Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


domenica 5 agosto 2012

INDIA - Giustizia col sari rosa

Un bastone per difendere i diritti.

Calcutta domenica, 05 Agosto 2012 - La “gang in rosa”, in hindi gulabi, è nata nel cuore rurale e patriarcale dell'India, in un piccolo distretto dell'Uttar Pradesh. Le donne arruolate nell'esercito di combattenti per l'uguaglianza sociale e la parità dei diritti vestono una brillante uniforme rosa-shocking e padroneggiano l'arte del bastone per castigare gli abusi e le oppressioni, che troppo spesso investono il sesso debole nell'India delle doti e del matrimonio infantile.
«La nostra non è una gang come la si intende di solito: è una gang per la giustizia», spiega Sampat Pal, fondatrice del movimento e capitano e delle truppe in sari rosa.
MOGLIE AD APPENA 9 ANNI. Sposata all'età di 9 anni, Sampat Pal ha gli occhi azzurri e il volto duro, ha vissuto sulla propria pelle le violenze riservate alle figlie femmine. I suoi genitori non pensavano valesse la pena mandarla a scuola. A dodici anni è stata spedita a vivere nella famiglia allargata del marito, un venditore ambulante di gelati. A 13 anni ha avuto il primo dei suoi cinque figli.
Sampat Pal ha sopperito al senso di impotenza ed emarginazione allenandosi all'uso del bastone (in hindi laathi), pratica che insegnò alle sue sorelle e che tuttora diffonde con corsi di autodifesa rivolti alle donne di villaggio.

In branco per incursione persuasive contro i maltrattamenti


Tutto cominciò nel 2006, quando Sampat Pal non resistette alle grida di una moglie brutalmente malmenata sotto gli occhi di tutti. Al momento non si espose, ma il giorno dopo tornò con cinque amiche e cinque bastoni. Da allora, le sue incursioni, a dir poco persuasive, nelle case e nei villaggi dove vengono riportati abusi e maltrattamenti, sono diventate il tratto distintivo della sua causa.
UN ESERCITO ROSA DI 20 MILA DONNE. Migliaia di donne cominciarono ad aderire al piccolo esercito in rosa: oggi sono circa 20 mila, con sedi sparse per tutto il Nord dell'India, un logo, un sito internet e un ufficio a Parigi. La loro agenda si è ampliata fino a comprendere la difesa dei diritti dei Dalit (i cosiddetti intoccabili) e la lotta alla corruzione ai livelli più locali. Sempre a suon di bastonate e pubbliche umiliazioni dei funzionari rei di ricatti e mazzette.
LA SPEDIZIONE CONTRO LA CENTRALE ELETTRICA. Nel 2008 la Gulabi gang ha pianificato un'imboscata e occupato un ufficio della centrale elettrica del distretto di Banda (Uttar Pradesh) che aveva “sospeso” la distribuzione della corrente in tutto il villaggio in cambio di sonore bustarelle. Le paladine in rosa hanno sequestrato i funzionari in una stanza dell'ufficio finché non si sono arresi, restituendo al villaggio l'elettricità.

Accuse per raduni non organizzati e attacchi agli statali


Da allora la gang in rosa può vantare ripetuti e fruttuosi attacchi ai mariti che abbandonano le nuove spose dopo essersi impadroniti della dote, ai poliziotti che si rifiutano di denunciare le violenze domestiche, ai controllori dei treni che esigono “la mancia” per rilasciare i biglietti.
Sampat Pal ha alle spalle numerose accuse per raduni non autorizzati, risse, attacchi ai danni di impiegati statali; è stata costretta a vivere da fuggiasca per qualche tempo. «Io vado in giro con il bastone perché gli uomini abbiano paura di me. Non è detto che poi lo si usi, ma il fatto di averlo aiuta a cambiare l'approccio mentale degli uomini che si credono più potenti di noi», racconta la 40enne Sampat Pal, che tuttora diffonde il suo incoraggiante messaggio di non subordinazione di villaggio in villaggio con la sua vecchia bicicletta arrugginita, radunando le nuove leve sotto a un albero di baniano, accanto ai tipici banchetti del tè.
LA PREOCCUPAZIONE DI POLITICI E OPINIONISTI. La recente ondata di giustizia fatta-in-casa da parte di squadroni di vigilantes del gentil sesso suscita qualche preoccupazione fra politici e opinionisti. Ad esempio, nel 2004 un'orda di centinaia di donne ha picchiato a morte uno stupratore che la giustizia indiana aveva lasciato a piede libero.
Il sistema statale, nonostante la formale illegalità di pratiche quali l'infanticidio femminile, il matrimonio infantile, la dote, l'intoccabilità, eccetera, non ha mai garantito la difesa dei diritti delle donne in maniera efficace, nemmeno quando a governare erano la femminilità dinastica di Indira Gandhi o la sconsiderata ex chief minister dell'Uttar Pradhesh, Mayawati. Sfiduciate e disilluse nei confronti della protezione governativa, le donne credono e si identificano nel modello Gulabi Gang molto più che in qualsiasi personaggio politico.
CORSI DI FORMAZIONE E SCOLARIZZAZIONE. La pragmaticità e il beneficio immediato delle tattiche di Sampat Pal hanno ispirato migliaia di donne. Ad oggi la sua banda è impegnata nella costruzione di centri di scolarizzazione femminile e in corsi di formazione per l'indipendenza lavorativa delle donne tramite lavori semplici, redditizi ed ecologici, come la produzione di piatti usa-e-getta in foglie di banano, che impiega attualmente oltre 500 donne fuori-casta.

(Carola Lorea)

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