Gabriel
Giurgiu 10 settembre 2012 DILEMA VECHE Bucarest
Quando mi ritrovo a
corto di argomenti europei, vado a cercare su un ramo del rigoglioso albero del
sito dell’Unione europea. Ed è qui che ho trovato un'ottima fonte per articoli:
la sezione "La vostra voce in Europa".
In questo momento per
esempio si trovano 36 argomenti che attendono le nostre opinioni, quelle dei
circa 500 milioni di cittadini degli stati membri. C'è di tutto per tutti, dal
regime per la frutta e verdura di origine comunitaria, passando per il dilemma
sul mangiare animali clonati, fino al futuro delle relazioni economiche con gli
Stati Uniti; oppure delle questioni di interesse più generale, come i pedaggi
delle autostrade.
Questo ramo del sito
è relativamente giovane: è spuntato qualche anno fa in seguito al grande rumore
sul deficit democratico e la mancanza di consultazione pubblica e di
partecipazione diretta nel complicato processo decisionale di Bruxelles.
Ma l'iniziativa non
deve essere presa sottogamba. Molte delle proposte citate hanno un'influenza
finanziaria diretta su alcune industrie o settori economici. Si può
ragionevolmente pensare che i romeni interessati alla proposta di
regolamentazione dei fondi speculativi saranno meno numerosi di quelli che
hanno (o che dovrebbero avere) un'opinione sui cambiamenti delle politiche
comunitarie riguardanti la produzione di frutta e verdura. A questo proposito
raccomando una lettura del sito (anche se rapida). Sono sicuro che troverete
almeno un argomento su cui si avete voglia di dare un parere.
Uno dei temi che mi
interessa di più è il futuro della cittadinanza europa. Vado di link in link
fino a quello che riguarda l'argomento. Leggo una breve descrizione, poi clicco
su un video su Youtube. Una signora comincia a parlare ma non so chi sia,
perché non è scritto da nessuna parte. Dovrebbe essere Viviane Reding, il
commissario per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza, perché
la cittadinanza europea è di sua competenza. Controllo: bionda, con gli
occhiali, è proprio lei. Reding dice che 20 anni fa a Maastricht è stata
introdotta la nozione di "cittadinanza europea".
Il cittadino europeo
ha alcuni diritti, non molti in realtà. Ha il diritto di stabilirsi in
qualunque stato membro, di fare ricorso a uno qualunque dei servizi consolari
dei 27 stati membri quando si trova in un paese fuori dall'Ue, di eleggere o di
essere eletto al Parlamento europeo e di lanciare una petizione a questo
parlamento. E questo è tutto.
Come presenta la
Commissione l'argomento sul quale chiede di esprimersi, cioè il futuro
dell'Unione? In modo semplice, comprensibile a tutti, e con degli esempi tratti
dalla vita quotidiana: acquisti online, trasloco da un paese a un altro e
immatricolazione della propria macchina in un altro stato membro. Finora siamo
in una prospettiva di "piccoli problemi che portano a grandi
politiche". Poi arriva la domanda finale, il nucleo centrale della
questione: "In quale Unione vorreste vivere nel 2020?"
Oggi, nel 2012, i
cittadini europei tedeschi e danesi non vogliono (più) aiutare il cittadino
greco. Vogliono aiutare quello italiano? Forse. Il cittadino europeo francese
vorrebbe che esistessero degli eurobond per aiutare, se necessario, il
cittadino europeo spagnolo. Ma il cittadino europeo britannico non ne vuole
sentir parlare. Il cittadino europeo olandese venderebbe volentieri fiori,
bulbi e attrezzi di giardinaggio in un mercato più libero, ma al tempo stesso
non vorrebbe vedere i cittadini bulgari e romeni andare liberamente in giro per
lo spazio Schengen.
Da diversi anni, di
fatto dall'inizio della crisi, tutte le riunioni del Consiglio dei 27 cittadini
europei – cioè i capi di stato e di governo – non sono riuscite a trovare una
soluzione e si è solo promesso di rinviare a più tardi gli impegni presi.
Di conseguenza la mia
unica risposta alla domanda-promessa della signora Reding sarebbe questa:
"Cosa vorrei per il 2020? La salute, perché quando c'è la salute c'è
tutto". (Traduzione di Andrea
De Ritis)
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