David Cameron minaccia
di porre il veto sul bilancio pluriennale 2014-2020 dell'Ue. Il testo è
previsto venga esaminato nel vertice di novembre e, se il Regno Unito dovesse
giudicarlo «inaccettabile», potrebbe bloccare l'intesa: «Se non riusciamo a
trovare un accordo, vorrà dire che non ci sarà un accordo», ha detto il
titolare di Downing Street.
REFERENDUM POSSIBILE. Cameron, che nei giorni scorsi non ha escluso l'ipotesi di un referendum per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, ha affermato che «i cittadini si aspettano un approccio duro e rigoroso».
Il veto bloccherebbe l'Ue. Sul bilancio pluriennale, così come sui budget annuali, è infatti necessaria l'unanimità. E si attendono scintille nel mese che manca al vertice di novembre. Tanto che sia Hollande che Van Rompuy hanno già avvertito che «durerà molte notti».
DEVE ESSERE APPROVATO ALL'UNANIMITÀ. Secondo le regole europee, il bilancio pluriennale (Mff, multiannual financial framework) è il documento indispensabile per la costruzione dei budget annuali che distribuiscono le risorse per tutti i programmi europei (dai fondi per la coesione regionale a Erasmus, dai finanziamenti per la ricerca a quelli per la politica agricola). Deve essere approvato all'unanimità dai 27 Stati membri.
REFERENDUM POSSIBILE. Cameron, che nei giorni scorsi non ha escluso l'ipotesi di un referendum per l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, ha affermato che «i cittadini si aspettano un approccio duro e rigoroso».
Il veto bloccherebbe l'Ue. Sul bilancio pluriennale, così come sui budget annuali, è infatti necessaria l'unanimità. E si attendono scintille nel mese che manca al vertice di novembre. Tanto che sia Hollande che Van Rompuy hanno già avvertito che «durerà molte notti».
DEVE ESSERE APPROVATO ALL'UNANIMITÀ. Secondo le regole europee, il bilancio pluriennale (Mff, multiannual financial framework) è il documento indispensabile per la costruzione dei budget annuali che distribuiscono le risorse per tutti i programmi europei (dai fondi per la coesione regionale a Erasmus, dai finanziamenti per la ricerca a quelli per la politica agricola). Deve essere approvato all'unanimità dai 27 Stati membri.
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