Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


giovedì 1 novembre 2012

ITALIA - Bersani, Renzi, Vendola: divisi su tutto ma coalizzati dal potere

L’unica cosa che sembra unire i tre sfidanti alla premiership del centrosinistra è l’ambizione del potere. Per il resto, a cominciare proprio dai programmi, sembrano appartenere a mondi sideralmente lontani e, talvolta persino, inconciliabili.

Ma andiamo con ordine: sulla cosiddetta agenda Monti il Sindaco di Firenze la definisce “irrinunciabile”, Vendola non fa mistero di detesta appellandola come “il passato che affama” mentre il «moderato» Bersani è disposto a conservarla a patto che si introducano “sostanziali” ritocchi sull’occupazione, sulla crescita, sulla formazione, sulla ricerca. Praticamente su tutto.

Identico copione sull’Europa: Renzi sostiene senza se e senza ma ilfiscal compact, il patto di bilancio europeo formalmente definito “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria”. Patto che il Governatore pugliese aborra mentre il Segretario-benzinaio PD accetta ma con i dovuti distinguo essenzialmente legati alla necessità di riconoscere maggiore respiro alle politiche di bilancio nazionali.

Siamo alle solite: ci credo ma non troppo, voto la fiducia (a Monti) ma ne ho poca, e via dicendo.

La musica invece cambia radicalmente quando si parla di tasse, di lavoro e di welfare. Dal corpo a corpo del tutti contro tutti, prendono corpo le più improbabili convergenze, anch’esse, sia mai, con i soliti ed infiniti distinguo tipici della sinistra.

Sulla “patrimoniale” l’alleanza vira decisamente a sinistra: Bersani con Vendola chiedono la tassazione della ricchezza e dei patrimoni (la famigerata “patrimoniale”), Renzi, si smarca puntando su un cavallo di battaglia della destra, il taglio delle tasse (Irpef).

Per rilanciare la crescita Bersani trova un alleato in Renzi nel puntare tutto sul potenziamento e rafforzamento della piccola e media industria (ricetta che, fra l’altro, fa a pugni con la linea di Rossi che intende puntare su ciò che resta della grande industria) anche se poi i due tornano a separarsi drasticamente sulle azioni da mettere in campo. Se per Renzi la banda larga e la smart mobilitiy sono priorità irrinunciabili, Bersani vorrebbe un maggior sostegno alla ricerca, all’aggregazione in reti d’impresa e alla capitalizzazione.

Vendola, proprio non ci sente e punta dritto sulla green economy (pallino anche di Rossi, grande elettore di Bersani).

Conservazione, contraddizioni, nuovismo. La “ribollita delle primarie” sa sempre più di rancido e si fa strada la convinzione che il nuovo centrosinistra sarà, forse, la brutta copia dello storico ed inconcludente Ulivo.

Chiunque vincerà le primarie sarà ostaggio dei suoi sodali, come Prodi lo fu di Mastella, Di Pietro e, soprattutto, di Bertinotti. E, si sa, contro le congiure non c’è rottamazione né rottamatore che tenga.

Prezzemolo

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