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martedì 16 ottobre 2012

CUBA - Svolta storica, uscita 'libre'

Non bisogna più chiedere un permesso per lasciare l'isola.

Martedì, 16 Ottobre 2012 - Il governo cubano ha annunciato martedì 16 ottobre l'eliminazione dei permessi di uscita e la richiesta delle lettere di invito.
La nuova legge è pronta a entrare in vigore il 14 gennaio, 90 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale che ha la data del 16 ottobre. Dopo mezzo secolo i cubani non dovranno quindi più chiedere un permesso per lasciare l'isola, basterà il solo passaporto.
GLI USA FURONO I COLPEVOLI. La riforma del sistema di emigrazione cubano era stata annunciata lo scorso aprile dal presidente del parlamento, Ricardo Alarcon, che aveva assicurato: «Sarà radicale e profonda e la metteremo in atto nei prossimi mesi»; il presidente aveva sottolinato, così come fece Raul Castro nel 2011, che i colpevoli delle restrizioni imposte dalla vecchia legge «sono gli Usa che, fin dal 1959; utilizzano la questione migratoria per destabilizzarci».
RIENTRO ESTESO A DUE ANNI. Fino ad oggi, per uscire dal Paese i cubani avevano bisogno di un permesso speciale delle autorità, che poteva essere negato anche senza motivazioni, e una lettera di invito da un cittadino del Paese straniero in cui si voleva andare.
In genere, il permesso era negato ai cittadini meno abbienti, soprattutto alla luce dei 150 dollari necessari per il visto di uscita.
Una volta ottenuta l'autorizzazione si doveva rientrare a Cuba, pena la perdita dei beni sull'isola, entro 11 mesi. Ora il termine è stato esteso a due anni.
ESCLUSI DAL BENEFICIO GLI SCIENZIATI E I MILITARI. Eppure permane un pesante veto: scienziati e militari, in generale «la forza di lavoro qualificata per lo sviluppo economico, sociale e tecnico-scientifico del Paese» restano esclusi dalle nuove norme sulla politica migratoria varate dal governo cubano. Lo si legge nel testo di legge, pubblicato sul sito del ministero degli Esteri dell'Avana. Esclusi anche i responsabili civili, chi ha obblighi statali, chi deve ancora svolgere il servizio militare o ha carichi pendenti con la Giustizia.

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