cani al guinzaglio, si sono uniti ai dimostranti, scatenando applausi a scena aperta. «Il prossimo che sia un deputato», hanno cantato in coro i dipendenti statali. «Vigile del fuoco bruciato», «Pompiere in estinzione», «Più salute, meno speranza», erano gli slogan sui cartelli.
SUI CARTELLI: «UNITI SI PUÒ». Il più ricercato per le foto era, però, quello più semplice: «Juntos Podemos», «Uniti si può».
Nella notte del 15 luglio, gli acciacchi del movimento del 15-M, la mancanza di organizzazione e la difficoltà di incanalare l'indignazione anti casta, sono apparsi momentaneamente accantonati. Per lasciare spazio a una nuova e profonda consapevolezza: in fin dei conti, lo Stato... siamo noi.

Giovanna Faggionato

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