uno spazio politico e organizzativo comune che ha come obiettivo la costruzione sul territorio di un’area politico riformista plurale aperta al contributo di tutte le espressioni laiche e liberali
Pensare Globale e Agire Locale
PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE
sabato 15 settembre 2012
ITALIA – La sinistra e il deserto dei tartari
C’era una volta la speranza che ci induceva a pensare
che avremmo potuto testimoniare alla nascita di una sinistra rinnovata nello
spirito e nelle ambizioni, ed unita nei programmi. Una sinistra che avrebbe valorizzato l’essenza del
socialismo, anche esso rinnovato nelle prospettive strategiche, amplificandone
i caratteri di democrazia, di solidarietà e di giustizia sociale in una società
povera ed impoverita nell’anima. C’era una volta la consapevolezza diffusa che,
senza una politica socialista, le società martoriate dalla ferocia del capitale
e del potere avrebbero subito deformazioni sociali, culturali e comportamentali
con il tempo irreversibili, le quali avrebbero reso ancor più complicato la
ripresa di un fronte di lotta autonomo ed ampio. Con il trascorrere del tempo
ci siamo resi conto della vaghezza e della aleatorietà di tali speranze ed in
un mondo che navigava, e tuttora naviga, verso i poteri forti e costituiti,
senza ostacoli, con continua perseveranza, ci rendiamo conto dello smembramento
dell’alternativa socialista e di sinistra.
La diaspora socialista è in moto da tanto tempo così
come lo è quella di sinistra e, temo, sia un processo quasi-irreversibile. Sino
ad oggi, infatti, non siamo stati capaci di riassorbire in un unico luogo i
socialisti dispersi nei mille rivoli dell’associazionismo, dei movimenti e dei
partiti. Come pensiamo di poter incanalare in un'unica progettualità le diverse
sfaccettature della sinistra? Noto tanta stanchezza e, soprattutto, troppa
pigrizia.
Per carità, c’è ancora un partito, per quanto piccolo,
che nominalmente si rifà al socialismo e che, avvolte, riceve da parte mia
qualche critica. Facendone parte, al PSI spedisco la mia visione politica sul
futuro del partito e del socialismo, la quale non sempre viene apprezzata.
Anzi, vi dirò, le mie missive mi hanno ripagato con qualche epurazione virtuale
e diverse accuse di “essere scomodo”.
Sono convinto che il socialismo italiano debba
riacquisire un propria centralità ed una propria autostima attraverso un
profondo rinnovamento etico, culturale ed umano, e questo processo di rinascita
non potrà avvenire, ahimè, all’ombra di altri soggetti, certamente più
voluminosi e tendenzialmente maggioritari. Peccato tendenzialmente mortale, per
il benessere di pochi, che coinvolge altri pezzi della sinistra italiana, come
avviluppati in una forza centripeta diretta verso forme neocentriste che
spoglia, chi vi entra, di progettualità, di onore e di speranza.
Il socialismo deve ricostruirsi intorno ad un progetto
aperto, inclusivo, altamente democratico ed etico. Tale progettualità deve
coinvolgere tutti, anche il PSI, e deve essere promotore di una ricomposizione
della diaspora socialista. Sintesi di tutti quei filoni che formano il
socialismo italiano, solo tale progettualità potrà essere il volano con cui
ripensare una sinistra in Italia.
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