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martedì 6 novembre 2012

ITALIA - Primarie PDL a rischio

Silvio Berlusconi per il momento si tiene alla larga dalla disputa. Angelino Alfano, invece, prova a mobilitarsi per superare i numerosi dubbi. Per questo, il segretario ha convocato per domani il tavolo delle regole nella sede del partito

ROMA - «AAA candidato cercasi». Non siamo ancora agli annunci sui quotidiani, ma certo nel Pdl in molti iniziano a porsi seriamente il problema del parterre di candidati alle primarie. Che, almeno per il momento, risulta un po' sguarnito. Il paradosso diventa allora che, dopo anni di attacchi frontali a Giulio Tremonti, nel partito di via dell'Umiltà c'è chi fa il tifo per una sua candidatura. Un modo come un altro per rendere più credibile e formalmente incerta la sfida.

BERLUSCONI IN STAND BY - Silvio Berlusconi per il momento si tiene alla larga dalla disputa. Angelino Alfano, invece, prova a mobilitarsi per superare i numerosi dubbi. Per questo, il segretario ha convocato per domani il tavolo delle regole nella sede del partito. E dovrebbe riunire dopodomani, anche se manca la convocazione, l'ufficio di presidenza del partito per fissare la data delle consultazioni. Non si sa se alla presenza dell'ex premier, visto che Berlusconi per il momento non mette la faccia sul dossier primarie. In compenso, rigenerato dalla mini vacanza in Kenya, l'ex premier potrebbe far rientro già in nottata dal resort di Briatore.
Almeno su un punto non sembrano esserci dubbi, Angelino Alfano correrà alle primarie. Ma per gli altri candidati bisognerà attendere il 17 novembre, data ultima per la presentazione delle firme. Il tetto fissato - salvo ripensamenti - è di diecimila firme. Da raccogliere in almeno cinque regioni e con almeno duemila firme per regione. Una soglia considerata complicata da raggiungere per chi non può contare sull'apparato di partito.

SI TEME UNA SFIDA ALFANO - SANTANCHE' - Il peggiore degli scenari prevede una 'polarizzazione' del voto e una sfida che si riduca al duello Alfano-Santanché. Con alcuni altri outsider come Galan e Cattaneo a fare da cornice al braccio di ferro. Per questo c'è chi nel partito ha chiesto a Franco Frattini di scendere in campo per rappresentare le posizioni marcatamente montiane. E per la stessa ragione gli ex An continuano a ragionare sulla possibilità di candidare uno dei big, in chiave critica nei confronti dell'esecutivo dei tecnici. I nomi sono sempre gli stessi: Meloni, Alemanno, La Russa e Gasparri. Ma fra loro c'è chi continua a osteggiare l'idea di un candidato d'area. Una competezione che non avrebbe l'appeal e non godrebbe della copertura mediatica di quella in atto nel Pd, capace invece di monopolizzare il dibattito politico. Tutto questo senza considerare la rischiosissima sfida dei numeri. In poche settimane è complicato organizzare un evento del genere e ancora più complesso è mobilitare un'ampia platea di simpatizzanti, soprattutto se paragonata a quella chiamata a raccolta dai democratici.
Dalle parti dei fedelissimi berlusconiani non arrivano dichiarazioni tranquillizanti. Non si tratta solo dei 'consigli' di Micaela Biancofiore - che propone un rinvio delle primarie e predice un flop - ma anche dai recenti affondi di Bondi. Il rischio dello slittamento è reale. E uno slittamento significherebbe di fatto accantonare le consultazioni in attesa di capire cosa deciderà di fare il Cavaliere.

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