Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


domenica 2 settembre 2012

ITALIA - La strage degli ‘innocenti’ (i piccoli partiti)

Le possibili ‘contromisure’ a una nuova legge elettorale che comunque appare punitiva per noi

Alberto Benzoni - L’Avanti della Domenica N.30 del 29 luglio 2012

Duemila anni fa le famiglie dei bimbi innocenti non sapevano nulla delle intenzioni di Erode. E questi furono tutti sterminati (ad eccezione di Uno…).
Oggi i piccoli partiti dovrebbero essere ampiamente informati sui progetti di legge elettorale cucinati da Pd e Pdl; e prendere perciò adeguate contromisure.
Le linee del loro possibile accordo sono infatti abbastanza chiare; nel senso della mediazione tra i loro interessi reciproci. Non importa se a danno degli altri. Così ognuno di noi può formulare alcune ipotesi di lavoro. Almeno su alcuni punti fondamentali.
Cominciamo, allora, con il premio di maggioranza: alla coalizione o al partito più forte? Qui la seconda soluzione è chiaramente nell’interesse di Berlusconi; ma non dispiace nemmeno a Bersani. Il Cavaliere sa benissimo di non essere assolutamente in grado di mettere in campo alleanze elettorali vincenti; mentre può sperare di utilizzare il premio al primo partito per invocare il “voto utile”. In quanto a Bersani, l’attuale sistema gli garantirebbe la vittoria; ma lo obbligherebbe a scegliere tra Casini e Vendola: i due non potrebbero in ogni caso far parte dello stesso cartello elettorale mentre potrebbero far parte della stessa maggioranza politica (sempre che le capacità di mediazione del Pd siano adeguate alla bisogna). Inutile aggiungere che lo stesso Pd parte oggi avvantaggiato come primo partito e che il premio sarà calibrato così da evitare che una minoranza di voti si traduca in maggioranza di seggi.
Secondo dato certo è l’introduzione di un consistente sbarramento. L’asticella non sarà posta troppo in alto, per non suscitare l’opposizione di formazioni “al margine”, come la Lega, SEL e nuovi gruppi di centro oggi in gestazione, diciamo il 4%.
Infine, scompariranno le liste bloccate: l’eliminazione dei “nominati” sarà venduta come un regalo ai cittadini, ma sarà sicuramente un regalo per Berlusconi. “Inserire” nelle liste è un conto, “eliminare”, nelle attuali circostanze, sarebbe, anche per il Nostro, una missione impossibile. Due possibile alternative: l’introduzione dei collegi. Due ipotesi con forti controindicazioni e non è affatto detto che l’una o l’altra giovino alle formazioni minori.
In sintesi, un accordo che porrà fuori dal mercato elettorale - e come concorrenti individuali e come supporto numerico di alleanze - i piccoli; partiti e gruppi presenti soprattutto nell’area di centro-sinistra. E, allora, quali le possibili contromisure?
Le elenchiamo secondo quello che, almeno secondo noi, è un criterio di opportunità crescente.
La prima è il correre da soli, bandiere al vento e orgoglio identitario. E qui vale, almeno per i socialisti il “ne bis in idem”. Perché la prima sconfitta tramortisce, ma la seconda uccide.
La seconda è l’accordo elettorale con il Pd con l’inserimento nelle liste, o nei collegi, di alcuni candidati. E qui valgono obiezioni non solo di principio, ma anche terribilmente concrete: comunque si scelgano i pochi possibili futuri parlamentare il trauma dell’operazione non potrebbe essere sopportato da piccole quanto fragili compagini politiche.
C’è poi l’alleanza degli ‘sfigati’ all’insegna del “vogliono farci fuori, aiutateci voi”. Qui abbiamo tutti “già dato” e non c’è altro da aggiungere.
Rimangono due altre ipotesi, queste degne di considerazione. Da una parte le alleanze d’area (sinistra comunista e gruppi di sinistra radicale o, sull’altro fronte, intese lib-lab, con la presenza di radicali e Verdi). Dall’altra, l’adesione a uno dei tanti nuovi progetti politici oggi in corso di gestazione.
Ora, nel primo caso, saremmo di fronte ad un’operazione concettualmente corretta, ma di antico e irrimediabile stampo politicista, per non dire autoreferenziale. Essenziale, per qualsiasi possibilità di successo, è allora la costruzione di una credibile proiezione esterna: niente sommatorie, ma un leader, un progetto comprensibile, delle prese di posizione riconoscibili. Cose che ancora non si vedono all’orizzonte.
Rimane, allora, l’adesione ad uno dei nuovi progetti politici attualmente in corso di elaborazione. Ipotesi forte, ma a una condizione. Che il progetto faccia rifcerimento, per quanto specificamente ci riguarda, e in antitesi con il centro-destra, alla cultura politica e agli ideali del socialismo italiano
Inutile aggiungere che, nei nostri due ultimi casi, il fattore tempo è essenziale.

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