Domenica, 28
Ottobre 2012 - Funzionari
pubblici, imprenditori, giornalisti, ex ministri e anche un consulente del
premier Antonis Samaras.
Nella lista di 2.059 nomi di possibili evasori fiscali greci, pubblicata il 28 ottobre dalla rivista Hot Doc, è rappresentata l'intera classe dirigente del Paese ellenico. I cittadini greci aspettavano da due anni di sapere quali erano i loro connazionali scoperti con un conto in Svizzera.
L'elenco fa parte dei dati rubati dal banchiere Herve Falciani all'istituto credito elvetico Hsbc e consegnato poi ai governi europei impegnati nella lotta all'evasione fiscale.
ARRESTATO IL GIORNALISTA. Peccato che la lista, dopo essere arrivata nella mani dell'ex ministro delle finanze George Papaconstantinou, e poi nelle mani della polizia anti frode, sia scomparsa. Insabbiata, forse proprio a causa dei nomi scottanti che conteneva. Un'ipotesi che trova conferme nell'epilogo, grottesco, della vicenda.
Il giornalista investigativo autore dello scoop, Kostas Vaxevanis, è stato infatti arrestato. «Ci sono 15 poliziotti alla mia porta», ha scritto il cronista su Twitter, poco prima di essere incriminato per violazione della privacy.
Nella lista di 2.059 nomi di possibili evasori fiscali greci, pubblicata il 28 ottobre dalla rivista Hot Doc, è rappresentata l'intera classe dirigente del Paese ellenico. I cittadini greci aspettavano da due anni di sapere quali erano i loro connazionali scoperti con un conto in Svizzera.
L'elenco fa parte dei dati rubati dal banchiere Herve Falciani all'istituto credito elvetico Hsbc e consegnato poi ai governi europei impegnati nella lotta all'evasione fiscale.
ARRESTATO IL GIORNALISTA. Peccato che la lista, dopo essere arrivata nella mani dell'ex ministro delle finanze George Papaconstantinou, e poi nelle mani della polizia anti frode, sia scomparsa. Insabbiata, forse proprio a causa dei nomi scottanti che conteneva. Un'ipotesi che trova conferme nell'epilogo, grottesco, della vicenda.
Il giornalista investigativo autore dello scoop, Kostas Vaxevanis, è stato infatti arrestato. «Ci sono 15 poliziotti alla mia porta», ha scritto il cronista su Twitter, poco prima di essere incriminato per violazione della privacy.
Il ministero dell
Finanze insabbiò le carte
Vaxevanis
aveva chiarito fin dall'inizio: avere un conto corrente in Svizzera non
significa essere per forza degli evasori fiscali. Ma evidentemente quella lista
non andava pubblicata. Recentemente un ex ministro del partito conservatore Nea
Dimokratia, membro della coalizione di governo, si è suicidato, dopo che il suo
nome era stato associato alle ruberie che hanno portato all'immane buco nelle
casse statali di Atene. Il suo nome è nell'elenco, assieme a quello di un altro
ministro del partito di centro destra e a quello di Stavros Stavropoulos, stretto
collaboratore dell'attuale premier Samaras.
L'OMERTÀ BIPARTISAN. Del resto, l'omertà del Palazzo era emersa subito. Quando l'allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde aveva passato l'elenco dei conti svizzeri al collega greco, Papaconstantinou né blocco la pubblicazione sostenendo che ci potevano essere problemi con la privacy. I documenti rimasero negli uffici delle squadre anti frode in attesa di capire chi ne avesse competenza.
Il dicastero passò poi sotto la responsabilità del socialista Evangelis Venizelos, complice del silenzio. Fino a quando l'attuale ministro Yannis Stournaras, alle prese con la crisi più nera che la Grecia ricordi, non iniziò a chiedere informazioni e scavare nella vicenda: solo allora il predecessore ammise l'esistenza delle carte. Non è, però, bastato. Il muro di gomma, a quanto pare, non è ancora stato abbattuto.
L'OMERTÀ BIPARTISAN. Del resto, l'omertà del Palazzo era emersa subito. Quando l'allora ministro delle Finanze francese Christine Lagarde aveva passato l'elenco dei conti svizzeri al collega greco, Papaconstantinou né blocco la pubblicazione sostenendo che ci potevano essere problemi con la privacy. I documenti rimasero negli uffici delle squadre anti frode in attesa di capire chi ne avesse competenza.
Il dicastero passò poi sotto la responsabilità del socialista Evangelis Venizelos, complice del silenzio. Fino a quando l'attuale ministro Yannis Stournaras, alle prese con la crisi più nera che la Grecia ricordi, non iniziò a chiedere informazioni e scavare nella vicenda: solo allora il predecessore ammise l'esistenza delle carte. Non è, però, bastato. Il muro di gomma, a quanto pare, non è ancora stato abbattuto.
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