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sabato 22 settembre 2012

AL QAEDA - La nuova al Qaeda nata dalla Primavera araba

Organizzazione ramificata e metodi militari per colpire gli Usa.

La nuova al Qaeda che spaventa Barack Obama ha poco a che vedere con l'organizzazione che 11 anni fa terrorizzò il mondo con l'attentato alle Twin Towers.
ORGANIZZAZIONE RAMIFICATA. Il nome è rimasto lo stesso, e con esso il significato che porta con sé, vale a dire 'La base'. Una base che, però, non si identifica più in un comando centralizzato, ma piuttosto in tante piccole fazioni, isolate tra loro, ma radicate al territorio e accomunate da un fondamentalismo ideologico.
Un'organizzazione ramificata, in buona sostanza, delocalizzata nell'Africa subsahariana, nel Nord della Nigeria piuttosto che nel Sud della Somalia, nei desert dello Yemen o in Cirenaica.
CONSEGUENZE DELLA PRIMAVERA ARABA. Effetti collaterali della Primavera araba, che ha sì segnato un punto di svolta nella storia del Mediterraneo, permettendo a molti Paesi di liberarsi di regimi dittatoriali e di incamminarsi sulla strada della costruzione di nuovi equilibri interni, ma ha anche lasciato spazio ai gruppi estremisti islamici e alle fazioni jihadiste.
INFILTRATI TRA I RIBELLI. Chi più, chi meno legati ad al Qaeda, hanno approfittato di questa fase di transizione. Si sono inseriti tra i combattenti della guerre civili dei Paesi della Primavera araba per creare campi e basi in modo da radicarsi nel territorio.
Nonostante i grandi passi avanti compiuti dalla Libia, negli ultimi mesi, con le elezioni di luglio che hanno sancito la vittoria dei partiti laici, ci sono ancora troppe armi in giro e la storica rivalità tra Tripolitania e Cirenaica non accenna a diminuire.
Occorre, tuttavia, fare un distinguo tra le proteste contro il film anti-Islam e l’uccisione dell’ambasciatore americano Chris Stevens.  

VENDETTA CONTRO GLI USA. Mentre le prime sono un deja vu, tra magliette e vignette scomode, la seconda è molto più probabilmente la vendetta per l'uccisione di uno dei vertici di al Qaeda, il libico Abu Al Libi, colpito da un drone americano in Pakistan alcuni mesi fa.
L'attentato ha colto l'Occidente di sorpresa, eppure al Qaeda in tutti questi anni non ha mai smesso di colpire.
La preparazione militare e gli effetti tragici ed eclatanti dell'attacco al consolato americano di Bengasi hanno confermato che la lotta al terrorismo non è per niente finita. Per costruire il proprio futuro, la comunità internazionale deve rilanciare con forza il dialogo e la cooperazione con i Paesi della Primavera araba.

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