Il
sindaco Pisapia è stato contestato da una parte dei musulmani milanesi, cui ha
dato voce l’imam della moschea di Via Jenner, perchè non ha partecipato alla
festa religiosa della fine del ramadan. In questo articolo su panorama.it viene
giustamente notato che un sindaco dovrebbe partecipare solo a cerimonie ed
eventi di carattere civile. Ma in Italia il potere del sistema religioso
dominante ai sensi dell’art. 7 della Costituzione, la Chiesa Cattolica, ha un
potere pari a quello civile, e la commistione fra i due poteri costringe tutte
le autorità politiche, civili e amministrative, a lavorare in simbiosi con le
autorità religiose. Non c’è evento pubblico in cui i rappresentanti dei due
poteri non si presentino appaiati. Pensate ai preti, vescovi e cardinali sempre
in prima fila sia che gli eventi pubblici si svolgano al Quirinale o in
qualsiasi sala del più sperduto comune d’Italia. Da Palazzo Koch, sede della
Banca d’Italia, ai Palazzi della Giustizia non c’è inaugurazione annuale in cui
vescovi e cardinali non rosseggino in bellavista con i loro mantelli e
copricapi porpora e cremisi. Dalla liquefazione rituale del sangue di San
Gennaro alla processione del santo patrono non c’è sindaco italiano che si
astenga dal partecipare alle relative cerimonie e processioni, con fascia
tricolore bene in vista a testimoniare che l’autorità civile è li a capo chino
in coda all’autorità religiosa. Con questi meccanismi consolidati come
conseguenza di quel famigerato art. 7 come si poteva evitare che una comunità
religiosa emergente e prepotentemente sorretta da un cospicuo seguito di fedeli
non pretendesse che il sindaco Pisapia partecipasse alla loro importante
cerimonia religiosa ? Se non entriamo nell’ordine di idee di sbattere fuori i
sistemi religiosi, tutti i sistemi religiosi, dalle ingerenze nella vita civile
saremo costretti presto a fare il ramadan obbligatorio per tutti anche in
Italia come nei paesi islamici dove chi mangia in pubblico nelle ore di digiuno
viene arrestato.
Claudio C.
Vallocchia
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