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martedì 4 settembre 2012

ITALIA - Pensioni, Inps: una su due è sotto i 500 euro, 8 su 10 sotto 1.000. Più povere le donne

Quasi otto pensionati su dieci (77%) percepiscono assegni con un valore medio mensile inferiore ai 1.000 euro, uno su due addirittura sotto i 500 euro, mentre chi riceve di meno sono le donne, destinatarie di importi medi inferiori a quelli degli uomini.

E' quanto riferisce l'Inps nel rapporto annuale 2011. Considerando il complesso delle pensioni in essere (sia previdenziali che assistenziali) circa il 77% degli assegni presenta un valore medio mensile sotto i 1.000 euro (nel 2010 erano il 79%). Di questi, il 49% è al di sotto dei 500 euro (nel 2010 era il 50,8%) mentre quasi il 12% si colloca fra i 1.000 e i 1.500 euro (nel 2010 era l'11,1%). Al di sopra dei 1.500 euro è il restante 11% (di cui solo il 2,6% supera i 2.500 euro).

Differenze di genere - I pensionati Inps (13,9 milioni, 16,6 mln se si aggiungono quelli Inpdap ed Enpals) sono donne per il 59%, che percepiscono il 44% totale dei redditi pensionistici, e uomini per il 41%, cui va il 56% dei redditi pensionistici. Nel 2011 il reddito pensionistico mensile medio, cioè il reddito che deriva dalla media dei trattamenti previdenziali e assistenziali erogati sia dall'Inps che da altri enti, risulta pari a 1.131 euro (nel 2010 era di 1.084 euro). L'importo medio mensile delle pensioni previdenziali Inps (media dei trattamenti di vecchiaia/anzianità, invalidità/inabilità e ai superstiti) è invece di 859 euro. Il valore medio mensile medio della pensione risultante dalla media dei trattamenti sia previdenziali che assistenziali erogati dall'istituto è pari a 770 euro. Il valore medio mensile della pensione percepita dalle donne (569 euro) è notevolmente inferiore a quello della pensione incassata dagli uomini, che è pari a 1.047 euro.

Le ragioni delle differenze - Ciò è dovuto, spiega l'Inps, sia alla maggiore presenza femminile fra i titolari di prestazioni assistenziali (di importo più basso) che ai valori medi delle pensioni previdenziali più bassi per le donne. Le donne, infatti, sono la maggioranza fra i pensionati di vecchiaia (63%), prestazione il cui importo medio mensile è di 684 euro e che fa registrare una consistente differenza nei valori medi fra uomini (887 euro) e donne (563 euro). Di contro, gli uomini costituiscono l'81% dei pensionati di anzianità, il cui importo medio mensile è di 1.500 euro (1.582 euro per gli uomini e 1.150 per le donne). Nel 2011 i tempi di liquidazione delle domande di pensione sono ulteriormente migliorati. La percentuale di prestazioni liquidate entro 30 giorni è dell'88,6% che sale al 98,1% entro il limite dei 120 giorni, termine oltre il quale decorrono gli interessi legali.

Forte calo anzianità (-14,7%) e vecchiaia (-29,3%) - L’Istat rileva pure che nel 2011 si registra un "calo consistente" delle nuove pensioni di vecchiaia (-29,3%) e di anzianità (-14,7%). Sulla diminuzione hanno inciso soprattutto le nuove regole sulla cosiddetta “finestra mobile” (il meccanismo di differimento della decorrenza della pensione di 12 mesi per i lavoratori dipendenti una volta raggiunti i requisiti, 18 mesi per gli autonomi) e l`inasprimento dei requisiti per l`accesso alla pensione di anzianità. Il flusso delle nuove pensioni liquidate nel 2011 è di 514.338 (65% riferite al comparto del lavoro dipendente e 35% al lavoro autonomo). Nel complesso, il 53% delle nuove liquidazioni è costituito da pensioni di vecchiaia e anzianità e il 9% da trattamenti di invalidità previdenziale. Il restante 38% si compone di pensioni ai superstiti. La distribuzione per sesso mostra una prevalenza di pensioni maschili di anzianità e di invalidità previdenziale (rispettivamente 78% e 69%), mentre le nuove pensioni di vecchiaia e ai superstiti presentano una concentrazione femminile (65% e 81%).

Crisi: nel 2011 oltre 1,4 milioni di lavoratori in Cig - Dal rapporto Inps emerge inoltre che sono oltre 1,4 milioni i lavoratori che, nel 2011, sono stati in cassa integrazione. Il flusso annuo dei lavoratori interessati dalla Cig, al netto delle duplicazioni dovute alla doppia fruizione nel corso dell`anno sia della cig ordinaria sia di quella straordinaria da parte dello stesso lavoratore, è stato, infatti, di 1.407 mila lavoratori, contro 1.521 mila soggetti nel 2010, 1.669 mila lavoratori nel 2009 e 767 mila nel 2008. E' quanto emerge dal relativo al 2011.

Ore autorizzate in calo del 18,8% - Il totale complessivo delle ore autorizzate per la Cassa integrazione guadagni è stato di 973.164.427 ore, in diminuzione rispetto alle ore autorizzate l`anno precedente del 18,8%. Il 23,6% di tali ore è stato richiesto per prestazioni ordinarie (229,4 mln di ore), il 43,5% per prestazioni straordinarie al netto della deroga (oltre 423 mln di ore) ed il 32,9% per prestazioni straordinarie in deroga (oltre 319 mln di ore). Rispetto al 2010, emerge una flessione in tutte e tre le prestazioni. In particolare, del 32,86% per quanto riguarda la Cig ordinaria, di oltre il 12% della Cig straordinaria e di oltre il 13% quella in deroga. Per quanto riguarda le ore utilizzate, il totale nel 2011 (531.887.277 ore) è stato inferiore alle ore utilizzate nel 2010 (571.736.842 ore). Nel 2011, l`andamento mensile delle ore di Cassa integrazione guadagni autorizzate - si legge nel rapporto dell'Inps - si è rivelato piuttosto altalenante, con valori più contenuti nel secondo semestre dell`anno rispetto a quelli registrati nel primo semestre.

