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sabato 22 settembre 2012

LIBIA - Bengasi, manifestanti bruciano sede dei salafiti

I dimostranti accusano le milizie: quattro morti e 40 feriti

Sabato, 22 Settembre 2012 - È caos a Bengasi per gli scontri fra cittadini armati, milizie salafite anti-governo e milizie filo-governative.
Venerdì 21 settembre sera migliaia di persone hanno manifestato, con il sostegno delle autorità, contro le brigate dei fondamentalisti e hanno cacciato i salafiti di Ansar al-Sharia dalla loro caserma in centro.
Poi però i manifestanti hanno dato l'assalto alle caserme di altri gruppi islamici fedeli al governo.
Nell'attacco a una di queste ci sono stati quattro morti e 40 feriti.
OMAGGIO ALL'AMBASCIATORE USA MORTO. Gli scontri sono cominciati al termine di una manifestazione che ha riunito 30 mila persone per protestare contro le milizie armate e rendere omaggio all'ambasciatore americano Chris Stevens, rimasto ucciso nell’attacco dell’11 settembre insieme con un altro funzionario Usa, due marines e alcuni libici.

Caserma saccheggiata e bruciata


Centinaia di manifestanti hanno prima sloggiato i salafiti da un edificio della sicurezza che avevano occupato.
Poi hanno dato l'assalto in centro al quartier generale della milizia islamica di Ansar al-Sharia, sospettata di essere dietro l'attentato al consolato.
I militanti salafiti hanno sparato in aria, poi sono fuggiti.
Al grido di «il sangue dei martiri non può essere versato invano», i manifestanti sono entrati nella caserma occupata negli ultimi mesi dagli islamici, che è stata saccheggiata e bruciata.
Non ci sono stati scontri diretti né feriti.
L'attacco alla sede dei salafiti è stato coordinato da polizia e truppe governative.
DURA BATTAGLIA. La situazione però è sfuggita di mano. I manifestanti armati si sono diretti verso le caserme di altre milizie islamiche, queste però fedeli al governo. La folla inferocita non ha fatto differenza.
La 'Brigata 17 febbraio' e la milizia 'Scudo della Libia' sono state cacciate dalle loro sedi senza tanti problemi. Quando però i manifestanti sono arrivati alla caserma di Raf Allah al-Sahati, a 15 chilometri dal centro, si sono trovati di fronte una furiosa resistenza.
La battaglia è andata avanti per due ore, finché gli islamici si sono ritirati. Sul campo sono rimasti quattro morti e una quarantina di feriti. La caserma è poi stata saccheggiata di armi e munizioni.
Le autorità locali hanno subito messo in guardia contro il 'caos' e hanno chiesto ai manifestanti di distinguere fra le milizie 'illegittime' e quelle sotto l'autorità dello stato.

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