Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 28 agosto 2012

Il mito dell’ebreo felice in Iran

Forse è il caso di affrontare uno dei miti più perniciosi e tristi degli ultimi anni, quello che vorrebbe gli ebrei in Iran vivere la loro vita beati e protetti dal regime di Ahmad El Din Nejad. Mito utilizzato a più non posso da chi cerca di cancellare l’antisemitismo evidente di un regime che non si vergogna pubblicamente di augurare la distruzione degli Ebrei e del loro Stato, Israele.

Contrariamente a quanto sostenuto dagli apologeti di Teheran [in particolare quelli (sic) della sinistra politica come Roger Cohen], gli ebrei iraniani soffrono una delle peggiori forme di persecuzione sotto il regime islamico iraniano. Continuiamo a sentir parlare di come la vita per gli ebrei iraniani sia eccellente, fino al punto che, per molte persone, è diventato un fatto accettato la vita meravigliosa degli ebrei in Iran. La falsa narrazione vuole che la vita in Iran per gli ebrei sia ottima e che questa sia la ragione per la quale essi si uniscono ai loro “colleghi iraniani” per protestare contro le ”atrocità” di Israele . E, secondo il racconto, la vita è così buona per loro che molti ebrei hanno scelto di rimanere in Iran, nonostante i tentativi israeliani di “corromperli ” e farli emigrare in Israele. Come “prova” adducono che il regime iraniano non è anti-semita, ma solo anti-sionista, con la famosa frase-mantra: “Io non odio gli ebrei. Odio i sionisti ” la comodissima scappatoia utilizzata dagli antisemiti di mezzo mondo

E’ il racconto che vive tra gli apologeti del politically correct di sinistra, e gli apologeti dell’Islam e del regime iraniano. Vive tra i Neturai Karta, un gruppo anti-israeliano di ebrei ortodossi, che credono che l’esistenza di Israele sia in contrasto con l’ebraismo e che collaborano con noti antisemiti come Ahmadinejad [i Neturai Karta sono, ovviamente, vezzeggiati dagli anti-semiti, come "riprova" che essere anti sionisti non equivalga a essere antisemiti ]. Alle manifestazioni contro Ahmadinejad, c’è sempre un piccolo gruppo di membri dei Neturai Karta, pronti a manifestare in favore di questo negazionista della Shoah . Roger Cohen, reporter di estrema sinistra del New York Times, dalle colonne del suo giornale serve da cassa di risonanza alla menzogna circa l’invidiabile situazione degli ebrei iraniani. Per sostenere la dittatura islamica d’Iran, fa uso e abuso, ovviamente, delle sue origini ebraiche. Cohen cerca di sfatare ciò che percepisce come distorsione: mostrare la Repubblica islamica dell’Iran [IRI] come uno stato di terrore jihadista, e per farlo non esita a sfruttare le sue originii:

“Forse perché io sono un Ebreo e raramente sono stato trattato con tanto calore come in Iran”.

In questo modo Cohen fa un cattivo servizio non solo agli ebrei iraniani, ma alla comunità ebraica nel suo insieme, aiutando il regime iraniano nell’utilizzo della sua popolazione ebraica allo scopo di puntellare la sua immagine. E ‘il classico, “Sono un Ebreo e non ho visto alcun antisemitismo in Iran.” E’ il “non vedere il male” e “non sentire male”. Le bugie che Cohen spaccia per verità, è esattamente ciò che gli ebrei iraniani sono costretti a dire dal regime nazi-islamico di apartheid d’Iran. A chi pensasse onestamente che gli ebrei siano trattati bene dal regime terrorista islamico iraniano, suggerisco di dare un’occhiata al Jewish Journal, il blog di Karmel Melamed, un giornalista iraniano, ebreo, americano. I suoi articoli sono una boccata di aria fresca, liberi dal giogo del regime iraniano e dei suoi apologeti .

