Sofia, 21 nov. - La
pratica ereditata dall'epoca comunista di affidare i figli indesiderati alle
cure dello Stato si è mantenuta nei 21 paesi europei e asiatici dell'ex blocco
comunista al ritmo di 15.000 abbandoni di minori l'anno. Lo ha annunciato
stamani a Sofia Marie-Pierre Poirier, direttrice regionale dell'Unicef.
"Molti Paesi puntano ancora oggi sul collocamento in massa nelle
istituzioni, ignorando le prove esistenti che questo va a scapito degli
interessi dei bambini e provoca handicap fisici e cognitivi che si trascinano
per tutta la vita" ha detto Poirier in occasione di un convegno di
ministri ed esperti del 21 paesi.
Oggi 1,3 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni in Europa dell'Est e Asia centrale vivono separati dalle loro famiglie. "Sono le cifre più alte al mondo" si legge in un rapporto dell'Unicef presentato al convegno. "Si tratta di un'eredità dell'epoca sovietica, che poneva gli interessi pubblici al di sopra di quelli privati e cedeva allo Stato la responsabilità principale di allevare i bambini", spiega il rapporto, compilato nell'ambito di una campagna per porre fine all'abbandono negli orfanotrofi dei bambini con meno di tre anni, lanciata a giugno 2011 dall'Unicef e dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani.
Oggi 1,3 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni in Europa dell'Est e Asia centrale vivono separati dalle loro famiglie. "Sono le cifre più alte al mondo" si legge in un rapporto dell'Unicef presentato al convegno. "Si tratta di un'eredità dell'epoca sovietica, che poneva gli interessi pubblici al di sopra di quelli privati e cedeva allo Stato la responsabilità principale di allevare i bambini", spiega il rapporto, compilato nell'ambito di una campagna per porre fine all'abbandono negli orfanotrofi dei bambini con meno di tre anni, lanciata a giugno 2011 dall'Unicef e dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani.
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