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giovedì 2 agosto 2012

FRANCIA - Arafat, i dubbi di Souha

La vedova intenzionata ad andare a fondo ora sporge denuncia contro ignoti per omicidio.
Parigi mercoledì, 01 Agosto 2012 - La morte di Yasser Arafat torna a far discutere la Francia. A riportare la misteriosa scomparsa del leader palestinese sotto la luce dei riflettori è stata la moglie, Souha Arafat, che dopo otto anni di silenzio e dubbi, è tornata a Parigi per fare chiarezza sul caso e si è presentata al tribunale di Nanterre per sporgere denuncia contro ignoti «per omicidio».
Ovviamente la donna ha già precisato che si tratta di «un iniziativa personale, il cui unico scopo è sapere come e di cosa sia morto» suo marito.
GLI ESAMI SONO STATI DISTRUTTI. Il problema è che la maggior parte delle analisi è inspiegabilmente stata distrutta: «ho scritto una lettera all'ospedale di Percy, e ho richiesto di avere accesso ai prelevamenti di sangue e d'urina di mio marito», ha spiegato la donna in una lunga intervista al Figaro, «per poter procedere ad altre analisi, ma ho ricevuto una risposta in cui mi si spiegava che questi elementi erano stati distrutti quattro anni fa».
Una replica che Souha Arafat considera «intrigante», in un Paese in cui «la cartella clinica di un defunto deve rimanere a disposizione della giustizia per almeno 10 anni».
IL COMPORTAMENTO DEI MEDICI FRANCESI. Oltretutto, «all'epoca dei fatti, i medici francesi mi avevano spiegato di non sapere di cosa fosse morto mio marito», ha continuato la donna, «ed è sorprendente che un Paese come la Francia ignori la causa del decesso di un capo di Stato morto nelle stanze dei sui ospedali».
Un fatto strano a cui la donna ha rivelato non aver fatto caso: «ero sicura che i francesi mi avessero trasmesso tutte le analisi e i prelevamenti», anche perché, ha precisato Madame Arafat, «all'epoca, il presidente della Repubblica, Jacques Chirac, mi chiamava ogni giorno per avere notizie. Aveva una relazione particolare con Yasser».

Il frutto di un'inchiesta realizzata per al Jazeera


I “nuovi” dubbi della moglie dell'attivista e uomo di Stato palestinese, infatti, sarebbero il frutto di un'inchiesta realizzata dal giornalista americano Clayton Swisher per al Jazeera che ha rivelato «una dose anormale di plutonio presente sui vestiti di Arafat».
Clayton Swisher «è un giornalista serio, che ha passato più di nove mesi a indagare sul caso», ha precisato la donna che ha aggiunto come si stato lui a spingerla a «cercare tutta la verità sulla morte del marito». Senza contare che la figlia della coppia Arafat, Zawha, che ha da poco compiuto 17 anni, «vuole sapere di cosa sia morto suo padre».
IMPROBABILE L'AVVELENAMENTO DA PLUTONIO. Se l'ospedale militare di Percy, intanto, continua a mantenere il silenzio, alcuni medici francesi consultati da Le Figaro considerano «improbabile» l'avvelenamento da plutonio. «L'intossicazione da plutonio provoca un'irradiazione generale, con dei sintomi precisi che conosciamo», ha chiarito Roland Masse, membro dell'Accademia della Medicina di Parigi, nonché specialista della radioattività, «i primi sintomi arrivano in media una settimana dopo l'intossicazione e si traducono per un'ulcerazione delle mucose dell'intestino con una perdita d'idratazione importante».
LA CARTELLA CLINICA RESA PUBBLICA. Tutti sintomi che non appaiono nella cartella clinica pubblicata dalla fondazione Arafat sul sito www.yasserarafat.ps. Come spiegare allora la presenza di plutonio sui vestiti del leader palestinese? Per il professor Masse la risposta è molto semplice: «Il plutonio si trova dappertutto a piccole dosi, nell'ambiente, nel fumo di una sigaretta, sulla terra, se si va a cercare si trova facilmente...». (Paolo Saccò)

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