Come ho detto, gli ebrei iraniani sono costretti a dire le bugie che Roger Cohen pubblica nel New York Times. Gli ebrei iraniani hanno paura di dire la verità, paura del regime islamico. Ad esempio, Karmel Melamed ha dichiarato di essere stato messo in guardia dal leader degli ebrei iraniani, a proposito del contenuto dei suoi articoli, perché avrebbero potuto portare a rappresaglie contro gli ebrei.

E’ vero che gli ebrei iraniani si preoccupano per la loro patria. Ma quando hanno la possibilità di parlare liberamente e onestamente, auspicano, come la maggior parte del popolo iraniano, la liberazione dal regime islamo-fascista. Karmel Melamed rappresenta l’opinione della maggior parte [se non di tutti] gli ebrei iraniani in merito.

Contrariamente a quanto il racconto distorto ufficiale vorrebbe affermare, dopo la rivoluzione iraniana del 1979, la popolazione ebraica iraniana è diminuita. Il motivo va ricercato nella persecuzione antisemita. Le disparità giuridiche fanno si’ che, ad esempio, solo nel caso che un Ebreo in Iran si converta all’Islam, puo’ accedere ad una eredità che gli spetterebbe di diritto. Gli ebrei iraniani temono l’accusa di essere “spie sioniste” e di essere per questo condannati a morte in base alle “prove” di processi farsa. Inoltre, in casi come lo stupro, se un uomo musulmano iraniano violenta una donna non-musulmana la sua pena non va oltre l’ammenda. Nel caso opposto la sentenza è la morte.

The Jewish Library riporta:

“Nonostante la distinzione ufficiale tra “ebrei”, “sionisti” e “Israele”, l’accusa più comune rivolta agli ebrei è quella di mantenere i contatti con i sionisti. La comunità ebraica dispone di una certa libertà religiosa, ma si trova di fronte al sospetto costante di cooperare con lo Stato sionista e con “l’America imperialista” – entrambe attività punibili con la morte. Gli ebrei che fanno richiesta di un passaporto per viaggiare all’estero devono farlo in un ufficio speciale e vengono immediatamente messi sotto sorveglianza. Il governo in genere non permette a tutti i membri di una famiglia di viaggiare all’estero allo stesso tempo, per evitare l’emigrazione ebraica. Ancora una volta, gli ebrei vivono sotto lo status di dhimmi, con tutte le conseguenti restrizioni imposte alle minoranze religiose. I leader ebrei temono rappresaglie del governo se attirassero l’attenzione sui maltrattamenti inflitti alla loro comunità”.

Secondo il regime iraniano ed i suoi apologeti, gli ebrei sono liberi di lasciare l’Iran quando vogliono. Tuttavia, molti ebrei iraniani hanno rischiato la loro vita e /o sono stati uccisi durante il tentativo di abbandonare l’Iran. Ad esempio, aiutare gli ebrei ad emigrare in Israele è punibile con la morte. Agli ebrei iraniani è vietato ogni contatto con Israele. Il regime in Iran non permette ad intere famiglie ebree di andare in Israele. I media iraniani controllati dallo Stato, promuovono l’antisemitismo, compresa la diffusione dei Protocolli dei Savi di Sion. Jewish Virtual Library afferma:

“I media ufficiali iraniani, controllati dal governo, diffondono spesso propaganda antisemita. Un primo esempio è la pubblicazione, nel 1994 e 1999, da parte del governo, dei Protocolli dei Savi di Sion, noto falso zarista. Gli ebrei soffrono diversi gradi di discriminazione ufficialmente sancita, in particolare nei settori dell’occupazione, dell’istruzione e degli alloggi pubblici”

