Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 4 agosto 2012

EUROZONA - Berlino, «vita breve per l'euro»

Lo dichiara un esponente del governo Merkel.
Sabato, 04 Agosto 2012 - Una dichiarazione pesante quanto un macigno, che di certo non rasserena gli animi già nervosi in un periodo di forte crisi e recessione: «Tra 18 mesi l'euro sarà morto». La frase è stampata come una profezia sulla copertina di Focus Money, settimanale economico del gruppo Burda, e fa bella mostra nelle locandine di fronte alle edicole tedesche. Ma chi è l'autore della frase che sta attirando tanta attenzione?
La dichiarazione appartiene a uno dei maggiori esponenti della maggioranza che sostiene il governo Merkel.
LA MONETA UNICA GIÀ DEFUNTA. Nelle prime pagine della rivista, il direttore ha assicurato di aver raccolto fedelmente la testimonianza di uno dei protagonisti di primo piano della politica tedesca, che ha posto come unica condizione quella dell'anonimato.
Quasi una beffa. Se da un lato sono schierati Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, pronti a tutto per difendere l'euro, un loro collega considera quasi defunta la moneta unica.
Chiaro segno della crescente disaffezione di molti liberali della Fdp e democristiani della Csu (cristiano bavaresi) verso la linea seguita dal governo.
«UNITÀ MONETARIA INSTABILE». E nell'intervista pubblicata da Focus Money, l'esponente liberale non ha alcun dubbio: «L'unione monetaria non è destinata a sopravvivere nella forma attuale. Gli interessi e la forza dei singoli Paesi sono troppo diversi». Da una parte c'è la Germania: «Non esiste al mondo un'altra economia che abbia così tanti punti di forza». Dall'altra, la gran parte dell'Unione europea: «Anche la competitività francese è peggiorata dall'introduzione dell'euro. Oggi l'economia di Parigi non è più da considerare concorrenziale con quella tedesca».
«LIVELLI INEDITI DELLA DISOCCUPAZIONE IN EUROPA». Soluzioni politiche non se ne vedono: «La disoccupazione in Europa ha raggiunto livelli inediti dalla introduzione dell'euro».
In Spagna «nessun governo potrebbe sopravvivere con riforme così radicali come quelle introdotte in Grecia».
Dunque, si tentano provvedimenti straordinari. «Ma le dighe da costruire sono sempre più alte: qualche centinaio di miliardi per la Grecia, qualche miliardo per le banche spagnole. Ma questa crisi è come un'enorme cascata d'acqua. Le dighe non potranno reggere per sempre».
«I PAESI DEBOLI SI STACCHERANNO». Come sarà la morte della moneta unica? «Questo è difficile prevederlo. Probabilmente i Paesi deboli finiranno per staccarsi uno dopo l'altro. La Grecia dovrebbe essere la prima ad andarsene. Certo alla Germania costerà caro, ma nel complesso non sarà una catastrofe».
«Tanto più la crisi», ha aggiunto, «si farà acuta e tanto più diventeranno forti le tentazioni protezionistiche. Questo dobbiamo evitarlo. Abbiamo bisogno di mercati aperti». Ma la soluzione per il politico della Fdp è quella di «accordi bilaterali con le controparti più importanti: per esempio Francia e Polonia». Poi la Germania deve guardare fuori dall'Europa. «Gli Stai Uniti rimarranno il nostro partner più importante. Così come i mercati asiatici».

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