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Pensare Globale e Agire Locale
PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE
domenica 7 ottobre 2012
ITALIA - Renzi traditore, come Turati, Bonomi, Saragat, Craxi, Napolitano
Nella campagna per le primarie del
centrosinistra, che si terranno con regole ancora indefinite e sulle quali si è
già scatenata una polemica dai tratti incomprensibili, riemerge un vecchio
vizio della sinistra italiana: la caccia al «traditore» di destra. L'obiettivo
di questa campagna è il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, accusato dai
sostenitori di Pierluigi Bersani di essere «di destra». È la stessa sorte che
toccò a esponenti illustri della sinistra italiana. Il Psi tenne il suo ultimo
congresso pubblico prima della dittatura tre giorni prima della marcia su Roma:
nella relazione del segretario non si dedicò neppure una riga al pericolo
fascista, ma ci si concentrò sull'esigenza di espellere il fondatore del
partito, Filippo Turati, reo di non condividere la certezza nell'imminente
rivoluzione proletaria. La stessa sorte era toccata anni prima, con l'assenso
dello stesso Turati a Ivanohe Bonomi (che molti anni dopo fu chiamato a
presiedere il primo governo post badogliano). Giuseppe Saragat quando decise di
sottrarsi alla progettata fusione del Psi con il Pci fu indicato come agente
dell'imperialismo americano (molti anni dopo salì al Quirinale con il pieno
sostegno di tutta la sinistra). Pietro Nenni, che aveva rotto con Saragat, fu a
sua volta accusato di esser un «socialtraditore» quando dopo l'invasione
sovietica di Budapest si convertì a una scelta autonomista. Inutile ricordare la
campagna che fu scatenata contro Bettino Craxi, che mise nei guai anche Giorgio
Napolitano, considerato nel Pci troppo tiepido nella polemica con il leader
socialista. La storia ha poi rimborsato con gli interessi gli esponenti della
«destra della sinistra», compreso naturalmente l'attuale presidente della
repubblica. Renzi milita in un partito che ha almeno formalmente abbandonato le
impostazioni ideologiche di derivazione marxista su cui erano state costruite
le accuse ai grandi «reprobi» della sinistra storica. Contro di lui, però,
invece dell'accusa di revisionismo lanciata da cattedre ideologiche, pesa
quella mediatica di Eugenio Scalfari, che non voterebbe il Pd se risultasse
vincente Renzi, considerato poco meno della versione giovanile di Silvio Berlusconi.
Naturalmente in un campagna elettorale non si va tanto per il sottile, nelle
primarie i toni sono ancora più accesi, come si è visto anche in America.
Tuttavia la ripetizione, fuori tempo e fuori luogo, delle vecchie pratiche di
emarginazione della «destra» che hanno afflitto e indebolito per decenni la
sinistra storica segnala un problema irrisolto e destinato a pesare ancora
sulla politica italiana. (Sergio Soave )
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Soave, affettuosamente, il tuo è un post da brividi. Dimmi che è uno scherzo. Sembra scritto da chi ha alle spalle letture di storia disordinate o, al più, se sistematiche, non ha capito nulla della storia del socialismo, della sinistra italiana e, infine, ha pure qualche lacuna sul presente. Accostare Matteo Renzi a Turati, Saragat e Craxi è semplicemente è un'operazione talmente stravagante da essere incommentabile. Un insulto all'intelligenza di chi legge.
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