Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 15 dicembre 2012

ITALIA - Pd, truppe in fuga dal segretario

Fioroni, Franceschini e Ichino tentati da Monti. Soffia aria di scissione anche a sinistra. A rischio i posti in lista. Bersani: “Non temiamo Monti”

di Edda Guerrini

Lo tsunami è in arrivo. E non solo nel Pdl.  Perché se davvero Mario Monti farà quel salto in politica che molti, dopo la corale investitura da parte del Ppe, danno ormai per certo, il Pd non rimarrà a guardare.
La parola scissione torna ad aleggiare. E riguarda gli ex popolari che fanno riferimento a Beppe Fioroni, da giorni in piena ebollizione. Pronti a dire addio a Pier Luigi Bersani, non appena il Prof annuncerà il suo impegno.
EX DL: «UNA SCELTA OBBLIGATA». Perché se Monti scendesse in campo, con l’intenzione di creare un raggruppamento di moderati, per giunta benedetto dalla Chiesa e da molti movimenti cattolici, sarebbe complicato ignorarlo. Non si tratterebbe solo di scegliere tra un partito del 30% e uno di centro ma di piccole dimensioni, dal 5 al 10%. «La Cosa montiana», spiega a Lettera43.it un ex popolare, «sarà la nuova Dc. E noi fra un progetto del genere e un condominio con Vendola, non abbiamo scelta». Certo, si dice, se Bersani avesse fatta sua l’agenda Monti non saremmo a questo punto. «Purtroppo», continua l'onorevole, «ha preferito inseguire Fassina e Vendola».

I contatti tra ala moderata del Pd, cattolici e Bonanni


In questi giorni i contatti tra i moderati del Pd, le alte gerarchie vaticane, le associazioni e i movimenti cattolici e Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, sono continui. Si aspetta il sì di Monti, poi tutto si scioglierà.
Le pressioni che vengono dalla Cei, del resto, sono fortissime. C’è bisogno, secondo la Conferenza dei vescovi italiani, di una forza responsabile ed europeista. E il Pd non viene considerato affidabile.
I 33 FIORONIANI PRONTI ALLO STRAPPO. Gli uomini di Fioroni pronti a rompere con il Pd sono 33, tra deputati e senatori. Ma a questi bisogna aggiungere i consiglieri comunali e regionali in giro per il Paese.
Se l’ex ministro dell’Istruzione consumasse lo strappo non sarebbe, quindi, indolore per Bersani. Non tanto per un fatto numerico, ma perché rafforzerebbe l’immagine di un partito di sinistra, continuazione della tradizione Pds-Ds.
LE TRUPPE DI FRANCESCHINI IN FERMENTO. I popolari non sono gli unici, del resto, ad aspettare le mosse di Monti. Anche alcuni ex Margherita che stanno con Dario Franceschini non escludono l’ipotesi di seguire il premier.

Il nodo delle primarie per il parlamento e i posti a rischio


Peraltro le regole filtrate in questi giorni per le primarie dei parlamentari rendono quasi impossibile la ricandidatura per molti fioroniani e franceschiniani. E questo potrebbe rappresentare un ulteriore incentivo a lasciare il Pd.
LA TENTAZIONE DI ICHINO. Tentati dalla lista Monti sono poi alcuni ultras-montiani, a cominciare da Pietro Ichino, mal tollerato dall’ala sinistra del Pd che non passa giorno senza lanciare anatemi contro il giuslavorista. E come lui altri liberal, ex veltroniani.
GLI SHERPA TRA MONTIANI E PD. A fare da ponte tra l’entourage montiano e i moderati del Pd sono il ministro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e lo stesso Olivero che proprio alcuni giorni fa teorizzava l’importanza di un’alleanza pre-elettorale tra il centro e il Pd.
Un altro sherpa è Lorenzo Dellai, già inventore della Margherita. Insomma la diaspora democristiana potrebbe ricomporsi. A spese di Bersani. E sotto il nome di un non-democristiano, Mario Monti.

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