Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 22 novembre 2012

ITALIA – Due nuovi Partiti

Dai fuorisciti dell'Idv nasce Diritti e libertà

Donadi: «Vogliamo stare con Bersani».

Operazione scissione completata. I ribelli dell’Italia dei valori, guidati da Massimo Donadi, hanno dato vita al DL, acronimo di Diritti e libertà: un partito «ad energia pulita», che non chiederà «mai» finanziamenti pubblici e non avrà «né presidenti, né segretari, ma solo un portavoce».
È una scelta che «chiama in gioco i principi fondamentali della Costituzione». L'annuncio è arrivato dall'ex capogruppo Idv, Massimo Donadi, insieme con gli altri fuoriusciti dal partito di Antonio Di Pietro: Nello Formisano, Stefano Pedica (al Senato), Giovanni Paladini e Gaetano Porcino, in una conferenza stampa.
IL TRICOLORE E L'ARANCIO. Nel simbolo di Diritti e libertà compare non solo il tricolore, ma anche l'arancione caro al movimento dei sindaci progressisti. «È finità l'età dei partiti personalistici, dell'uomo solo al comando in cui non c'è democrazia», ha detto Donadi.
«La legge elettorale vigente è la prova che chi non ha democrazia al proprio interno non può produrre democrazia nel Paese. Con questa iniziativa nasce un partito a energia pulita, nel nostro statuto non chiederemo mai finanziamenti pubblici, vivremo con i contributi dei nostri aderenti, militanti, eletti, con i contributi che i cittadini riterranno di darci per il lavoro buono o meno buono che avremo fatto».
Donadi ha però precisato: «La nostra non è una posizione antipolitica, siamo consapevoli che i partiti tradizionali, strutturati, hanno necessità per le quali il finanziamento pubblico è una risposta seria. Vogliamo essere un esperimento».
«UN NOME CHE NON È CASUALE». Nel nome del movimento c'è di fatto anche il programma. «Quella di diritti e libertà è una scelta non casuale ma che chiama in gioco direttamente i principi fondamentali della Costituzione e noi vogliamo essere un partito della Costituzione, vogliamo identificare fortemente la vita di questa forza politica con la battaglia per la sanità pubblica, per i diritti civili, per uno Stato fieramente laico», ha detto ancora Donadi.
Tra i punti d'onore del partito, la questione morale: «Non candideremo mai chi è stato condannato anche solo in primo grado o daremo incarichi di governo anche solo a chi è stato rinviato a giudizio. Diritti e libertà presenterà le proprie liste alla Camera e il Senato, ma siamo tutti senza rete. Non siamo usciti dall'Idv per andarci ad accomodare in posizione garantite».

«Un movimento che rinforzi il centrosinistra»


Il progetto di Donadi è chiaro, e non prevede un addio agli alleati di un tempo. Diritti e libertà (Dl) è nato per rafforzare il centrosinistra: «Vogliamo partecipare alla coalizione e già oggi in una lettera a Pierluigi Bersani manifesteremo la nostra intenzione», ha spiegato Donadi.
«Alle primarie daremo indicazione per il voto a Bersani , l'unico che ha piena competenza per una responsabilità di governo e che ha il profilo per federare il centrosinistra».
Quindi, «chiederemo di aprire un confronto con il vincitore delle primarie e avanziamo la richiesta formale di partecipazione e adesione alla coalizione. Noi crediamo che una coalizione Pd-Sel sia un incompiuto, c'è una storia antica che parte dal Partito d'Azione che non può non avere una sua rappresentanza nel centrosinistra. Starà a noi meritare il consenso degli elettori».
Per quanto riguarda il voto per le regionali del Lazio Donadi ha informato quindi di aver già parlato con Nicola Zingaretti: «Ho trovato ampia disponibilità ad avere il nostro tra i movimenti che lo sosterranno alle prossime elezioni».
Auguri per la nascita del nuovo soggetto anche da Di Pietro: «Rancore? Ma ci mancherebbe altro», il leader dell'Idv ha assicurato ai cronisti che lo hanno interpellato che con Massimo Donadi e gli altri usciti dell'Idv che hanno costituito Diritti e libertà, non c'è nessun risentimento.
«L'Idv è contenta di aver portato in parlamento e nelle istituzioni persone che, diventate maggiorenni, hanno deciso di camminare con le loro gambe. Ci auguriamo che con l'esperienza acquisita con noi noi in questi anni possono continuare a contribuire al bene del Paese».

Berlusconi presenta il marchio 'L'Italia che lavora'

Registrato il nome per una nuova lista.

Silvio Berlusconi non molla. L'ultimo atto del Cavaliere è rimbalzato dagli uffici per i brevetti dell'Unione Europea, dove il leader del Pdl ha depositato tre marchi per altrettanti movimenti politci.
Il primo - registrato il 23 ottobre - e più importante, sarebbe 'L'Italia che lavora', ovvero un progetto dell'ex premier per creare una lista di imprenditori da mettere alla guida del Paese.
LISTA PER ARTIGIANI E DIPENDENTI. Nei piani di Berlusconi, come ha riportato quotidiano Libero, alla base di questa lista, ci dovrebbero essere le 'vittime' del governo Monti, ovvero imprenditori, artigiani, e anche lavoratori dipendenti.
Un progetto al quale sarebbero molto vicini diversi amici del Cavaliere, come Flaivo Briatore e il tycoon dei resort Ernesto Preatoni.
LA TENTAZIONE DI UN POLO DI CENTRODESTRA. Il nuovo marchio, tuttavia, non è rimasto da solo per molto tempo.
L'8 novembre, infatti, sono stati presentati anche i nomi 'Centrodestra italiano' e 'Il centrodestra italiano', due nuove idee dell'ex premier, che lascerebbero presagire un tentativo di creare un'alleanza per votare alle prossime elezioni con il 'Porcellum' e cercare di sconfiggere il centrosinistra con un'alleanza a tutto campo.
Il nodo da sciogliere, però rimarrebbe quello degli alleati, tra cui la Lega Nord e La Destra di Francesco Storace.

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