Il rapporto – parte della campagna
di Oxfam COLTIVA. Il cibo, la vita, il pianeta – sottolinea come la
crescente domanda europea di biocarburanti stia favorendo l’aumento dei prezzi
alimentari su scala globale e, in molti casi, l’espulsione delle comunità
locali dalle loro terre, aumentando in modo drammatico fame e malnutrizione nei
paesi più poveri.
“La normativa europea richiede
che entro il 2020 il 10% dell’energia per i trasporti provenga da fonti
rinnovabili, col fine di rendere il settore più verde. Questo obiettivo
è raggiungibile solo facendo affidamento su biocarburanti provenienti da
colture destinate a fini alimentari”, dichiara Elisa Bacciotti,
responsabile della campagna Coltiva di Oxfam. “In questo modo l’Europa sta
scatenando la corsa ai biocarburanti a livello mondiale, privando milioni
di persone di cibo, terra e acqua”. Per soddisfare la loro domanda di
biocarburanti, i paesi UE devono importare da paesi extracomunitari notevoli
quantità di materie prime o di prodotto raffinato, ricavate da terre che
avrebbero potuto essere destinate alla produzione di cibo. “Entro il 2020
l’Europa potrebbe avere bisogno di un quinto di tutto l’olio vegetale prodotto
al mondo”, prosegue la Bacciotti. “L’Italia, ad esempio, ha importato nel
2009 il 49% delle materie prime utilizzate per l’energia del settore dei
trasporti da paesi extra UE: una percentuale che nel 2010 è cresciuta al 60%”.
La politica dell’Unione Europea sta
sprecando risorse pubbliche: solo nel
2008 il valore degli incentivi per la produzione di biocarburanti è stato di
circa 3 miliardi di euro, quasi quanto il totale dei tagli previsti dal
controverso accordo sul salvataggio della Grecia deciso lo scorso febbraio. In
Italia, sempre nel 2008, il costo delle mancate entrate per l’erario dovute
agli incentivi per lo sviluppo dei biocarburanti è stato di oltre 100 milioni.
Entro il 2020 la domanda di
biocarburanti potrebbe far aumentare i prezzi di alcuni alimenti fino al 36%, con un impatto sui consumatori di tutto il mondo ma
soprattutto sui più poveri, che spendono fino al 75% del loro reddito per
l’acquisto di cibo.
L’attuale picco dei prezzi
alimentari è un pericoloso campanello d’allarme: senza una decisa inversione di rotta, molte più
persone saranno condannate alla fame e alla povertà. Per questo Oxfam
chiede ai ministri dell’Energia riuniti oggi a Cipro di abolire le misure a
sostegno dei biocarburanti. Anche considerato che – come testimoniano molte
evidenze scientifiche – queste politiche non riducono gli effetti del
cambiamento climatico. Anzi, li aggravano.
Le alternative per rendere più sostenibile il settore dei trasporti
esistono: introdurre standard più elevati di efficienza energetica per le case
automobilistiche, migliorare la rete dei trasporti, promuovere le auto
elettriche. E’ ora di cambiare rotta.
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