Diamo per scontata la strumentalizzazione politica del
giornale vicino alle posizioni del centrodestra. Ma è proprio questo che più
lascia esterrefatti. Che si possa cavalcare un argomento che non dovrebbe
essere di per sé esplosivo, addirittura uno scoop, visto che si fa riferimento
ad un “documento riservato”. Ma davvero è una notizia di oggi che i “poteri
forti”, cioè finanziari a livello internazionale si sono saldati per
determinare secondo i loro interessi il nostro futuro? E che a questo
strapotere, nell’Europa comunitaria si aggiunge quello delle potenti euro
burocrazie non legittimate da alcuna investitura popolare e quindi
letteralmente irresponsabili?
E’ uno dei temi nodali dei giorni nostri, in Italia
molto più che altrove. La perdita di sovranità popolare è andata a vantaggio
non si sa bene di chi, anche se si sa benissimo perché. E il maggiore delitto
della classe politica e dei partiti italiani è di ignorare da decenni il
problema. Ontologicamente, cioè per il loro modo di essere: fenomeni
accidentali, prodotto di spinte particolaristiche o localistiche, formazioni
padronali e familistiche. Non che manchino esempi di ciò in altri Paesi. Ma,
nella maggior parte dei casi, accanto a partiti che hanno radici salde nella
storia e nella società. E, cosa più importante, strettamente collegati a
partiti fratelli di altre nazioni.
In conclusione: senza partiti in grado di collegarsi
con soggetti di stessa ispirazione presenti in molti altri Paesi in Europa e
nel mondo, l’Italia non uscirà mai dal suo stato di soggezione alle lobbies
finanziarie internazionali e ai burocrati di Bruxelles. Abbiamo necessità di un
corrispettivo delle grandi socialdemocrazie europee, dei grandi partiti
popolari e dei partiti liberali. Cioè di partiti che si colleghino
credibilmente e autorevolmente con i loro simili. Questa è la vera battaglia
per rinnovare la nostra politica e farle recuperare credibilità in Italia e
all’estero. Assistiamo, invece, a un desolante brulicare di imprenditori con
lunga storia alle spalle che si propongono per l’Italia futura,
magistrati-sindaci di città squassate da mille problemi, che invece di
risolverli pensano a partiti arancioni, comici, ancora ex magistrati
manipulitisti e magistrati palermitanguatemaltechi, ed altri improbabili
saltimbanchi, oltre ad una miriade di ultras di sinistra e di destra. E ci
meravigliamo che sia la City a decidere il destino dell’Italia?
Nicola Cariglia (dal sito Pensalibero)
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