L’Iran ha vietato di dire che la Shoah è esistita. Ed è ben noto che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad nega che sia mai accaduta e promuove ancora la ridicola idea antisemita che i sionisti abbiano collaborato con i nazisti. E il programma televisivo Zero Degrees, nonostante le apparenze, non fa eccezione. Tale programma, che riconosce la Shoah come realmente accaduta, è stato trasmesso dallo TV di Stato iraniana . E’ ovvio che si trattava di una trovata pubblicitaria del regime iraniano per dire: “Vedi? Non siamo anti-semiti. E riconosciamo la Shoah. Siamo solo contro i sionisti “. Ma molti attivisti ebrei iraniani, che hanno monitorato la serie, vi hanno trovato abbondanza di temi antisemiti . Gli ebrei vi sono descritti come non capaci di parlare bene persiano e essere avvezzi ad accettare e / o pagare tangenti. Il programma promuove ancora la ridicola idea antisemita secondo la quale i sionisti hanno collaborato con i nazisti. Karmel Melamed riporta:

“Eppure, secondo la traduzione on line in inglese del secondo episodio della serie, curata dal Middle East Media Research Institute, con sede a Washington , nel programma gli ebrei sionisti arrivano al punto di uccidere un rabbino iraniano a Parigi e collaborarono con la Gestapo, al fine di costringere gli ebrei a emigrare in Palestina”.

Un editore di libri a Los Angeles, Bijan Khalil, ha detto:

“Questo programma TV annovera tra i suoi credits un uomo di nome Abdollah Shabazi, uno stratega ideologico per il governo iraniano. L’idea di fare questi film di propaganda per dimostrare che gli iraniani sono ‘buoni con gli ebrei, è sua.” In realtà, quest’uomo è l’autore di molti libri anti-semiti e anti-Bahai [in lingua persiana] ”.

Hassan Fatthi, lo scrittore-regista dello spettacolo , ha persino tracciato una equivalenza morale tra i nazisti e il trattamento riservato da Israele ai palestinesi.

“Gli iraniani hanno sempre distinto tra ebrei ordinari e una minoranza di sionisti. L’uccisione di ebrei innocenti durante la Seconda Guerra Mondiale è altrettanto spregevole, triste e scioccante, come l’uccisione di innocenti donne e bambini palestinesi da parte dei soldati sionisti razzisti “.

Quanto successo ha riscosso questo mantra in Occidente! Come è stato accuratamente e con evidenti riscontri veicolato!

La verità è che il regime in Iran è antisemita fino al midollo. Molti ebrei iraniani lo sanno e hanno troppa paura di dirlo a causa delle conseguenze che potrebbero soffrire . Il popolo iraniano [compresa la minoranza ebraica] è sotto stretto controllo. Coloro che hanno il coraggio di parlare contro il regime in Iran sono torturati e / o uccisi. In Iran, si può essere uccisi per aver detto che le ”elezioni” del 2009 furono truccate. Se avessi detto questo in Iran, sarei stato ucciso e / o torturato dai nazi-islamici. Ma per fortuna, io non vivo in Iran. Vivo in America. Come minoranza non-musulmana , gli ebrei iraniani sono vittime di discriminazioni, in quanto il regime in Iran tende a creare un ambiente in cui l’Islam e i musulmani predominino. Eppure, anche la maggioranza musulmana in Iran è oppressa. Sebbene la maggior parte della popolazione iraniana sia composta da musulmani sciiti, la maggior parte del popolo iraniano ha ancora voglia di liberare il proprio paese dal regime islamo-fascista . Se credi che gli ebrei iraniani non siano perseguitati dal regime iraniano, allora sei nella migliore delle ipotesi ingenuo e / o ignaro. Ciò significa che non ti sei preparato abbastanza per discuterne e che è necessario smettere di credere alla propaganda di stile nazista che viene dal regime iraniano e dai suoi apologeti. La propaganda del regime sul wellfare degli ebrei ricalca quello propaganda nazista. I Neturai Karta sono dei traditori, in ogni senso della parola e sono l’equivalente degli ebrei collaboratori dei nazisti. Goebbels disse che una bugia ripetuta mille volte alla fine diventa verità. E’ esattamente ciò che il regime iraniano sta facendo, utilizzando gli ebrei iraniani per migliorare la sua immagine .
Bugie dalle gambe lunghe.

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