Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


mercoledì 21 novembre 2012

USA/CINA - Relazioni che contano

Barack Obama incontra Wen Jiabao in Cambogia. Al centro rapporti bilaterali e intese economiche.

di Marco Zappa

Pechino - Il 21 novembre i media cinesi sono tutti focalizzati sulla giornata conclusiva del meeting dell'Asean a Phnom Penh, in Cambogia. Martedì 19, infatti, il premier Wen Jiabao ha incontrato il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama per porre le basi di una collaborazione stabile tra Pechino e Washington nel prossimo decennio. In particolar modo in vista del cambio di leadership cinese che si concluderà a marzo con l'insediamento di Xi Jinping alla presidenza della Repubblica popolare cinese.
TENSIONI ANCORA IRRISOLTE. Sotto la superficie di amichevole collaborazione e promesse di prosperità comune sul bacino del Pacifico , il vertice Asean allargato di Phnom Penh ha lasciato intravvedere alcuni nervi scoperti. Il Global Times, quotidiano di Pechino di posizioni nazionaliste, ha etichettato la tre giorni di meeting interasiatico come un'«occasione per alcuni Paesi di internazionalizzare le questioni territoriali che li vedono coinvolti con la Cina».
ECONOMIA E SICUREZZA AL CENTRO. Di sicuro, è stata un'occasione per Cina e Usa, le prime due superpotenze mondiali, per discutere degli assetti bilaterali futuri, con la speranza di «portare un messaggio positivo a tutto il mondo».
Obama e Wen, insieme per l'ultima volta, riportano oggi il China Daily e il Global Times, quotidiani in lingua inglese vicini al Pcc, hanno discusso soprattutto di economia e sicurezza. Maggiore attenzione, dicono i media cinesi, è stata dedicata soprattutto a questo secondo punto.
«Gli Usa si aspettano che le controversie territoriali siano risolte in modo pacifico», ha dichiarato Obama. È chiaro il riferimento alla disputa sulle isole Senkaku o Diaoyu che oppone Pechino a Tokyo.
IL PROBLEMA GIAPPONE. In molti si aspettano che nel caso la disputa si trasformasse in un conflitto bellico, Washington supporterebbe la seconda più che la prima. A latere dei colloqui Wen-Obama, il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda ha ricordato al presidente Usa il capitolo 'sicurezza in Asia'.
Noda, rivela il Global Times, ha sottolineato l'importanza delle relazioni bilaterali Giappone-Usa, in vista della «crescente severità della situazione in Asia-Pacifico». Obama ha però risposto alla controparte nipponica che nonostante gli Usa supportino l'alleanza con Tokyo, Washington «vuole evitare potenziali escalation».

Washington preferisce non dare giudizi


Posizione confermata durante l'incontro tra Obama e Wen Jiabao. «Washington non prenderà le parti di nessuno nelle contese territoriali e di sovranità». Obama ha poi sottolineato l'importanza di una ascesa pacifica della Cina in quanto cruciale per la sicurezza e la prosperità mondiali. Tanto che la nuova amministrazione Usa ha già in cantiere per il prossimo quadriennio una roadmap per i rapporti bilaterali Usa-Cina.
DISPONIBILITÀ A COLLABORARE. Wen Jiabao, da parte sua, ha assicurato la piena disponibilità della Cina a collaborare per «risolvere le difficoltà e le differenze attraverso un'economia di larga scala e la cooperazione finanziaria», da un capo all'altro del Pacifico.
E sulle controversie territoriali che vedono Pechino opposta a Tokyo nel Mar cinese orientale, ma anche ad Hanoi e Manila nel Mar cinese meridionale, «nonno Wen» ha assicurato che la Cina «ama e mantiene la pace» e «continuerà a migliorare la comunicazione e le consultazioni su questioni internazionali e regionali, soprattutto in Asia-Pacifico».
NO A FUTURE PENALIZZAZIONI ALLA CINA. Alcuni specialisti degli Usa raggiunti dal China Daily confermano che l'atteggiamento da entrambe le parti è positivo e incentrato alla collaborazione sul piano economico e del commercio. Anche se gli Usa rimangono fermi nel difendere le misure adottate contro le imprese cinesi accusate di immettere sul mercato americano beni a prezzi troppo concorrenziali, penalizzando gli operatori nazionali. «Le nuove misure bilaterali in campo», dice Jia Xiudong, altro ricercatore all'Istituto di studi internazionali di Cina, contattato dal China Daily, «non devono penalizzare ingiustamente la Cina o essere adottate unlateralmente dagli Usa».
USA ACCUSATI DI PROTEZIONISMO. Washington rimane ancora nel mirino dei grandi gruppi industriali cinesi per il suo 'protezionismo'. Prima le indagini a carico di Huawei e Zte, principali fornitori cinesi di apparecchiature per la telecomunicazione, per spionaggio industriale. Poi la stessa amministrazione Obama ha fermato i progetti del più grande costruttore di macchinari cinese, Sany Group, per un impianto eolico in Oregon.

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