La Capitale e dintorni conta il
maggior numero di indigenti del Centro Italia: sono 400mila le persone che devono far ricorso alle
associazioni di volontariato per portare un pasto in tavola. I pacchi
alimentari gratuiti sono aumentati in
2 anni del 17%, circa 70mila “nuovi poveri” hanno fatto la fila ai centri Caritas, Comunità di
Sant’Egidio, Banco Opere di Carità. E sono sempre loro, gli ex “normali” ora indigenti: pensionati, famiglie disagiate con figli piccoli, disoccupati.
La soglia di povertà si alza intorno alla Capitale. Secondo il rapporto del “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti
2012″, sta crescendo una
classe di nuovi poveri - esclusi dal Welfare, provati dalla disoccupazione o
dai tagli assistenziali - a cui soltanto le associazioni di volontariato
riescono a dare aiuto. Su base
nazionale, sono 3,7 milioni le persone assistite nel 2012 dalla rete di 7 organizzazioni caritative
riconosciute dall’Agea (Agenzia per la distribuzione delle eccedenze alimentari
in agricoltura): nel 2010
erano 2,7 milioni, un milione in meno.
Ben 400mila persone, ovvero una città grande quanto Firenze o Bologna, si sono messe in coda per la
distribuzione di beni alimentari nel solo
Lazio. Per il 90%, si
tratta di pacchi, contenenti olio, pelati, cibo in scatola, pasta, pane. Diminuisce (in proporzione) l’incidenza dei pasti in
mensa, a dimostrazione
che i nuovi indigenti hanno possibilità di cucinare (e lo preferiscono), ma non
arrivano a fine mese.
Il piano europeo di distribuzione degli alimenti, come ammettono gli stessi ministri
dello Sviluppo Economico Corrado Passera e delle Politiche Agricole Mario
Catania, è l’unico in grado di aiutare la
nuova “classe” di poveri: anziani con pensioni da fame (pari al 16% del totale), famiglie numerose
o disagiate che non rientrano nei paletti del
welfare, disoccupati o
inoccupati. I bambini, tanto per dire, sono il 5% del totale. L’impotenza dell’Amministrazione Pubblica è manifesta
e conclamata, in questo ambito: solo gli sforzi dei volontari ed i finanziamenti
provenienti dall’Unione Europea rendono possibile questo programma di distribuzione
“da ultima spiaggia”.
Eppure, il rischio è che venga interrotto
anche questo canale di emergenza. A Bruxelles si parla di tagliare i fondi del programma perché “troppo
dispendioso”: sono le voci del rigore già sentite per la Grecia e la Spagna, che
ne accettavano il fallimento pur di non intaccare le finanze pubbliche del Nord
Europa. Passera e Catania giurano di difendere ad oltranza il piano di
distribuzione, e sarà bene che ci riescano. Perché 400mila persone nel solo
Lazio sono un popolo, lo stesso popolo dell’articolo 1 della Costituzione
Italiana. Non possono essere dimenticati.
Fonte Dirittocritica
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