La riforma
della legge elettorale continua a tenere banco nel dibattito politico e la
prossima settimana sara’ con tutta probabilita’ determinante per capire se le
forze politiche riusciranno a trovare una soluzione per concretizzare la
volonta’ di cambiare il ‘porcellum’. Se il segretario nazionale dell’Udc,
Lorenzo Cesa, sottolinea che ci sono le condizioni perche’ la prossima
settimana sia decisiva per arrivare a una legge che sappia rispondere agli
appelli del Capo dello Stato e alle attese degli italiani”, il vicesegretario
del Pd, Enrico Letta, si spinge oltre: “L’accordo e’ ormai a portata di mano.
E’ l’ultima chance. Va colta a tutti i costi per ridare ai cittadini il potere
di scegliere i parlamentari. E cominciare cosi’ a ridare credibilita’ al Parlamento.
Noi ci crediamo e stiamo facendo di tutto per farcela”.
TRA
PREFERENZE E MAL DI PANCIA – ll Pdl
invece non demorde sulle preferenze: “sono l’unico modo per affidare agli
elettori la vera scelta dei parlamentari”, osserva il capogruppo in Senato Maurizio
Gasparri. Sulla stessa linea d’onda si colloca il vicepresidente dei deputati
finiani, Carmelo Briguglio, che twitta: “Futuro e Liberta’ valutera’ se e
quando ci sara’ la nuova legge elettorale. Per me le preferenze sono la
migliore prova se si tratta di vera riforma”. “Si invoca il voto popolare al
solo scopo di far da scudo al regime”, sottolinea Mario Staderini, Segretario
di Radicali Italiani e dall’opposizione sale la denuncia del rischio di un
‘superporcellum’ con Di Pietro.
SI RIPARTE
IL 29 SETTEMBRE DALLA BOZZA DI ACCORDO – Intanto
il comitato ristretto della commissione affari costituzionali del senato si
riunira’ il prossimo 29 agosto. Quanto al merito della riforma, fino ad oggi si
e’ parlato anche di reintroduzione di un sistema proporzionale, con premio di
maggioranza al partito ( almeno del 15%), sbarramento al 5% (ma con una sorta
di ‘clausola salva partiti territoriali’, come la Lega) e una parte dei seggi
assegnati con il sistema dei collegi, mentre una percentuale inferiore dei seggi
verrebbe assegnata attraverso liste bloccate mentre sembrava sfumare l’ipotesi,
caldeggiata dal Pdl e soprattutto dagli ex An, delle preferenze.
VIZZINI
(PSI), I PARTITI SI ASSUMANO PROPRIE RESPONSABILITA’ – Sulle prossime tappe da seguire mostra un atteggiamento
determinato il presidente della prima commissione di Palazzo Madama, il
senatore socialista Carlo Vizzini, che taglia corto sui ‘gossip’ che circondano
la riforma. “Sui giornali ho letto tutto e il contrario di tutto – ha detto il
senatore del Psi – io ritengo solo che e’ meglio venire a dire tutto in
Parlamento”. Ed aggiunge: “il comitato ristretto ha ragione di esistere per una
o due sedute ancora se i relatori sono stati messi nelle condizioni di fare
delle proposte. Penso che al piu’ presto vada convocata la commissione in
seduta plenaria perche’ e’ giusto che i cittadini possano seguire lo strumento
fondamentale della loro partecipazione alla vita del Paese. E’ arrivato il
momento che di legge elettorale si venga a parlare in parlamento, i tempi sono
maturi, e ogni formazione politica si assuma le proprie responsabilita’”.
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