Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 22 novembre 2012

GAZA - Finalmente è tregua

Accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco dalle 20. Ma a Nord della Striscia suonano di nuovo le sirene.

Mercoledì, 21 Novembre 2012 - Le residue speranze di una tregua tra Israele e Hamas sembravano essere svanite definitivamente il pomeriggio del 21 novembre.
Invece, quasi all'improvviso, è arrivato l'annuncio: l'accordo per un cessate il fuoco è cosa fatta. Anche se fonti palestinesi ed egiziane hanno parlato di una «calma provvisoria».
Una svolta insapettata se si considera che è arrivata in una giornata caratterizzata da una preoccupante escalation di violenze.
TEL AVIV, BOMBA SUL BUS. Un evento, in particolare, ha rischiato di far saltare il banco: l’esplosione di un autobus in pieno centro a Tel Aviv, che ha causato il ferimento di una ventina di persone, tre delle quali versano ancora in gravi condizioni.
Immediata la risposta di Israele, che ha lanciato una serie di raid sulla Striscia di Hamas, uccidendo quattro persone - tra cui un bambino - e facendo salire a 147 il bilancio delle vittime palestinesi.
STRISCIA DI GAZA, APERTI I VARCHI. Tutto, insomma, lasciava presagire un'altra nottata di fuoco in Medio Oriente anche a causa dei razzi provenienti dal Libano. Improvvise e inaspettate, invece, hanno iniziato a rimbalzare le indiscrezioni di un accordo tra Israele e Hamas.
L'ufficialità è arrivata poco dopo le 18.30 ora italiana per bocca del ministro degli Esteri egiziano Kamel Amr: la tregua è entrata in vigore dalle 20.
RESTA L'EMBARGO. Tra i punti principali dell'accordo ci sono lo stop di tutte le ostilità da entrambe le parti, stop agli 'omicidi mirati' israeliani e apertura dei varchi della Striscia di Gaza per facilitare il passaggio delle persone. Fonti israeliane hanno precisato tuttavia che il blocco della Striscia di Gaza non sarà abolito. Lo Stato ebraico, trascorsa una fase di calma effettiva, dovrebbe poi allentare - pur senza abolirlo ufficialmente - il suo embargo.
«L'avventura israeliana a Gaza è fallita», ha commentato a caldo il leader di Hamas, Khaled Meshaal.
EGITTO: «VIGILEREMO SULL'ACCORDO». Un portavoce del governo egiziano, Yasser Ali, ha detto che Il Cairo si impegna a «vigilare sull'applicazione dell'accordo relativo all'introduzione della calma a Gaza». L'Egitto ha anche confermato il suo sostegno «duraturo alla giusta causa palestinese» e ha fatto appello a tutte le parti a rispettare l'accordo.
ONU: «L'INTESA SIA RISPETTATA». I membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno accolto con favore l'accordo, al fine di arrivare a una cessazione duratura delle ostilità a Gaza e in Israele. In una dichiarazione adottata all'unanimità, i Quindici hanno invitato le parti ad agire con serietà per rispettare l'intesa.

Obama ringrazia Morsi e Netanyahu. E ribadisce il sostegno a Israele

Subito sono arrivate le reazioni internazionali. Il presidente americano Barack Obama ha parlato con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e ha espresso «apprezzamento per i suoi sforzi nel lavorare con il nuovo governo egiziano per raggiungere un cessate il fuoco sostenibile e una soluzione più duratura al problema».
Obama ha ribadito inoltre il suo «impegno per la sicurezza di Israele» e il diritto di Tel Aviv a difendersi.
Allo stesso tempo, il presidente Usa ha affermato che «gli Stati Uniti coglieranno l'opportunità offerta dal cessate il fuoco per intensificare gli sforzi volti ad aiutare Israele a far fronte alle sue necessità di sicurezza, specialmente per la questione del contrabbando di armi ed esplosivi verso Gaza» e per il sistema di difesa anti-missile Iron Dome.
ISRAELE: «DIAMO UNA CHANCE ALLA TREGUA». Dal canto suo Netanyahu ha deciso di «dare una chance alla proposta egiziana per un cessate il fuoco», e ha confermato la cooperazione con gli Usa nella lotta contro il traffico di armi attraverso il Sinai verso Gaza «che provengono per lo più dall'Iran».
Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha ringraziato l'Egitto per la sua mediazione nel raggiungimento di un accordo fra Israele e Hamas.
L'IRAN APPOGGIA HAMAS. Invece il leader di Hamas, Khaled Meshaal, ha espresso apprezzamento all'Iran per il suo sostegno nonostante le divergenze sulla Siria e ha chiarito di voler «rispettare l'accordo di tregua se Israele farà altrettanto. Se non lo farà risponderemo».
Ramadan Shallah, leader della Jihad islamica, ha detto che l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza rappresenta «una sconfitta eccezionale nella storia dell'entità israeliana».
APPELLO DI NAPOLITANO E HOLLANDE. Dall'Europa, i presidenti della Repubblica di Italia e Francia, Giorgio Napolitano e François Hollande, nel loro incontro a Parigi hanno lanciato un forte appello affinché «siano intrapresi tutti gli sforzi per raggiungere una tregua indispensabile» e duratura.
ANP, RICHIESTA ALL'ONU. Dalla Cisgiordania, infine, è tornata a farsi sentire la voce del presidente moderato palestinese, Abu Mazen, il quale ha riaffermato che il 29 novembre l'Anp ha intenzione di presentare all'Onu la richiesta di riconoscimento come 'stato non membro'. A dispetto dei moniti Usa e della contrarietà del governo israeliano.
 

 

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