Con la fine dell’estate e la ripresa
dei lavori parlamentari, le elezioni politiche sono sempre più vicine. In
parallelo si restringono i tempi per trovare una quadra sulle rispettive
alleanze con le quali sfidarsi alla ghigliottina dell’urna. Equilibri instabili
che potrebbero incidere profondamente sui programmi e sulle forze che avranno
il compito di metterli in pratica, sulla stabilità e longevità del prossimo
governo che dovrà inevitabilmente gestire la pesante eredità lasciata
dall’esecutivo Monti e far fronte alle criticità che attanagliano il Paese.
A fare il punto sull’intricato
e mutevole panorama di alleanze che si sta via via delineando con l’avvicinarsi
dell’appuntamento con le prossime politiche è il politologo Gianfranco
Pasquino. In assenza di una bussola chiara, i cittadini in queste giornate di
politica e polemiche rischia di perdersi nella giungla delle candidature mordi
e fuggi, a non districarsi tra movimenti dell’ultim’ora come quello di Grillo e
partiti logori da troppi anni di malaffare come la Lega che sperano di vincere
le elezioni cavalcando populismo e antipolitica si troveranno, da fronti
diversi, a intercettare gli stessi elettori; partiti ad personam come il Pdl
che implodono faranno da contraltare ai democratici di Bersani che si giocheranno
il tutto e per tutto per rilanciare un centrosinistra rinnovato nelle alleanze
e nei programmi.
Tra quali alleanze si troverà a
scegliere il cittadino?
Tra alleanze brutte sporche e
cattive. Eterogenee con quasi nessun denominatore comune incapaci di governare
guardando al futuro.
Quali sorprese dovremo aspettarci?
Se sono davvero sorprese non
possiamo prevederle. L’esplosione di Grillo e l’implosione del Pdl (o come si
chiamerà). La mancata e rimpianta esplosione della affabulazione di Vendola. La
mancata e agognata affabulazione (“diamo un senso a questa storia”) di Bersani
e compagni. La rappacificazione fra Berlusconi sognante e Maroni realistico.
Una lista dei giusti lanciata da La Repubblica.
Se si dovesse realizzare la riforma
presidenziale o semipresidenziale cambierebbe il gioco delle alleanze?
Ovviamente, sì: tremendamente,
totalmente, positivamente, consentendo agli elettori di dare un calcio al
passato (è un eufemismo) e di entrare a vele spiegate nel futuro con i
candidati e i partiti che avranno saputo innovare e rischiare.
Quanta influenza potranno avere le
coalizioni europee su quelle italiane?
Ahimè, ahivoi: quasi nessuna
influenza.
Quali sono i soggetti esterni, come
sindacati o Chiesa cattolica, che
potranno influenzare il gioco delle alleanze e il voto?
potranno influenzare il gioco delle alleanze e il voto?
L’unico soggetto esterno in grado di
influenzare il voto si chiama SPREAD. Se NON rimane esterno, il soggetto Monti
potrà influenzare alleanze voto e politiche.
Che influenza avrà l’ormai
trasversale “partito dei rottamatori”?
Quasi nessuna tranne ottenere e
accontentarsi di qualche strapuntino.
Lucio Filipponio
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