Atene
- Nell'aprile 1941. le truppe tedesche del III Reich invasero la Grecia.
Iniziava così un'occupazione durata quattro anni, combattuta da una durissima
resistenza.
Manolis
Glezos fu uno dei protagonisti di quella lotta conquistando la ribalta quando
in un'audace raid nel cuore della notte trafugò la bandiera nazista che
sventolava sull'Acropoli di Atene, il giorno dopo la caduta della capitale
greca.Oggi è un deputato della sinistra che da decenni si mobilita per chiedere
il pagamento dei danni di guerra alla Germania che per finanziare la guerra
saccheggiò l'economia ellenica, devastandone l'infrastruttura industriale.
Quella
delle riparazioni belliche non è una novità ma prende oggi nuovo slancio sulla
scorta della drammatica situazione finanziaria del paese e della crescente
ostilità antitedesca.Recentemente il ministero delle Finanze ha organizzato una
commissione per riesaminare la questione.
Ma
la Germania, che nel 1961 ha versato 115 milioni di marchi ad Atene, ricorda i
pagamenti concordati all'interno di accordi bilaterali nei decenni passati che
avrebbero risolto definitivamente la controversia.Ma Hagen Fleischer, esperto
tedesco da tempo consigliere del governo greco in materia di riparazioni,
segnala l'esistenza di un debito forzoso di circa 9 miliardi dollari al cambio
attuale, ancora non rimborsato, che non ha niente a che fare con i danni di
guerra.
"
E'un regolare prestito concesso dalla banca di Grecia allo Stato tedesco e le
autorità naziste firmarono le obbligazioni per il rimborso. Si tratta di un
credito ancora aperto".La questione è delicata.
La
Grecia ha le spalle al muro perché dipende dalla buona volontà dei dirigenti di
Berlino. E sollevare la questione di un passato che la Germania vuole lasciarsi
alle spalle potrebbe avere conseguenze imprevedibili.
Nessun commento:
Posta un commento