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domenica 7 ottobre 2012

CITTA’ Del VATICANO - Le quote rosa di papa Ratzinger

Ildegarda di Bingen diventa oggi Dottore della Chiesa dopo quasi mille anni. Il modello femminile cattolico resta la donna medioevale

Oggi si apre la XIII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi con la proclamazione a Dottore della Chiesa di Ildegarda di Bingen, assieme a San Giovanni D'Avila. I Dottori della Chiesa attualmente sono 33, di cui solo 3 donne, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa D'Avila (1970 con Paolo VI) e Santa Teresa di Lisieux (1997 con Giovanni Paolo II). Ildegarda a fatica si aggiunge all'esiguo numero di donne e solo perché papa Ratzinger tiene molto a lei. A maggio di quest'anno l'ha resa santa mediante la canonizzazione equipollente, cioè una misura straordinaria che rende santo chi lo è considerato di fatto ma non ufficialmente. La figura di Ildegarda è stata controversa, da alcuni venerata, da altri contrastata, ma oggi è solo ampiamente lodata dalla Chiesa.
Nel 2010 Benedetto XVI più volte ha dedicato catechesi a questa donna, facendo luce sulla sensibilità e sulla grandezza del sapere teologico. Se da un lato è un fatto positivo che una donna sia insignita di una nomina prestigiosa nel mondo cattolico, d'altro canto appare un po' strategica e poco coerente questa proclamazione.

I pochi che la conoscono sanno che ha composto bellissima musica sacra per donne - cosa rara nella musica sacra medioevale che era appannaggio esclusivo maschile - oppure sanno che ha scritto parole infuocate all'amico Federico Barbarossa quando egli propose due antipapi. Del resto si ha poca memoria e ciò appare alquanto strano, vista la sua importanza. Oltre a numerosi libri teologici, Ildegarda ha scritto di cosmologia, scienze naturali (molto di ciò che sappiamo oggi è dovuto a lei), poesia e drammaturgia. Nei suoi 81 anni di vita ha fondato un suo monastero, ha predicato alle genti, ha praticato esorcismi. Leggendo la sua biografia e i suoi testi, ci si accorge che era tutt'altro che una figura femminile sensibile e delicata, come ci racconta ad esempio papa Benedetto. E' stata molto più che la solita donna accogliente, era amica influente di politici, mistici, papi, alti prelati e famiglie aristocratiche. Era una donna di potere, carismatica e forte. In alcuni casi era rivoluzionaria, in altri decisamente no. Ad esempio era tra gli strenui difensori della ricchezza della Chiesa e si batteva perché solo ragazze di famiglie aristocratiche fossero ammesse in convento. Erano queste infatti che aiutarono materialmente la fondazione del suo convento di Bingen.

Un aspetto importante che viene fortemente messo in risalto sono le visioni. Gli scritti teologici di Ildegarda sono frutto dell'interpretazioni di visioni mistiche, caratteristica che ricorre frequentemente nelle sante. Quello che non ci raccontano è che i genitori di Ildegarda furono turbati quando lei ebbe visioni da bambina e la misero in convento molto presto solo per questo motivo. Non è difficile immaginare che sarebbe finita al rogo come una strega se queste capacità (o presunte tali) non fossero state orientate nella fede. Invece diventò badessa.

Papa Benedetto di lei ha detto che è una figura «di rilevante importanza ed attualità», ma di quale attualità parla? Che sia stata straordinaria non vi è dubbio, ma il messaggio che arriva conoscendola a fondo è che in realtà Ildegarda non è stata tutto quello che avrebbe potuto e voluto essere; che ci sono voluti mille anni per riconoscere ufficialmente il suo valore; che nella Chiesa sono stati fatti pochissimi passi riguardo alla parità delle donne; che se lei nel Medioevo predicava fuori dal convento oggi le donne non predicano in chiesa.
Ildegarda è stata una donna che si è saputa smarcare in un mondo di uomini, facendo anche finta di non avere cultura per non turbare gli equilibri. Una persona intelligente e astuta che ha fatto ciò che ha potuto nel suo tempo, ma non è questo ciò che una donna moderna vorrebbe essere.

Il contesto in cui accade, più che le parole che la accompagnano, fanno apparire questa proclamazione strumentale e incoerente, una sorta di quota rosa che offende tutte le donne che dalla Chiesa aspettano ancora il riscatto culturale e sociale che proprio Ildegarda di Bingen aveva provato a dare.

Sara De Santis

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