Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 19 settembre 2012

ITALIA - Lasciatemi perdere

Cosa accadrà esattamente quest’anno? Quali sono esattamente i programmi che mi aspettano? Come affronterò esattamente le nuove sfide che la vita mi riserva? Non posso concentrarmi troppo sulla vita politica del paese, sulla crisi, sulla Roma di Zeman o sul premier Monti. Non me ne abbiate. Non consideratemi egoista. Ma io ho innanzitutto una vita, e solo quella da portare avanti, ed a salvare il mondo ci penserò quando non avrò più nulla da fare. Anzi quando non avrò più nulla a cui pensare probabilmente vivrò per sempre nudo, ubriaco, e contemplerò le stelle. Ma oggi, il tempo passa, ed io devo organizzarmi.

Ho un business da mandare avanti, ed in un modo o nell’altro (e qui la crisi un pò tocca anche me) devo riuscire a farlo fruttare al meglio e stringere i denti, perchè soldi che girano non è che ce ne siano troppi. Dopo di che devo riprendere la patente, quattrocento euro circa tra analisi, psichiatri, e bolli vari. Questo vuole dire che non devo toccare un goccio di alcool per un mese circa, perchè poi con la patente posso portare in giro la mia fidanzata, che è incinta, ed il motorino non lo può più prendere. Detto ciò dovrò comprarmi una macchina nuova, perchè la mia vecchia vettura è esplosa sulla A1 qualche tempo fa, ed oltre ad un futuro figlio e ad una fidanzata partoriente mi piacerebbe portare a spasso anche il mio nuovo cane.

Che ancora non ho, dato che il mio è morto di recente. Poi inutile ricordare che avrei bisogno di una casa mia, di almeno due golf e due paia di pantaloni nuovi, un nuovo paio di scarpe da ginnastica, la revisione del motorino, ed i soldi per fare un regalo a mio nipote come promesso due mesi fa. Pagare gli arretrati dell’affitto, di alcuni fornitori, far tornare verde il conto in banca. A tutto e per tutto servono soldi, e più si cresce e si matura e più bisogna inventarseli. Sì perchè io non mi sono laureato nè in neuropsichiatria nè in giurisprudenza, non lavoro in fabbrica con papi, che tanto è morto, o nello studio di zio: io me la cavo da solo e faccio assolutamente come cavolo mi pare e piace.

E quindi me ne frego dei cani torturati in Ukraina, di Nicole Minetti, dei grillini e di Belen. Non me ne abbiate. Non consideratemi superficiale se non instauro una conversazione di politica o non mi strappo i capelli pensando al rincaro della benzina, tanto la macchina non ce l’ho. E poi evitate di passarmi davanti con la vostra nuova capigliatura anni ’30, i pantaloni arrotolati sulle caviglia, non fatemi ascoltare la vostra nuova elettro pop band preferita, lasciatemi in pace, o contattatemi solo se volete darmi dei soldi. A novembre uscirà il mio nuovo libro, “Questo Natale ho vomitato”, un concentrato di fesserie che però danno senso alla mia triste esistenza, unica cosa di cui dovremmo veramente curarci.

Paco Cianci

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