Pensare Globale e Agire Locale

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martedì 13 novembre 2012

ITALIA - Le pensioni senza diritto che ci prosciugano

Chi sono e quanto guadagnano i "privilegiati" d'Italia

Tra le tante ignobiltà di questo paese, una delle più schifose, alla quale sarebbe possibile rimediare nel tempo necessario per approvare una legge composta da 4 righe di testo, è quella delle mega pensioni.

Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito.

D’oro o meglio di platino. Chi rinuncerebbe a quel privilegio che ha preso il nome di pensione d’oro e che rappresenta in maniera più eclatante ed evidente il privilegio della famigerata casta? Le speranze erano tutte riposte nella “spending review” a cui si dedica il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, con l’aiuto del risanatore nonché commissario Enrico Bondi. Speranze destinate a procrastinarsi, dopo la bocciatura dell’emendamento proposto dall’onorevole Guido Crosetto del Pdl, che proponeva un tetto di seimila euro per tutte quelle pensioni erogate con il sistema contributivo. Proposta bocciata appunto dal governo (con l’ira dei sindacati) con l’intento di tagliarle in futuro.

Vale però la pena ricordare chi siano quelli che un pamplhet di Mario Giordano soprannominò “sanguisughe”, termine forte e purtroppo mai smentito dalla realtà e dall’autoriforma. Ecco i nomi:

- Felice Crosta, 496.139 euro l’anno e 1.369 euro al giorno

- Mauro Sentinelli ex direttore generale della Telecom 90 mila euro di pensione al mese

- Vito Gameberale, un passato in Eni, Telecom percepisce 44.000 euro al mese

- Biagio Agnes, giornalista ed ex direttore generale Rai con 26.140 euro al mese

- Giuliano Amato, primo presidente del consiglio a tagliare le pensioni perché considerate uno spreco, prende 1.047 euro lordi al giorno e 31.411 al mese

- Umberto Veronesi eletto senatore nel 2008 nel Pd è uno dei più ricchi in Parlamento con 140 mila euro al mese e 1.678.554 euro all’anno

- Giuseppe Gambale ha ottenuto la sua pensione da 8.455 euro al mese a soli 42 anni

- Luca Boneschi, parlamentare, per un solo giorno di lavoro prende 3.108 al mese

- Per Romano Prodi i 4.246 euro al mese che prende dall’Inpdap, si accumulano con i 4.725 dal Parlamento e i 5.283 dall’Unione europea

- Alberto De Petris, ex chief technical officer di Infostrada, accumula 1676 euro al giorno per 50 mila euro al mese

- Germano Fanelli, 63 anni, specialista in componentistica elettronica si è procurato un vitalizio di 46 mila euro a mese

- Cesare Geronzi, 76 anni e in pensione da quando ne aveva 61, oltre agli stipendi raccimolati negli anni tra Capitalia, Mediobanca, Generali, aggiunge una pensione dall’Inps di 22.037 al mese

- Luciano Moggi è uno dei fortunati dell’Istituto di previdenza sociale con quasi 12 mila euro al mese

A Mauro Sentinelli dobbiamo riconoscere che se oggi percepisce una pensione di tale portata, è perché ha fatto una carriera di tutto rispetto, a differenza dei tanti che percepiscono 20-30.000 euro al mese per aver scaldato gli scranni del parlamento per trent'anni. E' stato lui l'ideatore del "servizio prepagato Tim Card", che ha generato immensi profitti per la sua azienda. Una carriera, la sua, premiata con diverse cariche onorifiche: nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Dobbiamo riconoscergli di aver versato senza dubbio ingenti contributi pensionistici e tasse, tuttavia pensioni di tale importo non dovrebbero essere contemplate dalla legge, non dovrebbero esistere.

L'unica soluzione di BUON SENSO e GIUSTIZIA SOCIALE, in questa italietta governata da persone che non conoscono nemmeno il significato di tali parole, sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall'importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 - 3.500 euro mensili netti: una misura che consentirebbe all'Inps di risparmiare almeno 8 miliardi all'anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona.

Con 8 miliardi di euro annui - pari a poco più di 666.500.000 al mese - sarebbe possibile aumentare immediatamente di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni; una somma che pur non essendo sufficiente per offrire condizioni di vita decenti a chi percepisce la pensione minima, rappresenterebbe una boccata d'ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell'economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato, verrebbero spesi per far fronte alle necessità quotidiane
Ricordiamo gli attuali dati ISTAT: Pensioni, Inps: una su due è sotto i 500 euro, 8 su 10 sotto 1.000. Più povere le donne.

1 commento:

  1. Mi viene da ridere quando sento dire che HA VERSATO TANTI CONTRIBUTI, questa è la barzelletta inventata dai sindacati per fregare i poveri operai. Un'azienda paga gli stipendi agli operai in base a quanto percepiscono e versa i contributi per queste cifre all'inps. La ditta mette sul mercato il prodotto caricato di tutte queste spese, perciò non è la singola persona dipendente che paga , ma il consumatore finale. Perciò il guadagno di un dipendente è quanto porta a casa e non quello che costa all'azienda, perciò ci sarà qualcuno che abbia voglia di affrontare questo problema ? Sicuramente usciranno voci che dicono che loro lasciano più di un'altro....è una falsità, un'illusione creata a misura perche si creassero delle gerarchie che ognuna n rivendicasse sull'altra il proprio punto di forza " io lascio " e nessuno si è accorto che con questo sistema la maggioranza delle persone andranno in pensione sempre con pensioni che se sono singole difficilmente potranno avere una vecchiaia serena. Be l giochini vero ? In Svizzera esistono soltanto due pensioni di vecchiaia, un motivo ci sarà.....

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