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domenica 16 settembre 2012

USA - I lavoratori del film su Maometto sono stati ingannati

Si chiama Nakoula Basseley Nakoula e non Sam Bacile, il produttore del video su Maometto che ha provocato proteste tra i musulmani dal Mediterraneo al Sud-Est asiatico.

Il film sarebbe stato co-prodotto dall'uomo, un copto egiziano, di 55 anni, residente a Cerritos, vicino a Los Angeles, e sarebbe stato girato da un regista di film porno.

Nakoula Basseley Nakoula non è sconosciuto alle forze dell'ordine: nel 2009 era stato condannato per frode a una banca, nel 1997 era stato condannato a un anno di prigione dopo essere stato ritenuto colpevole per possesso e produzione di metanfetamina.

Sabato è stato sentito dalla polizia federale, dopo che aveva segnalato di essere stato infastidito e aveva chiesto la protezione della polizia.

Nakoula, presentandosi ancora con lo pseudonimo di Sam Bacile, aveva detto al quotidiano The Wall Street Journal di avere doppia cittadinanza, israeliana e americana e di aver ricevuto donazioni dagli ebrei per girare il suo film, "The Innocence of the Muslims", che dura circa due ore, tutte notizie rivelatesi fasulle ed infondate.

Un video promozionale del film è disponibile su YouTube dal mese di luglio e presenta l'Islam come una religione fraudolenta, mentre Maometto, il profeta musulmano, autore del Corano, è rappresentato come un donnaiolo, un omosessuale, un pedofilo e un assassino.

Il Ministero degli esteri israeliano ha detto ieri, comunque, che Israele non ha nulla a che fare con il controverso film.

Il film è stato diretto da Alan Roberts, 65 anni, autore di film pornografici, ed ha coinvolto 80 persone, che hanno lavorato come attori o dietro le quinte.

Questi ultimi con un comunicato ieri hanno dichiarato di essere stati "gravemente ingannati" perché la sceneggiatura originale del film non era quella che poi è scaturita.

"Tutto il cast e la troupe di ripresa è estremamente sconvolta", dice una dichiarazione inviata ai media da questi lavoratori, che aggiunge: "Siamo profondamente addolorati per le tragedie che si sono verificate".

Intervistato dalla radio americana Radio Sawa, anche Nakoula si è detto "addolorato" per la morte del diplomatico Stevens, ma non si è detto rammaricato per il film.

Resta da capire perché il video che è stato su internet per mesi senza essere stato molto visto, improvvisamente abbia infiammato i musulmani, come ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Victoria Nuland.
 
Resta a da capire come le autorità americane permettano a due imbecilli di produrre materiali che possono offendere le sensibilità religiose di persone troppo sensibili e ad un altro imbecille di provocare bruciando pubblicamente edizioni del Corano.
 
La CIA, l'FBI, l'NCIS, il CIS, le mille benedette agenzie che hanno non sono sufficienti per sapere le conseguenze di questi fatti e individuare, fermare, catechizzare tre imbecilli che provocano incidenti e morti non solo a casa loro? O forse li vogliono questi incidenti e danni collaterali, non a casa loro?

Lo scoppio della violenza anti-americana in Medio Oriente, in Nord Africa e nel Sud-Est asiatico ha portato all'uccisione di circa 15 persone, tra cui l'ambasciatore americano in Libia Chris Stevens, morto in un attacco effettuato contro il consolato americano a Bengasi.

Dagli Usa anche Hillary Clinton ha preso le distanze dal film, definendolo blasfemo e disgustoso, sempre in ritardo però.
 

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