Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


sabato 17 novembre 2012

ITALIA - La City e la sovranità nazionale

Solo nella anomala democrazia italiana si può presentare come uno scoop, a titoli cubitali, l’articolo che giorni fa occupava l’intera prima pagina su Libero, a firma del direttore Maurizio Belpietro: “La City ha già deciso il destino dell’Italia”. E ancora: “Documento riservato” e “ I rapporti dei colossi finanziari svelano che presto dovremo chiedere gli aiuti e saremo commissariati. Monti resterà per eseguire i voleri della Merkel. Ha ancora senso votare?”

Diamo per scontata la strumentalizzazione politica del giornale vicino alle posizioni del centrodestra. Ma è proprio questo che più lascia esterrefatti. Che si possa cavalcare un argomento che non dovrebbe essere di per sé esplosivo, addirittura uno scoop, visto che si fa riferimento ad un “documento riservato”. Ma davvero è una notizia di oggi che i “poteri forti”, cioè finanziari a livello internazionale si sono saldati per determinare secondo i loro interessi il nostro futuro? E che a questo strapotere, nell’Europa comunitaria si aggiunge quello delle potenti euro burocrazie non legittimate da alcuna investitura popolare e quindi letteralmente irresponsabili?

E’ uno dei temi nodali dei giorni nostri, in Italia molto più che altrove. La perdita di sovranità popolare è andata a vantaggio non si sa bene di chi, anche se si sa benissimo perché. E il maggiore delitto della classe politica e dei partiti italiani è di ignorare da decenni il problema. Ontologicamente, cioè per il loro modo di essere: fenomeni accidentali, prodotto di spinte particolaristiche o localistiche, formazioni padronali e familistiche. Non che manchino esempi di ciò in altri Paesi. Ma, nella maggior parte dei casi, accanto a partiti che hanno radici salde nella storia e nella società. E, cosa più importante, strettamente collegati a partiti fratelli di altre nazioni.

In conclusione: senza partiti in grado di collegarsi con soggetti di stessa ispirazione presenti in molti altri Paesi in Europa e nel mondo, l’Italia non uscirà mai dal suo stato di soggezione alle lobbies finanziarie internazionali e ai burocrati di Bruxelles. Abbiamo necessità di un corrispettivo delle grandi socialdemocrazie europee, dei grandi partiti popolari e dei partiti liberali. Cioè di partiti che si colleghino credibilmente e autorevolmente con i loro simili. Questa è la vera battaglia per rinnovare la nostra politica e farle recuperare credibilità in Italia e all’estero. Assistiamo, invece, a un desolante brulicare di imprenditori con lunga storia alle spalle che si propongono per l’Italia futura, magistrati-sindaci di città squassate da mille problemi, che invece di risolverli pensano a partiti arancioni, comici, ancora ex magistrati manipulitisti e magistrati palermitanguatemaltechi, ed altri improbabili saltimbanchi, oltre ad una miriade di ultras di sinistra e di destra. E ci meravigliamo che sia la City a decidere il destino dell’Italia?

Nicola Cariglia (dal sito Pensalibero)

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