ROMA - «AAA candidato cercasi». Non siamo ancora
agli annunci sui quotidiani, ma certo nel Pdl in molti iniziano a porsi seriamente
il problema del parterre di candidati alle primarie. Che, almeno per il
momento, risulta un po' sguarnito. Il paradosso diventa allora che, dopo anni
di attacchi frontali a Giulio Tremonti, nel partito di via dell'Umiltà c'è chi
fa il tifo per una sua candidatura. Un modo come un altro per rendere più
credibile e formalmente incerta la sfida.
BERLUSCONI IN STAND BY - Silvio Berlusconi per il momento si tiene alla
larga dalla disputa. Angelino Alfano, invece, prova a mobilitarsi per superare
i numerosi dubbi. Per questo, il segretario ha convocato per domani il tavolo
delle regole nella sede del partito. E dovrebbe riunire dopodomani, anche se
manca la convocazione, l'ufficio di presidenza del partito per fissare la data
delle consultazioni. Non si sa se alla presenza dell'ex premier, visto che
Berlusconi per il momento non mette la faccia sul dossier primarie. In
compenso, rigenerato dalla mini vacanza in Kenya, l'ex premier potrebbe far
rientro già in nottata dal resort di Briatore.
Almeno su un punto non sembrano esserci dubbi, Angelino Alfano correrà alle primarie. Ma per gli altri candidati bisognerà attendere il 17 novembre, data ultima per la presentazione delle firme. Il tetto fissato - salvo ripensamenti - è di diecimila firme. Da raccogliere in almeno cinque regioni e con almeno duemila firme per regione. Una soglia considerata complicata da raggiungere per chi non può contare sull'apparato di partito.
Almeno su un punto non sembrano esserci dubbi, Angelino Alfano correrà alle primarie. Ma per gli altri candidati bisognerà attendere il 17 novembre, data ultima per la presentazione delle firme. Il tetto fissato - salvo ripensamenti - è di diecimila firme. Da raccogliere in almeno cinque regioni e con almeno duemila firme per regione. Una soglia considerata complicata da raggiungere per chi non può contare sull'apparato di partito.
SI TEME UNA SFIDA ALFANO -
SANTANCHE' - Il peggiore degli scenari prevede
una 'polarizzazione' del voto e una sfida che si riduca al duello
Alfano-Santanché. Con alcuni altri outsider come Galan e Cattaneo a fare da
cornice al braccio di ferro. Per questo c'è chi nel partito ha chiesto a Franco
Frattini di scendere in campo per rappresentare le posizioni marcatamente
montiane. E per la stessa ragione gli ex An continuano a ragionare sulla
possibilità di candidare uno dei big, in chiave critica nei confronti
dell'esecutivo dei tecnici. I nomi sono sempre gli stessi: Meloni, Alemanno, La
Russa e Gasparri. Ma fra loro c'è chi continua a osteggiare l'idea di un
candidato d'area. Una competezione che non avrebbe l'appeal e non godrebbe
della copertura mediatica di quella in atto nel Pd, capace invece di
monopolizzare il dibattito politico. Tutto questo senza considerare la
rischiosissima sfida dei numeri. In poche settimane è complicato organizzare un
evento del genere e ancora più complesso è mobilitare un'ampia platea di
simpatizzanti, soprattutto se paragonata a quella chiamata a raccolta dai democratici.
Dalle parti dei fedelissimi berlusconiani non arrivano dichiarazioni tranquillizanti. Non si tratta solo dei 'consigli' di Micaela Biancofiore - che propone un rinvio delle primarie e predice un flop - ma anche dai recenti affondi di Bondi. Il rischio dello slittamento è reale. E uno slittamento significherebbe di fatto accantonare le consultazioni in attesa di capire cosa deciderà di fare il Cavaliere.
Dalle parti dei fedelissimi berlusconiani non arrivano dichiarazioni tranquillizanti. Non si tratta solo dei 'consigli' di Micaela Biancofiore - che propone un rinvio delle primarie e predice un flop - ma anche dai recenti affondi di Bondi. Il rischio dello slittamento è reale. E uno slittamento significherebbe di fatto accantonare le consultazioni in attesa di capire cosa deciderà di fare il Cavaliere.
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