Hanno fatto
lo sciopero della fame per sette giorni, manifestando fin sotto il Parlamento
poi si erano fidati delle promesse della politica. Gli era stato chiesto di
sospendere lo sciopero promettendo un intervento. Invece non è successo nulla,
ora dalle loro sedie a rotelle oppure dai letti dove sono costretti 42 malati
di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) annunciano nuove forme di protesta.
Dopo
l'ultimo no del governo ai fondi da destinare al sostegno e all'assistenza di
queste persone la rabbia è forte. I miliardi per acquistare inutili
cacciabombardieri ci sono, qualche milione per garantire una vita dignitosa a delle
persone, no. Un tira e molla agghiacciante tra speranze e delusioni. Qualche
giorno fa avevano deciso di protestare nel modo più estremo contro i tagli
inseriti dalla spending review. Uno sciopero della fame, per loro già in
condizioni di salute precarie, nota sul sito dell'associazione Vita
di donna , la ginecologa Lisa Canitano. Si sono privati
dell'alimentazione per ben sei giorni contro i tagli che il governo aveva fatto
per l'assistenza a domicilio dei disabili gravissimi. Quindi, anche per loro
che soffrono di questa malattia, dove la mente resta integra mentre il corpo
lentamente li abbandona in modo inesorabile. Poi è arrivata una speranza,
quella dell'impegno del governo ad intervenire e che chiedeva di interrompere
lo sciopero della fame. Alla fine, la doccia fredda. Perché i soldi,
ribadiscono dal governo, non ci sono. Il ministro Fornero, che si era impegnata
in prima persona a risolvere la questione, ha pianto durante il Consiglio dei ministri
dopo aver verificato la mancanza di fondi. Ora queste persone sono pronte a
riprendere la protesta, perché la loro vita dipende da una macchina e
dall'assistenza specialistica per 24 ore al giorno e di un computer per poter
comunicare emozioni e bisogni. Tutto questo costa moltissimo e le famiglie da
sole non ce la fanno a far fronte a spese così importanti.
Dal Comitato
16 novembre onlus garantiscono che passeranno il Natale sotto il ministero
dell'Economia in sciopero della fame, se le cose non cambieranno. «Non abbiamo
nulla da perdere», dicono. Una delle poche voci della politica in difesa dei
diritti dei 42 malati, oltre quelle dei "soliti" Radicali italiani, è
stata quella di Paolo Ferrero. Il segretario di Rifondazione comunista in una
nota ha commentato: «È inutile piangere sui diritti massacrati, la Fornero e
tutto il governo scelgano il popolo invece delle banche e stanzino
immediatamente le risorse necessarie per la non autosufficienza, altrimenti
avranno sulla coscienza tante vite spezzate». Ma siamo sicuri che costoro hanno
una coscienza?
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