Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 3 novembre 2012

GRECIA - Atene, democrazia in bilico

Giornalisti al bando in Grecia con i nuovi tagli alla spesa.

di Barbara Ciolli

Ai cittadini il rigore, ai politici l'impunità.
In Grecia, alla vigilia del voto della nuova manovra di austerity in Parlamento, per la quale è vicino ma non ancora confermato l’accordo con la Troika - i creditori di Unione europea (Ue), Banca centrale europea (Bce) e Fondo monetario internazionale (Fmi) - il governo di unità nazionale teme di essere spazzato via a furor di popolo, travolto dai nuovi scandali su corruzione ed evasione.
Così, messo all'angolo dalla magistratura e dagli scoop della stampa, l'esecutivo reagisce Imbavagliando la libertà d’espressione: meno si sa di chi ha portato i soldi in Svizzera negli anni d'oro delle regalie pubbliche, meglio è. E chi, nella fattispecie il giornalista Kostas Vaxevanis, pubblica le liste riservate violando la privacy, finisce in galera.
SCIOPERO IL 6 E IL 7 NOVEMBRE. I leader della coalizione di socialisti (Pasok) e conservatori (Nea Dimokratia) sostengono di non avere nulla da nascondere, pur cercando frettolosamente di insabbiare ogni fuga di notizie.
Aprire legalmente i conti all'estero non equivale necessariamente a essere evasore. Eppure, dopo la presentazione del nuovo pacchetto di tagli a sanità, pubblica istruzione e tutele sociali contro il quale è già stato indetto l'ennesimo sciopero generale il 6 e il 7 novembre, è difficile non pensare che i politici siano disposti a infliggere sacrifici insostenibili alla popolazione, pur di salvare le proprie poltrone.

Lo sciopero contro i nuovi tagli per 13,5 mld di euro


Nel Paese il clima è tesissimo per la manovra del 2013-2014, messa a punto dal governo sotto il diktat della Troika: oltre ai tagli al bilancio statale per altri 13,5 miliardi di euro - in cambio della nuova tranche di aiuti di 31,5 miliardi - i “salvatori” internazionali hanno chiesto di varare le riforme del lavoro e le privatizzazioni. Approvate, queste ultime, il 31 ottobre dal parlamento ellenico.
L'esame delle misure d'austerity, necessarie per ripianare il buco statale, è fissato invece per il 5 novembre, un giorno prima delle proteste indette dai sindacati nazionali.
In Grecia (dati Eurostat) la disoccupazione è sopra il 25% (il 55,6% quella giovanile), a fronte di un Prodotto interno lordo (Pil) che, secondo le stime del governo, nel 2013 resterà in caduta (-4,5%), seppure in risalita dal drammatico -6,7% attuale.
I NOMI SULLA LISTA FALCIANI. In un momento economico così delicato, i palazzi della politica sono scossi dallo scandalo sulla lista Falciani, cioè i 2.059 nomi dei correntisti greci della banca elvetica Hsbc, tenuta nascosta per due anni dai precedenti premier. Finché il giornalista Vaxevanis non l'ha pubblicata sulla sua rivista Hot Doc, sollevando un pandemonio.
LA CENSURA SULLE TORTURE. Dopo di lui, altri due giornalisti di Net Tv, network della televisione pubblica Ert sono stati sospesi, dopo aver affermato, durante il loro talk-show, che i referti medici dell'ospedale di Atene confermavano le torture della polizia contro un gruppo di dimostranti anti-fascisti, riportate dal quotidiano inglese The Guardian.
«In entrambi i casi, siamo di fronte a un tentativo molto maldestro e anche ridicolo di tamponare pericolose indiscrezioni, in un momento di grande incertezza per il governo. Ma non finisce qua», ha raccontato a Lettera43.it il giornalista greco Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della televisione pubblica Ert e in sciopero per la censura. Basti dire che «al timone della mia rete di news e attualità è stato nominato un giornalista che si occupava di gossip».

Il giallo dei 2 mila correntisti greci


Il giallo della lista dei correntisti pubblicata da Vaxevanis aiuta a capire in che tipo di spirale auto-distruttiva sia finita la classe politica greca.
Chiamato lista Lagarde per essere stato consegnato all'allora ministro delle Finanze greco del Pasok George Papaconstantinou da Christine Lagarde, al tempo ministro dell'Economia francese (nominata poi direttore del Fmi), l'elenco proviene dal dischetto trafugato nel 2007 dal dipendente del colosso bancario Hsbc, Herve Falciani.
IL FASCICOLO APERTO DAI MAGISTRATI. Il cd compromettente rimase per un anno nelle mani della polizia antifrode. Poi, quando, nel luglio 2011, il nuovo ministro delle Finanze Evangelos Venizelos (Pasok) prese dimora nel suo ufficio, il silenzio continuò.
Della lista Lagarde - contenente i nomi di funzionari pubblici, imprenditori, ex ministri, ministri e collaboratori dell'attuale governo - si è tornato a parlare con la notizia del fascicolo aperto, nel settembre 2012, dai magistrati che indagano su una tangentopoli bipartisan di oltre 60 politici, tra parlamentari, funzionari e ministri dei premier precedenti e dell'attuale, per lo più (ma non solo) iscritti al Pasok e a Nea Dimokratia (Nd).
IL SUICIDIO DI TZANIS. Allo studio, la Corte di Atene ha anche l'elenco degli oltre 2 mila presunti evasori di oltre 1,5 miliardi di euro mai dichiarati al fisco ellenico, tra i quali figuravano l'ex vice ministro dell’interno Leonidas Tzanis (Pasok), sotto inchiesta e trovato morto suicida, l'ex adivisor di Samaras (Nd) Stavros Stavropoulos e svariati personaggi eccellenti. Non bastasse, le autorità preposte hanno dichiarato di aver perso la copia originale della lista e il sospetto è che l'elenco sia stato negli anni, almeno in parte, manipolato.
E ORA SAMARAS VACILLA. Una storiaccia, insomma, con la quale il governo di larghe intese non intende confrontarsi, nel momento in cui sta faticosamente cercando di ricostruirsi una credibilità internazionale. Lo stesso vale per le supposte prove degli abusi della polizia di Atene, che, se dimostrati, farebbero ripiombare la Grecia al periodo dei Colonnelli.
Nonostante gli sforzi, non è chiaro fino a che punto la casta dei politici potrà pretendere di salvarsi la faccia mentre, tra la gente, la disperazione implode. «Tra i due schieramenti, il Pasok è il partito più esposto perché è stato più al governo negli Anni 80 e 90. Samaras ha un curriculum internazionale, che gli ha fatto guadagnare stima a Bruxelles», ha commentato Deliolanes.
«Ma per quanto sia pronto ad assumersi grosse responsabilità, è un politico mediocre. In grossa difficoltà a gestire le divisioni interne e una protesta popolare che si preannuncia dura

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