29 agosto 2012 PUBLICO Madrid
In questi ultimi giorni Juan Manuel
Sánchez Gordillo ha fatto notizia in prima pagina su tutti i giornali per aver
condotto una “espropriazione forzata” di alcuni prodotti alimentari –
distribuiti poi ai più bisognosi – in parecchi supermercati, affiancato dai
suoi amici del Sindacato andaluso dei lavoratori (Sat). Ciò dimostra che
quest’uomo è un dirigente assai singolare nel contesto della classe politica
spagnola.
Sánchez Gordillo è un dirigente
storico del Sindacato dei lavoratori agricoli (Soc), nucleo portante
dell’attuale Sat. Inoltre, dal 1979, è sindaco di Marinaleda, una piccola
località di circa tremila abitanti nella regione di Siviglia. Là, grazie alla partecipazione
e al sostegno di tutti gli abitanti, ha dato il via a un’esperienza politica ed
economica originale, che ha fatto di questa cittadina una sorta di isola
socialista nella campagna andalusa.
Con la crisi economica, Marinaleda
ha avuto l’occasione di verificare se la sua utopia realizzata in 25 chilometri
quadrati potesse essere una soluzione praticabile nei confronti del mercato. Il
suo tasso di disoccupazione attuale è dello zero per cento. Una buona parte dei
suoi abitanti è occupata nella Cooperativa Humar-Marinaleda, creata dai lavoratori agricoli
stessi dopo anni di battaglie.
A lungo, infatti, gli agricoltori
hanno occupato le tenute Humoso, appartenenti a un aristocratico, e ogni volta
sono stati puntualmente dispersi dalla Guardia Civil, la polizia spagnola. “La
terra è di chi la lavora”, era il loro motto. Nel 1992 sono riusciti a vincere
la loro battaglia e sono diventati a tutti gli effetti proprietari della
tenuta.
Nelle loro terre gli abitanti di
Marinaleda coltivano fave, carciofi, peperoni e olio extra vergine d’oliva.
Sono sempre loro, i coltivatori, a occuparsi di controllare tutte le fasi della
produzione, visto che la terra appartiene “a tutta la collettività”. L’azienda
agricola annovera un’industria conserviera, un frantoio, alcune serre,
attrezzature per l’allevamento del bestiame e un deposito.
A prescindere dalla loro
occupazione, tutti i lavoratori ricevono uno stesso salario, corrispondente a
47 euro per ogni giornata di lavoro e per sei giorni la settimana, ovvero 1.128
euro al mese per 35 ore lavorative (contro un salario minimo fissato a 641
euro).
In piena stagione, la cooperativa dà
lavoro a circa 400 persone, in bassa stagione a un centinaio. Ogni posto di
lavoro, però, non è attribuito secondo una logica consueta a questo o a quello,
bensì viene offerto a rotazione, per garantire un introito a tutti. “Lavorare
meno per lavorare tutti”, questo è il principio messo in pratica. Del resto,
alcune persone lavorano in piccoli appezzamenti di terreno dei quali sono
proprietari. Il resto dell’attività economica dipende dai negozi, dai servizi
di base e dalle attività sportive. In pratica, tutti gli abitanti del paese
guadagnano quanto chi lavora nella cooperativa.
In un’intervista rilasciata il mese scorso a Público, Gordillo stesso
ha spiegato le ripercussioni della crisi a Marinaleda: “In linea generale la
crisi si è sentita meno nel settore agroalimentare. Chi aveva abbandonato le
campagne per andare a lavorare nel settore dell’edilizia è ritornato e si è
messo in cerca di lavoro. Di conseguenza, occorreva non soltanto mantenere i posti
di lavoro e l’occupazione esistenti, ma aumentarli, tenendo ben presente che
l’agricoltura bio crea più posti di lavoro dell’agricoltura tradizionale”.
Negli ultimi decenni, in una Spagna
in preda al “boom immobiliare”, la speculazione aveva messo le mani sul settore
dell’edilizia. Marinaleda ha deciso di andare ostinatamente contro corrente.
Qui è possibile prendere in affitto un’abitazione in buono stato, di 90 metri
quadrati e con balcone per 15 euro al mese. L’unica condizione è che ognuno
deve partecipare alla costruzione del proprio alloggio, seguendo la filosofia
orizzontale che regola tutte le attività di Marinaleda.
Il comune è entrato in possesso di
alcuni terreni lottizzati alternando acquisti ed espropri. Così adesso è in
grado di offrire i terreni e di fornire il materiale necessario a procedere
alla costruzione degli immobili. La costruzione è affidata ai locatari stessi,
a meno che questi ultimi non paghino di tasca propria qualcuno che svolga il
lavoro al loro posto. Del resto, il sindaco ha alle proprie dipendenze alcuni
muratori professionisti, che fungono da consulenti per i cittadini e realizzano
i lavori più complessi. Infine, i futuri affittuari non sanno a priori quale
sarà l’appartamento che sarà affittato loro e ciò favorisce l’aiuto reciproco.
Ripartizione
dei compiti
“Quando si lavora per costruire una
casa, si riceve un salario di 800 euro al mese”, osserva Juan José Sancho, un
abitante di Marinaelda. “La metà di questo salario serve a pagare l’affitto”.
Dall’alto dei suoi 21 anni questo giovane appartiene al “gruppo d’azione” del
comune, che ha come compito, tramite l’assemblea, l’amministrazione degli
affari correnti. Secondo lui, questo “provvedimento è stato preso affinché non
si facciano più speculazioni in campo immobiliare”.
In altri tempi la maggior parte dei
contadini sapeva appena scrivere. Oggi gli agricoltori hanno a loro
disposizione una scuola materna, una scuola elementare e media, un liceo che
arriva alle prime due classi. La mensa costa soltanto 15 euro al mese. Tuttavia,
secondo l’opinione di Sancho, “il tasso di abbandono scolastico è un po’ alto.
Qui gli abitanti hanno alloggio e lavoro garantiti, al punto che molti non
capiscono quale sia l’interesse di studiare. Si tratta di uno dei punti sui
quali dobbiamo migliorare”.
A Marinaleda la polizia non c’è e
tutte le decisioni politiche sono prese da un’assemblea alla quale sono
chiamati a partecipare tutti gli abitanti. Quanto al “gruppo d’azione”, si
occupa di “tutte le questioni urgenti, giorno dopo giorno” spiega Sancho. “Non
si tratta di un gruppo di eletti, ma di persone che decidono insieme come
ripartirsi i compiti che occorre svolgere nell’interesse di tutto il paese”.
Per quanto riguarda infine le
imposte, “sono molto basse, le più basse di tutta la regione”, secondo quanto
afferma Sancho. I bilanci sono decisi in occasione delle riunioni plenarie
dell’assemblea, nel corso delle quali sono approvate anche le varie cariche. In
seguito, si prende in considerazione un quartiere dopo l’altro, perché ciascuno
di essi ha una propria assemblea di cittadini. Ed è su questa scala che si
decide in che cosa andrà investito ogni euro assegnato a ciascuna carica, come
deciso dal comune.
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