“A partire dal primo
settembre almeno 150mila stranieri non comunitari che si trovano in Spagna
senza i documenti in regola subiranno forti limitazioni nell’accesso al sistema
sanitario pubblico”, spiega El País a pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto sulle
“misure urgenti per garantire la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale”.
L’assistenza medica per gli immigrati irregolari sarà dunque “limitata alle
urgenze, alle donne in gravidanza e ai minori”, precisa il giornale.
Le misure, che fanno
parte del piano di austerità proposto dal governo, dovrebbero secondo
quest’ultimo far risparmiare 500 milioni di euro all’anno. Ma, come fa notare
El País,
secondo calcoli più
realistici, il risparmio non supererà la metà di questa cifra – ossia più o
meno l’equivalente dei mancati introiti causati dalla carente fatturazione dei
servizi sanitari offerti in Spagna ai cittadini degli altri paesi membri
dell’Unione Europea.
D’altro canto,
sottolinea il quotidiano madrileno, “questa decisione metterà in discussione il
diritto alla salute sancito dalla Costituzione spagnola”. Inoltre,
queste misure
demoliscono non soltanto l’universalità del sistema sanitario pubblico, ma
anche la sua gratuità. Questa fetta di popolazione non avrà accesso a
un’assistenza sanitaria pubblica completa se non avrà prima sottoscritto una
sorta di assicurazione (convenzioni speciali con le autorità sanitarie) del
costo di 60 euro mensili per le persone tra i 17 e il 65 anni e di quasi 155
euro per gli ultra 65enni. […] La vera assurdità, che rasenta l’indecenza e
mostra in modo incredibile fino a che punto chi ci governa sia sconnesso dalla
realtà sociale, è chiedere anche a chi è disoccupato somme largamente al di
sopra delle sue possibilità. Quattro comunità autonome (Andalusia, Canarie,
Paesi Baschi e Asturie) hanno contestato questo provvedimento, considerato una minaccia
all’equità e alla coesione sociale.
“Il sistema sanitario
nazionale spagnolo è tra quelli che offrono i migliori servizi, e questo è
riconosciuto anche all’estero”, argomenta dal
canto suo La Razón. Tuttavia, si legge ancora,
il suo mantenimento è
costoso e il minimo squilibrio può metterlo in pericolo. Abusi quali le
attenzioni verso gli immigrati clandestini che, in quanto tali, non
contribuiscono al suo finanziamento, sono tra i fattori di squilibrio ai quali
occorre porre un rimedio. In verità tutti gli stati europei tranne la Spagna
prevedono forme di limitazione nell’accesso al sistema sanitario pubblico per
gli immigrati irregolari. In alcuni casi, come in Svezia o in Austria,
l’accesso viene completamente negato. L’obiettivo di questa forma di
regolamentazione è duplice: limitare i costi della sanità pubblica, ogni giorno
più alti, e, cosa ancora più importante, scoraggiare l’immigrazione clandestina
con le sue implicazioni relative allo sfruttamento lavorativo e alle frodi allo
stato sociale. Il governo spagnolo non farà dunque niente di diverso rispetto a
quanto già fatto dai paesi vicini.
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