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sabato 29 settembre 2012

ITALIA - Piemonte, l'M5s attacca Cota

Il consigliere grillino Davide Bono contro il presidente della Regione: «Introdusse lui l'autocertificazione dei rimborsi 11 anni fa. Ora spieghi perché».

di Silvia Caprioglio

Venerdì, 28 Settembre 2012 - La reazione è unanime, e scontata: «Non abbiamo nulla da nascondere». A poche ore dal blitz della Guardia di finanza di Torino il 28 settembre negli uffici dei gruppi politici del Consiglio regionale piemontese, dopo che la procura torinese ha aperto un'indagine per accertare eventuali casi di malversazione, tutti i partiti si dicono certi della propria innocenza e disposti a collaborare con la magistratura. Nel mirino delle Fiamme gialle, i bilanci dei gruppi e le rendicontazioni delle spese dei consiglieri, in particolare le autocertificazioni di missioni e trasferte.  
A innescare la miccia, dopo lo scandalo della Regione Lazio, una dichiarazione del deputato Pdl Roberto Rosso alla trasmissione Iceberg di Telelombardia, durante la quale il parlamentare piemontese ha parlato di un consigliere che si sarebbe fatto rimborsare, spacciandola per impegno istituzionale, una settimana bianca a Sestriere. I riferimenti sembravano portare a Luca Pedrale, presidente degli azzurri in Consiglio regionale, che ha minacciato querela, inducendo Rosso a smentire il suo coinvolgimento, e si è detto non sorpreso per l'arrivo della Finanza.
RESCHIGNA (PD): «SOLO RIMBORSI DOCUMENTATI». Stessa reazione da parte del Partito democratico: «Questa visita non mi stupisce», commenta il capogruppo Aldo Reschigna, «e per certi aspetti auspicavo i controlli; se in un momento storico di sfiducia come questo avessi dichiarato che era tutto a posto, magari non sarei stato creduto. I controlli esterni confermeranno che abbiamo agito secondo le regole». Reschigna sostiene di non avere dubbi nemmeno per il passato, ma per quel che riguarda l'attuale legislatura si dice certo della correttezza del proprio operato: «Da quando sono capogruppo, dalle elezioni di maggio 2010, in accordo con tutti i consiglieri, i rimborsi sono erogati solo a fronte della di presentazione di documenti giustificativi».
Massima disponibilità a collaborare con la magistratura, quindi, o almeno è quanto tutti vogliono far vedere. In casa leghista ci si dice «assolutamente tranquilli che qui si non troverà nulla. Questa giunta è capofila nella riduzione dei costi della politica, già in tempi non sospetti».
L'M5S ATTACCA COTA. Di diverso avviso è invece il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Bono, che sferza un duro attacco alla volta del presidente Cota. «L'autocertificazione è stata introdotta nel 2001 dall'allora presidente del Consiglio regionale Roberto Cota e votata da tutto l'emiciclo», spiega Bono, «il governatore dovrebbe essere chiamato a rispondere del perché 11 anni fa ha fatto questa scelta e perché in questo mandato non vi ha posto rimedio. Così come dovrebbe rispondere l'ex presidente Mercedes Bresso del perché non abbia fatto nulla neanche lei».
NECESSARI RISCONTRI OGGETTIVI. Il capogruppo grillino ha depositato un esposto-notizia di reato in procura per chiedere indagini sulle spese consiliari e getta l'affondo sulle misure pro-trasparenza e contro gli sprechi. «Se non si richiedono ai consiglieri date e riscontri oggettivi, i dati pubblicati dal Consiglio regionale delle missioni sul territorio non servono a granché. E anche ridurre le spese dei gruppi, in sé, non impedisce malversazioni, se non si obbliga a giustificare sempre luoghi e date. Credo che in alcuni gruppi si troverà di tutto e di più».
Intanto, il 2 ottobre in Consiglio regionale arriverà la proposta di legge per ridurre i costi della politica, con l’abolizione delle famigerate autocertificazioni e dei viaggi in ambito Ue, la riduzione di quelli nazionali e la certificazione dei bilanci dei gruppi.

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