Domenica, 05
Agosto 2012 - L'Italia ha intenzione di dirigersi con le proprie gambe fuori
dalla crisi.
Un concetto ribadito dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà che, in un'intervista al Corriere della Sera, ha affermato: «La nostra idea è che ce la faremo da soli. Non abbiamo bisogno di nessun aiuto in senso tecnico, ma sappiamo anche che questo periodo di transizione sta diventando troppo lungo, i mercati ci mettono troppo a riconoscere i nostri meriti, la buona salute dei conti pubblici».
IMPEGNI GIÀ PRESI. Rifiutata con fermezza anche l'ipotesi di uno scudo anti-spread che comporterebbe la firma di ulteriori obbligazioni con l'Europa: «Non abbiamo timore di fare un memorandum of understanding. Significherebbe solo confermare impegni già assunti, non siamo e non vogliamo diventare sudditi della Ue, ne siamo fondatori e stiamo lavorando per l'Italia».
Il pareggio di bilancio è previsto entro la fine del 2013.
NO A TAGLI E CORREZIONI. Catricalà ha inoltre sottolineato che «i conti dello stato vanno bene e per questo non ci sarà un decreto di correzione né tagli agli stipendi pubblici». Salve le tredicesime.
Capitolo dismissioni. Il sottosegretario ha affermato di non pensare che «sia realistico spingersi oltre i 15-20 miliardi l'anno. Le società pubbliche sono un bene primario, non ne perderemo il controllo. Si tratta di capire quali quote, prive di rilevanza strategica, potranno essere dismesse. Su Finmeccanica il governo ha intenzione di vigilare mentre rispetto ad alcune società in come Eni, Enel e Terna, scalate ostili le vedo inimmaginabili».
NUOVE LIBERALIZZAZIONI. Via libera invece a nuove norme di liberalizzazione: «Ogni anno c'é da varare una legge per la concorrenza. La priorità è intervenire sul settore dei trasporti».
Un concetto ribadito dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà che, in un'intervista al Corriere della Sera, ha affermato: «La nostra idea è che ce la faremo da soli. Non abbiamo bisogno di nessun aiuto in senso tecnico, ma sappiamo anche che questo periodo di transizione sta diventando troppo lungo, i mercati ci mettono troppo a riconoscere i nostri meriti, la buona salute dei conti pubblici».
IMPEGNI GIÀ PRESI. Rifiutata con fermezza anche l'ipotesi di uno scudo anti-spread che comporterebbe la firma di ulteriori obbligazioni con l'Europa: «Non abbiamo timore di fare un memorandum of understanding. Significherebbe solo confermare impegni già assunti, non siamo e non vogliamo diventare sudditi della Ue, ne siamo fondatori e stiamo lavorando per l'Italia».
Il pareggio di bilancio è previsto entro la fine del 2013.
NO A TAGLI E CORREZIONI. Catricalà ha inoltre sottolineato che «i conti dello stato vanno bene e per questo non ci sarà un decreto di correzione né tagli agli stipendi pubblici». Salve le tredicesime.
Capitolo dismissioni. Il sottosegretario ha affermato di non pensare che «sia realistico spingersi oltre i 15-20 miliardi l'anno. Le società pubbliche sono un bene primario, non ne perderemo il controllo. Si tratta di capire quali quote, prive di rilevanza strategica, potranno essere dismesse. Su Finmeccanica il governo ha intenzione di vigilare mentre rispetto ad alcune società in come Eni, Enel e Terna, scalate ostili le vedo inimmaginabili».
NUOVE LIBERALIZZAZIONI. Via libera invece a nuove norme di liberalizzazione: «Ogni anno c'é da varare una legge per la concorrenza. La priorità è intervenire sul settore dei trasporti».
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