Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 2 agosto 2012

ITALIA - Vendola, patto con Bersani

Intesa col segretario Pd sulle alleanze.
Mercoledì, 01 Agosto 2012 - Un mese fa, il 29 giugno, si erano presentati insieme in conferenza stampa. Nichi e Tonino contro Bersani. Un mese e qualche giorno dopo, il primo agosto, il governatore della Puglia e leader di Sel, ha fatto la sua scelta.
Ha deciso di mollare Di Pietro e stringere il patto con il segretario del Pd. Un’alleanza che era scritta. E su cui i due, oltre che le diplomazie di entrambi i partiti, lavoravano da tempo. Ma adesso, nell’incontro a due, si è suggellato questo percorso. Di cui non farà parte Di Pietro, nonostante gli sforzi da mediatore di Vendola, che ancora il 31 agosto aveva lanciato un appello al leader dell’Idv augurandosi, con toni perfino sinceri, che potesse far parte dell’alleanza.
DI PIETRO NON ERA CONTEMPLATO. Il disegno di Bersani era chiaro da tempo. E prevedeva un’alleanza di governo con Sel e magari altre liste civiche, aperta all’Udc (prima o, più probabilmente, dopo il voto). Di Pietro non era contemplato. Questa la condizione posta dal segretario del Pd e accettata, sia pur controvoglia, da Vendola.
L’assenza di Di Pietro, infatti, potrebbe favorire la nascita di un’aggregazione a sinistra dell’alleanza Sel-Pd, magari con la Federazione delle Sinistre. Il che rischierebbe di far molto male a Vendola. E non solo.
L'UNICO ALLEATO DI SINISTRA DEL PD. Il fatto di essere l’unico soggetto politico di sinistra alleato del Pd rischia di rafforzare l’impressione - che Nichi teme come la peste - di un’“annessione” al Pd. Impressione che si è affannato a smentire, dopo l’indiscrezione, apparsa su alcuni giornali, del progetto di una lista unica Pd-Sel (idea tutt’altra che remota).

Un'apertura che sembra quasi controproducente


C’è poi il nodo Casini, che il 31 luglio ha rovinato la giornata a Vendola. Alcune dichiarazioni pronunciate dal leader di Sel all’uscita dall’incontro con Bersani, a proposito del fatto di non voler porre veti a nessuno, sono state rilanciate, infatti, dalle agenzie come un’apertura a Casini. Cosa che corrisponde alla realtà. Ma che, detta ora, è controproducente come si è visto dalla marea di critiche piovute su Twitter e sulla pagina Facebook di Vendola.  
LA CANDIDATURA ALLE PRIMARIE. Proprio per salvarsi da questi due pericoli – l’impressione di un’annessione al Pd e di un “matrimonio” con Casini – il leader di Sel ha deciso di Ccandidarsi alle primarie. E di annunciarlo proprio il primo agosto.
La corsa per il candidato premier gli servirà anche per rassicurare i suoi elettori circa il fatto che Nichi resta Nichi.
SENZA PERDERE DI VISTA LE SUE IDEE. E in quell’alleanza ci sarà, ma con le sue idee. Dai matrimoni gay all’abolizione della legge 30, dalla difesa dell’articolo 18 alla lotta contro le politiche liberiste.
Peraltro la candidatura di Vendola serve anche a Bersani in chiave anti-Renzi. Più, infatti, sono i candidati quali utili idioti, meno sarà polarizzata la sfida. La frammentazione non potrà che favorire il candidato più noto e considerato, alla fine, più affidabile. L’usato sicuro. Cioè Bersani.

(Edda Guerrini)

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