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martedì 4 dicembre 2012

GERMANIA - Merkel, i panzer della bufera

Il cancelliere apre a un nuovo export di carri armati in Arabia Saudita. Lo Spiegel svela un contratto segreto. Ma il tema morale spacca la stessa coalizione di governo.

di Pierluigi Mennitti

Martedì, 04 Dicembre 2012 - Robustezza, efficienza e affidabilità sono gli attributi che accompagnano nell'immaginario collettivo i prodotti made in Germany: un mantra pubblicitario cavalcato dalle aziende di esportazione che hanno conquistato fette di mercato in tutto il mondo. Ma se applicati all'industria degli armamenti, tali aggettivi acquistano un significato cinico e sinistro. Dunque in Germania si va cauti nello sbandierare il fatto che una parte del successo economico tedesco poggi sulle armi. Soprattutto quando viene fuori che, inevitabilmente, tra i clienti interessati a questo tipo di produzione vi siano Paesi e regimi privi di certificati riconosciuti di democrazia.
DAI LEONARD AI BOXER. Tra i casi saltati fuori negli ultimi anni, il più imbarazzante era stato quello dell'Arabia Saudita, che aveva commissionato centinaia di carri armati del tipo Leopard 2, un macchinone di 60 tonnellate considerato fra i più efficienti mezzi da combattimento in giro per il mondo. Il Consiglio federale di sicurezza, investito della competenza, non ha ancora sciolto il nodo della fattibilità dell'operazione commerciale, rinviando di riunione in riunione la decisione definitiva anche a causa delle polemiche furiose rimbalzate sui giornali.
Ma da qualche giorno, i tavoli dei sorveglianti della sicurezza tedesca dovrebbero essersi ingolfati di nuove carte, dal momento che gli stessi sauditi, evidentemente entusiasti dei carri armati made in Germany (e forse rassicurati da qualche mediatore sull'esito della decisione sui Leopard 2), hanno presentato una nuova offerta irresistibile, questa volta per l'acquisto di centinaia di veicoli corazzati del modello Boxer.
LA RIUNIONE SEGRETA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA. La notizia è stata lanciata in esclusiva dal sito online dello Spiegel, che poi nell'edizione cartacea ha dedicato al contratto segreto e all'inarrestabile passione di Angela Merkel per l'industria degli armamenti la sua storia di copertina, con tanto di fotomontaggio della cancelliera in uniforme militare attorniata da panzer, aerei e navi militari. Secondo le informazioni dello Spiegel, la proposta giunta da Rihad è stata già discussa in una riunione segreta del Consiglio tenutasi lunedì 26 novembre, senza però che neppure in questo caso sia stata presa una decisione: il tutto è stato rimandato al prossimo anno.

I Radpanzer fanno gola all'Arabia Saudita


«Anche i Boxer, al pari dei Leopard 2, sono considerati fra i migliori mezzi di combattimento esistenti», ha scritto il settimanale, «e vengono attualmente utilizzati dalle truppe tedesche dislocate in Afganistan come mezzo corazzato di trasporto». Fanno parte di un progetto elaborato dall'Occar, l'organizzazione congiunta di cooperazione europea in materia di armamenti, per dotare gli eserciti di Germania e Paesi Bassi di un nuovo corazzato pesante che garantisca elevata protezione in caso di conflitti ad alta intensità. I sauditi vorrebbero acquistarne un grande stock per rinnovare gran parte della gamma dei veicoli a disposizione della guardia reale, adeguandola agli standard internazionali più moderni.
PERFETTI PER REPRIMERE LE RIBELLIONI INTERNE. Il problema è che i Radpanzer (questo il nome tedesco) hanno un'eccellente efficacia non solo sui tradizionali campi di battaglia ma, grazie alla loro agilità e flessibilità dovuta al sistema delle ruote non cingolate, danno il meglio di sé nel contrasto alle manifestazioni di piazza e alla guerriglia urbana. Perfetti dunque per il mantenimento dell'ordine pubblico e per la difesa del regime da ogni ribellione interna.
L'ETICA CONTRO UN LUCROSO CONTRATTO. Il dilemma dunque si è rinnovato: può un Paese come la Germania, legato a trattati internazionali che salvaguardano i diritti umani, fondato sul rispetto dei valori democratici e, non ultimo, condizionato da un passato militaresco che la Bundesrepublik ha emendato con molta fatica, chiudere gli occhi sul possibile utilizzo dei carri armati da parte delle autorità saudite e concludere il lucroso contratto?
LE POSIZIONI DI MERKEL APRONO CREPE NEL GOVERNO. Per Angela Merkel sì. La cancelliera ha difeso la linea del governo verso l'Arabia Saudita in un'intervista televisiva sul primo canale pubblico Ard: «Su argomenti così delicati, si opera sempre una valutazione fra diritti civili e stabilità. La Germania conduce una partnership strategica con alcuni Paesi del Golfo dovuta al serio pericolo costituito dal programma nucleare iraniano». Ma nella sua stessa coalizione si sono aperte le prime crepe.
Come ha riportato ancora lo Spiegel in un successivo articolo, «dopo le ultime rivelazioni esponenti della Cdu e dell'Fdp hanno criticato la mancanza di informazione in materia di export d'armi e hanno chiesto al governo maggiore trasparenza».
PARLAMENTARI ALL'OSCURO. I parlamentari hanno accusato l'esecutivo di averli finora tenuti all'oscuro delle trattative e pretendono che in futuro il Bundestag prenda parte alle decisioni, specie quando riguardano Paesi sensibili. Elhe Hoff, portavoce dei liberali, ha proposto la costituzione di un'apposita commissione parlamentare con gli esponenti di tutti i partiti che partecipi a ogni passaggio decisionale che riguardi sia i contratti di esportazione d'armi sia l'impiego di militari tedeschi nelle missioni internazionali.

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