Martedì, 18
Settembre 2012 - Forse
ormai è un po' tardi, ma la Casta vuole comunque cercare di mostrarsi più
pulita agli occhi dei cittadini.
Dopo lo scandalo della Regione Lazio con al centro l'ex capogruppo Pdl Franco Fiorito e il caso Lusi- Margherita, nei palazzi romani è stata varata una 'operazione-trasparenza' sui bilanci dei gruppi parlamentari della Camera.
CONTROLLO INTERNO. Peccato che, contrariamente a quanto proposto dal presidente Gianfranco Fini, il controllo sia rimasto interno a Montecitorio, senza passare al vaglio di una società di certificazione esterna.
L'Ufficio di presidenza della Camera già in primavera aveva deciso di modificare il Regolamento di Montecitorio per garantire una maggiore trasparenza nell'uso dei fondi da parte dei gruppi parlamentari. La Giunta per il regolamento si è quindi riunita il 31 luglio per esaminare una proposta dei questori che ha ricevuto un via libera di massima dalla Giunta stessa.
VOTO IL 19 SETTEMBRE. Il presidente della Camera Fini aveva chiesto di inserire in questa bozza di Regolamento la previsione che i bilanci dei gruppi fossero controllati da una società di certificazione esterna. La bozza, con questa integrazione, è stata esaminata dalla Giunta, ma l'orientamento dei gruppi è stato quello di eliminare il controllo esterno, in base al principio dell'autogiurisdizione degli organi costituzionali (la cosiddetta 'autodichia').
La Giunta ha quindi incaricato Antonio Leone (Pdl) e Gianclaudio Bressa (Pd) di redigere una nuova bozza, il cui voto è previsto il 19 settembre, mentre l'esame dell'Aula è in agenda la settimana successiva.
FINI: «GIUNTA RIPRISTINI CONTROLLO». Fini ha comunque auspicato che la certificazione dei bilanci possa essere fatta da società esterne: «Alla luce degli interventi e della proposta dei questori, la giunta per il Regolamento potrà valutare con assoluta serenità di ripristinare il testo iniziale», ha detto.
Il presidente della Camera ha spiegato che «gli interventi che si sono succeduti in Aula saranno di grande ausilio e conforto alla Giunta».
Dopo lo scandalo della Regione Lazio con al centro l'ex capogruppo Pdl Franco Fiorito e il caso Lusi- Margherita, nei palazzi romani è stata varata una 'operazione-trasparenza' sui bilanci dei gruppi parlamentari della Camera.
CONTROLLO INTERNO. Peccato che, contrariamente a quanto proposto dal presidente Gianfranco Fini, il controllo sia rimasto interno a Montecitorio, senza passare al vaglio di una società di certificazione esterna.
L'Ufficio di presidenza della Camera già in primavera aveva deciso di modificare il Regolamento di Montecitorio per garantire una maggiore trasparenza nell'uso dei fondi da parte dei gruppi parlamentari. La Giunta per il regolamento si è quindi riunita il 31 luglio per esaminare una proposta dei questori che ha ricevuto un via libera di massima dalla Giunta stessa.
VOTO IL 19 SETTEMBRE. Il presidente della Camera Fini aveva chiesto di inserire in questa bozza di Regolamento la previsione che i bilanci dei gruppi fossero controllati da una società di certificazione esterna. La bozza, con questa integrazione, è stata esaminata dalla Giunta, ma l'orientamento dei gruppi è stato quello di eliminare il controllo esterno, in base al principio dell'autogiurisdizione degli organi costituzionali (la cosiddetta 'autodichia').
La Giunta ha quindi incaricato Antonio Leone (Pdl) e Gianclaudio Bressa (Pd) di redigere una nuova bozza, il cui voto è previsto il 19 settembre, mentre l'esame dell'Aula è in agenda la settimana successiva.
FINI: «GIUNTA RIPRISTINI CONTROLLO». Fini ha comunque auspicato che la certificazione dei bilanci possa essere fatta da società esterne: «Alla luce degli interventi e della proposta dei questori, la giunta per il Regolamento potrà valutare con assoluta serenità di ripristinare il testo iniziale», ha detto.
Il presidente della Camera ha spiegato che «gli interventi che si sono succeduti in Aula saranno di grande ausilio e conforto alla Giunta».
Controllano tre
deputati di maggioranza e opposizione
Il testo
prevede che «entro 30 giorni dalla propria costituzione, ciascun gruppo approvi
uno statuto», il quale deve «indicare l'organo competente ad approvare il
rendiconto e l'organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile
del gruppo».
Si esplicita inoltre che i fondi non possono essere usati a scopi privati o estranei alle finalità parlamentari. E qui scatta il controllo sull'effettivo uso dei soldi per le sole finalità istituzionali.
Ma è previsto che il check venga effettuato dal collegio dei questori, cioé i tre deputati di maggioranza e opposizione che sono a capo dell'Amministrazione di Montecitorio, non da una società esterna.
LA PROPOSTA DI FINI. La proposta di Fini affermava, invece, che «allo scopo di garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione contabile e finanziaria, ciascun gruppo si avvale di una società di revisione legale, che verifica nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili».
Si esplicita inoltre che i fondi non possono essere usati a scopi privati o estranei alle finalità parlamentari. E qui scatta il controllo sull'effettivo uso dei soldi per le sole finalità istituzionali.
Ma è previsto che il check venga effettuato dal collegio dei questori, cioé i tre deputati di maggioranza e opposizione che sono a capo dell'Amministrazione di Montecitorio, non da una società esterna.
LA PROPOSTA DI FINI. La proposta di Fini affermava, invece, che «allo scopo di garantire la trasparenza e la correttezza nella gestione contabile e finanziaria, ciascun gruppo si avvale di una società di revisione legale, che verifica nel corso dell'esercizio la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scritture contabili».
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