Il tipo la mattina lavorava in una salumeria ed il pomeriggio bazzicava in un centro sociale. Organizzava anche spettacoli live con gruppi sfigati dai testi proletari e le vite borghesi; girava in un’orribile Nissan Pixo che divideva con la madre. Insomma: un perdente di 28 anni che parlava di comunismo e lotta al capitalismo su facebook dal suo I-Pad mentre fumava Camel e beveva Bud nella sua macchina giapponese.
Rigorosamente
anti-occidentale e fermo sostenitore dell’eroico ruolo anti-imperialista di
uomini come Saddam, Gheddafi e Assad, ogni volta
che avevo la sventura di incontrarlo, con sprezzo del ridicolo, si ostinava ad
espormi le sue banalissime e noiosissime arringhe contro “i porci americani”.
Lo guardavo; lo ascoltavo e provavo un misto di tenerezza e fastidio. Poi
pensavo che, infondo, il papà capitalismo cresce ed ingrassa anche questi figli
ingrati che scrivono da pc progettati negli Usa, fanno attività da tastiera su
social network inventati in America grazie ad una connessione internet
partorita sempre dagli odiati yankee. Fossero nati in medioriente, sarebbero
finiti ad allevare capre sulle pianure del Golan ma qui no: anche se il
neoliberismo li sta spingendo verso soglie sempre più basse di dignità economica
ed esistenziale, uno spazietto riescono comunque a ritagliarselo. Hanno libertà
di pensiero, un contratto telefonico, l'illusione di contare qualcosa con il
proprio voto, mamma e papà che possono mantenerli all’università fino a 30-35
anni ed un po’ di soldi per andare al cinema e comprare qualche straccio
alternativo.
CHOMSKY HA
RAGIONE: GLI USA NON SONO UNA DEMOCRAZIA MA...
Chiarimoci: a me pure gli americani risultano molte volte non odiosi ma di più. Odio le feste d’importazione alla Halloween e le smania monopoliste alle Google. Non sopporto l’imposizione dello stile di vita anglosassone anche a popolazioni che, come la nostra, hanno già la propria meravigliosa cultura e la propria ineguagliabile ed invidiabile storia. Concordo anche con Chomsky quando dice che, gli Stati Uniti, non sono un vera democrazia. Non lo è neppure l’Italia e, di sicuro, l’Europa non rappresenta per niente un esempio di scelte economico-sociali partecipate dalla popolazione. Il punto è che, molto banalmente, non credo che al mondo esista un esempio di reale democrazia. Ergo, lamentarsi per una democrazia perfetta impensabile per delegittimare la nostra in favore di regimi dittatoriali africani, orientali e mediorientali, lo trovo ridicolo e semplicistico. Parliamo sempre di forme molto imperfette e straripanti di iniquità, ingiustizie, manipolazioni, contraddizioni e corruzioni. Però che volete farci: non riesco ad ignorare la rete capitalista nella quale siamo tutti ma proprio tutti intrappolati. Non riesco a parlare con toni entusiastici dell’Iran e del suo governo di stampo integralista dopo aver rampognato il Vaticano per la sua ipocrisia e la sua arrogante ingerenza. Non riesco a reputare frutto del demonio ogni cosa che proviene dall’Occidente e, parimenti, sempre e comunque migliore ciò che viene dal resto del globo. Amo valutare e vivermi la vita e la società in maniera più profonda e meno preconcetta. Del resto il capitalismo non lo sconfiggeremo mai con l’ipocrisia e la militanza anti-occidentale da borghesi con il culo al caldo. Il capitalismo potremo migliorarlo e renderlo più umano solo con l’onestà intellettuale ed il buon senso. Comunismo ed altri regimi dittatoriali della miseria sono improponibili e storicamente plurisconfitti. Nel 2012 non dovremmo ricordarlo più a nessuno.
Gente come Martino, inesorabilmente, finisce con il risultare patetica e con
l’essere solo una pedina indignata ma pronta comunque a comprare, consumare e
partecipare al ciclo infinito di un sistema sul quale sputa pur alimentandolo.
Anzi, questi “alternativi anti-occidentali” credo siano addirittura
controproducenti per la causa anti-globalista ed anti-imperialista e per un
motivo preciso: forniscono la dimostrazione inconfutabile che a questo sistema
non v’è alternativa concreta se non la stupida ed ipocrita retorica del
boicottaggio generalizzato e della divisione del mondo in cattivi (Usa ed
Occidente) e Buoni (Russia, Cina e resto del mondo). Voglio un mondo più giusto
e sensato, non un mondo più frustrato, sempliciotto ed ipocrita. Vogliamo
essere sul serio "anticonformisti"? Va bene: cominciamo con l'essere
meno prevedibili...
Di Germano
Milite pubblicato in Generica
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