Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 4 agosto 2012

ITALIA - Casini, Udc al voto senza Pd

Alleanza col Pd solo dopo le elezioni.
Sabato, 04 Agosto 2012 - Il Polo della speranza non è affare di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Unione di centro è uscito allo scoperto e ha svelato la strategia del suo partito per le elezioni politiche del 2013. Niente patto con le forze di sinistra, ma in corsa da solo per il voto. Salvo poi aprire all'alleanza con il Partito democratico, ma solo a elezioni concluse. E niente accordo con il governatore della Puglia e leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola, che dopo le indiscrezioni uscite sulla stampa si era affrettato a chiarire di non avere intenzione di stare con il moderato.    Con un'intervista al quotidiano Il Corriere della Sera, Casini ha spiegato di sostenere «da tempo collaborazione delle grandi famiglie socialista riformista e popolare europeista», ma ha precisato che se la «convergenza per il bene del Paese, sull'onda dell'emergenza, è possibile», lo sarà solo dopo «che ognuno alle elezioni si sarà presentato con i propri programmi e le proprie liste». Il leader dell'Udc ha anche precisato: «Non ho avuto paura di scomparire nell'epoca di Berlusconi, figurarsi se ho paura di presentarmi da solo adesso».
Poi sulla legge elettorale, Casini ha spiegato che «alla fine» la riforma si farà «perché i grandi partiti percepiscono che se non fanno neanche questo, sarà il de profundis per la politica»: «La direzione di marcia», ha chiarito ancora, «è quella del governo Monti: non si torna più indietro».
A VENDOLA: NIENTE LEZIONI. La stoccata più pesante, però, il leader dell'Udc l'ha riservata per Vendola che proprio su quest'utima impostazione non è d'accordo. «Questo è un problema per Bersani», ha precisato Casini, «apprezzo molto gli sforzi di Pier Luigi, credo sia un leader responsabile. Mi fa piacere che abbia ritenuto incompatibili le scelte di Antonio Di Pietro. Ma si ritrova a fronteggiare l'antico problema del riformismo che si scontra con radicalismo e populismo».
Poi ha rincarato la dose contro il leader di Sel: «Non penso certo», ha aggiunto, «di farmi fare da Vendola l'esame del sangue. Non mi pare che le sue ricette abbiano avuto grandi ricadute né in Italia, né in Puglia. E le dimissioni di Berlusconi non sono dovute a lui, ma all'iniziativa di riformisti e moderati».
TEMI ETICI: LIBERTÀ DI COSCIENZA. Sui temi etici, tra cui le unioni omosessuali, Casini ha ribadito che «si vota secondo coscienza», mentre, all'eventualità che Silvio Berlusconi si faccia da parte, si è chiesto se «non possiamo imitare i tedeschi» sulla Grande coalizione.
Tuttavia, il leader dell'Udc ha osservato, «c'è una gran confusione nel Pdl, si mettono d'accordo solo se c'è da attaccare me il mio partito». «Conservo», ha fatto sapere inoltre, «moltissime lettere di apprezzamento ricevute da membri del Ppe per aver lavorato alla svolta del governo Monti. La caduta di Berlusconi fu ritenuta una vera e propria liberazione».

Vendola: «Sel e Udc lavorano a due prospettive diverse»


La conferma della distanza tra l'Udc e Sel è arrivata anche da Vendola. Il governatore della Puglia ha infatti precisato che i due partiti stanno «lavorando a due prospettive completamente diverse».
«Casini, convertiti. Il liberismo è il diavolo», ha gridato dalle pagine del quotidiano La Repubblica Vendola, che per il voto ha chiarito di voler presentare la sua agenda viste le divergenze con i moderati.
«Prendiamo», ha spiegato, «la nozione di rigore. Tutti dicono che andremo incontro a periodi durissimi. Ebbene, il rigore può essere declinato in molti modi: puoi falcidiare il welfare, continuare a colpire i redditi dei ceti medio-bassi oppure puoi decidere per un'imposta patrimoniale, per la tassazione delle rendite finanziarie e il taglio delle spese militari».
Poi ha attaccato l'Udc: «Non vedo agende, vedo la riproposizione di Monti di qui all'eternità».
L'APERTURA ALL'IDV DI DI PIETRO. Sulle possibilità di allargamento del centrosinistra, il leader di Sel ha osservato quindi: «Penso al civismo nuovo, alla stragrande maggioranza degli italiani che ha votato per l'acqua-bene comune e al protagonismo dei nuovi sindaci». Ci sarà una loro lista? «Non lo so. So soltanto che tra loro si è aperta la discussione».
Alla domanda invece su che fare con il leader dell'Italia dei valori, Vendola ha replicato: «Il convitato Di Pietro? Direi che è innaturale tenerlo fuori dal cantiere della sinistra».

Cicchitto: «Casini stia col Pdl per un'alleanza di moderati e riformisti»


Intanto il centrodestra sta provando a sfruttare la decisione di Casini di chiudere alle alleanze prima del voto, per avvicinare l'Udc al Popolo della libertà. «Per un eccesso di tatticismo», ha detto il capogruppo alla Camera del partito di Berlusconi Fabrizio Cicchitto, «Casini rischia di consegnare l'Italia a questa sinistra contraddittoria e pasticciona assumendosi una grave responsabilità. Ci auguriamo che ci ripensi».
Secondo il pidiellino, il leader dell'Udc «avrebbe l'occasione di dar vita con il Pdl a una grande aggregazione moderata-riformista collegata lungo la linea del Ppe».
SE L'UDC VA COL PD DEVE ACCETTARE SEL.«Adesso Casini», ha continuato Cicchitto, «dichiara di scegliere una via diversa, del tutto tatticistica, quella di andare apparentemente da soli alle elezioni, ma con la preferenza per una successiva alleanza di governo con il Pd; ma stare con Bersani, comporta accettare Sel. In sostanza un autentico pasticcio, ma di fatto una scelta favorevole alla sinistra».
A SINISTRA PASTICCI E MISTERI. La stessa scelta del Pd di allearsi con Sel, secondo il capogruppo a Montecitorio del Pdl può avere «conseguenze devastanti sul nostro Paese vista la permanente gravità della situazione economica internazionale» visto che Sel e Udc «sul terreno del governo Monti e delle politiche economiche reali hanno finora espresso posizioni di segno opposto».
Come «un coacervo di questo tipo possa assicurare una organica politica di governo è un mistero. Per di più come testimonia la sua intervista a La Repubblica, non solo Vendola sfida Casini a liberarsi del liberismo, ma dichiara anche di voler recuperare al centrosinistra Di Pietro e l'Idv. Insomma un pasticcio e un mistero».

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