Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 2 agosto 2012

UE - Monti-Merkel a muso duro

Il Prof alla Bundesbank: «Bce indipendente, la rispetti».
Mercoledì, 01 Agosto 2012 - Alla vigilia della riunione del board Bce, che potrebbe segnare un punto di svolta per il futuro della moneta unica, tra Italia e Germania è sempre più alta tensione.
Al centro del contendere, le misure che l'Eurotower si appresta a varare: Roma e Berlino, in merito, hanno idee differenti e fanno poso o nulla per nasconderlo.
Così, non appena la Bundesbank ha invitato l'istituto centrale europeo a «non oltrepassare i limiti del proprio mandato», Mario Monti ha risposto per le rime: «Mi auguro che tutti i componenti nel sistema europeo e delle banche centrali abbiano lo stesso rispetto per l’indipendenza della Bce che hanno i governi ». Parole forti, che testimoniano la volontà del premier di fare scudo sull'Eurotower, limitando al minimo le ingerenze di Berlino.
La Germania, infatti, si oppone strenuamente a quello che Monti considera uno strumento fondamentale per scoraggiare la speculazione e, al contempo, rassicurare gli investitori: la licenza bancaria all'Esm, il Fondo di stabilità europeo.
LICENZA BANCARIA PER DISINNESCARE LO SPREAD. La licenza consentirebbe al Fondo Esm di attingere alle risorse (virtualmente illimitate) della Bce e lo trasformerebbe in una sorta di 'bazooka' in grado di raffreddare a piacimento la tensione sui mercati e ridurre al minimo il rischio per l'Italia di dover fare ricorso allo scudo anti-spread.
Mario Draghi sarebbe favorevole, ma Berlino ancora no. Il primo agosto Monti, in visita al premier finlandese Jyrki Katainen, è stato chiaro: l'Italia, che pure non ha bisogno di un salvataggio in stile Grecia, potrebbe aver bisogno dello scudo qualora i mercati continuassero a ignorare i progressi compiuti.
L'obiettivo del Professore è scongiurare questa eventualità e, perciò, continua senza sosta il pressing su Angela Merkel. Al punto che Der Spiegel è arrivato a parlare di «rotta di collisione» tra i due leader.

Draghi affila le armi della Bce. Telefonata Obama-Hollande


La Bundesbank quindi non molla. Ma il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha incassato l'appoggio degli Stati Uniti e il Fondo Monetario Internazionale.
I governatori della Bce hanno in programma per la sera di mercoledì primo agosto il 'bazooka' anti-spread anticipato da Draghi.
Proprio il presidente Barack Obama, in una telefonata con il presidente francese Francois Hollande, ha dato il «benvenuto alle recenti dichiarazioni della Bce e dei leader dell'area euro sulla necessità di fare il necessario per preservare l'area euro».
Obama ha anche «incoraggiato i loro sforzi a un'azione decisa».
IL FRENO DI BERLINO. Gelando le aspettative sul consiglio Bce di giovedì 2 agosto, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann è stato netto nel ribadire: la Bce «non oltrepassi il proprio mandato». «Siamo la maggiore e la più importante banca centrale dell'Eurosistema», ha tuonato «e abbiamo una voce più importante rispetto ad altre banche centrali dell'Eurosistema».
Un altolà a decisioni della Bce che venissero prese a maggioranza contro il parere del primo 'azionista', ma che Draghi vorrebbe evitare per non spaccare la Bce.
Tim Geithner, il segretario del Tesoro appena rientrato negli Usa dopo aver incontrato in Germania il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e lo stesso Draghi, ha chiesto all'Europa, misure «per abbassare i tassi d'interesse pagati dai Paesi che stanno facendo riforme»: un riferimento implicito a Spagna e Italia.
IL FMI NON ABBANDONA LA GRECIA. A fianco degli Usa, che guardano sempre più preoccupati alla crisi europea come dimostra la Fed che ha assicurato tassi bassi fino alla fine del 2014 e si è dichiarata pronta ad agire, si è schierata l'Fmi. Il direttore generale dell'istituto di Washington, Christine Lagarde, ha affermato che con la politica monetaria si può fare di più contro la crisi e assicura che il Fondo non abbandonerà mai il tavolo delle trattative con la Grecia.

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