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martedì 16 ottobre 2012

ITALIA - La corruzione costa 60 mld

Rapporto del governo: appalti gonfiati al 40%.

Martedì, 16 Ottobre 2012 - Un cancro che frena il tasso di crescita delle imprese italiane del 25%. E il dato sale addirittura al 40% nel caso delle società più piccole, il cuore del tessuto economico italiano.
Gli effetti della corruzione sono sintetizzati nella prefazione firmata da Mario Monti al rapporto sul tema che è previsto venga presentato a Palazzo Chigi lunedì 22 ottobre.
«Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero, determina quindi, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese», ha scritto il presidente del Consiglio in calce al testo, 400 pagine delle quali la Repubblica ha anticipato i contenuti.
Per questo, secondo Monti, «la lotta alla corruzione è stata assunta come una priorità del governo».
Il rapporto è il frutto del lavoro della commissione costituita presso il ministero della Funzione pubblica dal titolare Filippo Patroni Griffi.
GRIFFI: «PREVENZIONE». Con l'obiettivo, come ha detto più volte lo stesso ministro, di «contrastare il fenomeno con la prevenzione, perché la repressione arriva ormai a danni già fatti».
I dati presenti nello studio restituiscono davvero una fotografia allarmante: la corruzione, secondo la Corte dei conti, costa all'Italia 60 miliardi di euro all'anno.
E in questa cifra, precisa il rapporto, non sono stati calcolati i costi indiretti: «Si pensi a quelli connessi ai ritardi nel definire le pratiche amministrative» e «al cattivo funzionamento degli apparati pubblici».
Che per l'Italia il malaffare sia una vera piaga sociale, lo testimonia anche la classifica del Corruption Perception Index di Trasparency International che pone il nostro Paese al 69esimo posto con Ghana e Macedonia.
SFIDUCIA NELLE ISTITUZIONI. Inoltre, sempre secondo il rapporto, nell'indice della corruzione che va da 1 a 5, «le rilevazioni attribuiscono 4,4 ai partiti, 4 al parlamento, 3,7 al settore privato e della pubblica amministrazione».
Sfiducia nelle istituzioni, insomma, tanto che addirittura il 64% degli intervistati «ritiene inefficace la risposta del governo ai problema della corruzione».
TRASPARENZA ONLINE. E così l'esecutivo Monti, dopo aver analizzato accuratamente la gravità della situazione, promette di correre ai ripari con un pacchetto di deleghe da far valere dopo l'approvazione del ddl anti-corruzione, in particolare «sulla non candidabilità dei condannati, sulla trasparenza nella pubblica amministrazione, sulle incompatibilità dei dirigenti, sulle sanzioni disciplinari per chi sgarra, sul codice di condotta».
Ma la vera scommessa, secondo il testo, è quella della trasparenza online, «nella possibilità per tutti i cittadini di avere accesso diretto all'intero patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni».
Ciò significa che chi farà parte della classe politica, a qualsiasi livello, avrà l'obbligo di diventare un libro aperto per gli elettori.
CONTROLLI SU SANITÀ E APPALTI. Il rapporto si chiude sul tema degli interventi incisivi da compiere in materia sanità e appalti pubblici.
Ci si prefigge controlli incrociati su acquisti e commesse, con «una drastica riduzione delle stazioni appaltanti, la centralizzazione delle gare, un regime più severo delle varianti, l'azionariato esclusivamente pubblico delle Soa», le società volte a garantire che una impresa abbia i requisiti per partecipare a una gara pubblica.

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