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martedì 28 agosto 2012

ITALIA – Coppie di fatto? Solo per i parlamentari!

Dal 1990 ai conviventi “more uxorio” (e ai figli minorenni) di deputati e senatori sono riconosciuti assistenza sanitaria, pensioni di reversibilità, vitalizi… peccato che poi si voti no ai diritti dei cittadini “comuni”

Spero lo sappiate: molti dei nostri parlamentari che votano contro i diritti alle coppie di fatto sono essi stessi conviventi fuori del matrimonio, ma, non si sa perché, godono di un trattamento legislativo di favore, che si sono fatti ad hoc, per cui i loro conviventi sono trattati con gli stessi diritti che avrebbero dentro un matrimonio regolare: assistenza sanitaria, quota contributiva doppia, reversibilità della pensione…

È dal 1990 che i parlamentari si sono fatti una legge apposita, per cui basta che il partner dichiari di convivere more uxorio da almeno tre anni e la legge lo tratta come uno sposo legittimo (Regolamento di assistenza sanitaria integrativa dei deputati, art. 2, lettera d). Il 25% dei parlamentari e del personale della Camera usufruisce di questi trattamenti di favore. La differenza tra gli eletti e gli impiegati di Montecitorio sta nel fatto che per i primi il diritto può estendersi anche oltre il convivente (ad esempio ai figli, anche quelli nati «fuori dal matrimonio», ma fino al raggiungimento della maggiore età), mentre per i secondi ci si limita al partner.

Ultimamente ai partner di fatto è stato riconosciuto anche il vitalizio. Ma non basta: il diritto al vitalizio è riconosciuto anche al partner di fatto dei consiglieri regionali! Ecco dove arriva l’ipocrisia di costoro: negare agli altri quello che si è votato allegramente per se stessi da vent’anni! E poi non dovremmo chiamarli una Casta?

Tullio Marra

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