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giovedì 11 ottobre 2012

Turchia & Balcani - Bruxelles bacchetta i candidati all'adesione

11 ottobre 2012 Zaman, Hürriyet, euobserver.com

In occasione della presentazione del rapporto finale per il 2012 sui progressi compiuti dai candidati all’adesione all’Ue, la Commissione europea ha rimproverato la Turchia, soprattutto sul rispetto delle libertà individuali e di stampa. Bruxelles ha inoltre “chiesto ad Ankara di adottare una nuova costituzione per risolvere i problemi del paese e rilanciare i negoziati per l’adesione”, sottolinea Zaman.

Il tono del rapporto ha stupito il governo turco, e il ministro degli affari europei Egemen Bağış ha parlato di “grande delusione”, scrive Hürriyet nella sua versione in inglese. Bağış ha accusato la presidenza di turno dell’Ue, occupata da Cipro, di aver influenzato il rapporto. La disputa sulla divisione dell’isola, la cui parte settentrionale è occupata dai turchi fin dal 1974, è il principale ostacolo nelle relazioni tra Turchia e Ue.

La Serbia è un altro dei paesi bacchettati dalla Commissione. Secondo EUobserver Belgrado è “la grande sconfitta” agli occhi di Bruxelles. Infatti, anche se la Serbia ha già lo status di candidato, secondo la Commissione non rispetta ancora le condizioni per negoziare la propria adesione all’Ue. Belgrado è stata invitata a “dimostrare miglioramenti duraturi e visibili nelle relazioni con il Kosovo”.

Proprio al Kosovo, insieme ad Albania e Macedonia, è stato chiesto di “aumentare l’impegno per entrare nell’Ue”, aggiunge il sito d’informazione con base a Bruxelles. Secondo EUobserver l’Albania potrà ottenere lo status di candidato soltanto dopo aver riformato il suo sistema giudiziario, rafforzato la lotta alla criminalità organizzata e rivisto le norme che regolano il parlamento, mentre la Macedonia deve risolvere le sue dispute con la Grecia, che non vuole concedere a Skopje il diritto di utilizzare il nome di una delle sue regioni storiche. Dei tre paesi, il Kosovo sembra nella situazione migliore, e la Commissione è propensa alla conclusione di un “accordo di associazione” nonostante alcuni stati dell’Ue non riconoscano l’indipendenza dell’ex provincia serba albanofona.

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