Edilizia settore più colpito - Ad un generale miglioramento nel settore dell`industria e artigianato è corrisposto un peggioramento nei settori dell`edilizia e del commercio. Le ore autorizzate per questi ultimi settori sono infatti aumentate sia per la cassa integrazione straordinaria (+97,4% e +33,6%) sia per quella in deroga, rispettivamente del 72,5% e del 7,5%. La ripartizione delle ore di Cig autorizzate per area geografica ha riguardato le regioni dell`Italia settentrionale per 581,3 milioni di ore, pari al 59,7% del totale nazionale, quelle dell`Italia centrale con 163,3 milioni di ore (16,8% del totale Italia) e le regioni dell`Italia meridionale e insulare con 228,4 milioni di ore, corrispondente al 23,5% del totale autorizzato.

Avanzo di 831 milioni, patrimonio netto 40,1 mld- Il bilancio 2011 dell'Inps chiude con un avanzo finanziario di competenza di 831 milioni di euro, per effetto della differenza fra i 287,582 miliardi delle entrate e i 286,751 miliardi delle uscite. Il flusso finanziario complessivo annuo (entrate e uscite), riferito alla sola gestione Inps, risulta pari a 574 miliardi di euro (750 miliardi se si considerano anche Inpdap ed Enpals). Il patrimonio netto è pari a 40,1 miliardi (nel 2010 era di 43,558 miliardi). Il rapporto sottolinea che la gestione finanziaria ed economica, nonché la situazione patrimoniale, risultano "fortemente influenzate" dagli effetti dell'incorporazione di Inpdap ed Enpals. Le entrate contributive, riferisce il rapporto dell'Inps, sono aumentate nel 2011 complessivamente del 2,3% (considerando le sole entrate contributive provenienti dalle imprese l'incremento è del 4%), arrivando a 151,067 miliardi di euro. Le uscite per prestazioni istituzionali ammontano a 219,944 miliardi di cui 181,560 mld per prestazioni pensionistiche e 38,384 mld per prestazioni economiche aventi carattere temporaneo.

Con accorpamento Inpdap-Enpals 170 mln risparmi in tre anni - Con l`accorpamento dell`Inpdap e dell`Enpals nell`Inps lo Stato risparmierà 170 milioni di euro in tre anni: 20 milioni nel 2012, 50 milioni nel 2013 e 100 milioni a decorrere dal 2014. E' quanto rileva il rapporto annuale dell'Inps. Questi risparmi dovranno essere versati al bilancio dello Stato e devoluti all`ammortamento dei titoli di debito nazionale contribuendo alla riduzione del deficit pubblico. L`accorpamento degli enti di previdenza comporterà anche alcune modifiche nell`assetto territoriale dell`Inps, nella dotazione organica del personale, nel tipo di servizi resi alla collettività e nelle risorse finanziarie gestite. L`Inps aggiunge, nel 2012, ai suoi attuali addetti altri 7mila dipendenti dell`Inpdap e circa 350 dall`Enpals per un totale di circa 34mila dipendenti. L`istituto, inoltre, assorbe circa 2,8 milioni di pensioni Inpdap e oltre 60mila trattamenti già erogati dall`Enpals. Con questa operazione il flusso finanziario previsto è di oltre 750 miliardi di euro.

Nel 2011 la spesa cresce del 2,4% a 195 miliardi - L`Inps eroga ogni mese circa 18,4 milioni di pensioni, sia di natura previdenziale che assistenziale, a più di 13,9 milioni di cittadini (16,6 milioni se si aggiungono i pensionati Inpdap ed Enpals) per una spesa complessiva pari nel 2011 a 195,8 miliardi di euro, in aumento del 2,4% rispetto al 2010 (+4,6 miliardi). E' quanto rileva il rapporto annuale dell'istituto, sottolineando che la crescita è imputabile all`incremento dell`importo medio delle prestazioni erogate (+4,5%), dal momento che il numero dei trattamenti pensionistici è rimasto più o meno stabile (+0,2%).

Incidenza sul Pil dell'11,5% sostanzialmente immutata - Al netto delle indennità di accompagnamento agli invalidi civili ed altre prestazioni minori, la spesa pensionistica ammonta a 181,560 miliardi. L'incidenza sul Pil della spesa pensionistica è dell'11,5% restando "sostanzialmente immutata" rispetto agli scorsi anni. Nel 2011 risultano iscritti all'Inps quasi 20 milioni di lavoratori pari all'86,9% del totale degli occupati, che diventano 23,8 milioni se si considerano gli iscritti a Inpdap ed Enpals. Il numero delle pensioni Inps al 31 dicembre 2011, escluse le pensioni di invalidità civile, è di 15 milioni 629.790 in leggero calo rispetto al 2010, quando superavano i 16 milioni. Oltre l`87% della spesa totale è a carico delle gestioni previdenziali e ammonta a 170,5 miliardi di euro con un crescita del 2,8% sul 2010 (+4,7 miliardi). La rimanente quota di spesa sostenuta per l`erogazione di pensioni assistenziali e per invalidità civile sfiora nel complesso i 25,3 miliardi e fa registrare un lieve decremento rispetto all`anno precedente (-0,3% pari a -75 milioni di euro).

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