Così alle Primarie la presenza dei
socialisti si è appena vista ma non fatta sentire in maniera massiccia: si
calcola che al massimo ci siano state 30 mila presenze complessive tra iscritti
e non iscritti e non tutti hanno votato Bersani.
Si è ripiegato così sulle Primarie
delle Idee: a chi vi ha partecipato nei gazebo era consentito per ogni idea
scegliere tra alcune opzioni, non era consentito proporre proprie idee! Tra
insofferenze e forti mugugni visibili su facebook si è arrivati alla pressoché
ultimata trattativa tra i vertici dei due partiti. Non dovrebbero essere più di
sei, tra interni ed esterni, i rappresentanti del Psi nelle liste del Pd.
Niente liste autonome per il gran timore concreto di non arrivare alla soglia
del 2% tra le liste di apparentamento, quindi esser superati dal 'Centro
Democratico' di Bruno Tabacci, né un richiamo al socialismo europeo. Chi
saranno allora i magnifici sei parlamentari ufficiali del Psi, di cui tre
interni e tre esterni o quattro interni e due esterni, tutti graditi e alcuni
suggeriti direttamente dal Pd?
Tra gli interni, sicuro il
segretario Nencini: per lui un posto un posto nel listino bloccato della
Toscana. "Mi auguro di vedere Nencini al governo", ha detto il
segretario regionale del Psi della Toscana, Pieraldo Ciucchi, aprendo la
campagna per le Primarie delle Idee. Poi Pia Locatelli, per la seconda volta
Presidente dell'Internazionale Socialista Donne, suggerita e voluta da Bersani.
Quindi Bobo Craxi, sul cui nome si sarebbe speso addirittura Massimo D'Alema e,
nello schema dei quattro interni, il tesoriere Oreste Pastorelli. Si fa, come
quarto, il nome - per un collegio senatoriale in Sicilia -
dell'ex-socialdemocratico ed ex-Pdl, Carlo Vizzini, presidente della
Commissione Affari Costituzionali del Senato, recentemente passato al Psi e
prontamente inserito nella segreteria. Ma se i cordoni della borsa non
dovessero 'in extremis' allargarsi, ha molte più chance il tesoriere Oreste
Pastorelli, uomo di fiducia di Nencini. Tra gli esterni, presi da una lista di
personalità che appoggiano il Psi, i papabili sono: Claudio Martelli, già vice
di Craxi e nel 1991 Ministro della Giustizia: in questo ruolo affidò a Giovanni
Falcone la Direzione Generale degli Affari Penali e con lui lavoro' alla
Superprocura antimafia. Di recente sulla spinosa e controversa trattativa
Stato-mafia, Martelli ha accusato l'ex-presidente della Repubblica Oscar Luigi
Scalfaro di essere: "Lui il dominus, colui che regnava"; di aver lui
scelto "Conso, Amato, Mancino e Capriotti", insomma di essere stato
il protagonista di una "regia che ci fu per la 'normalizzazione' del
rapporto con la mafia", con l'obiettivo di fermare le stragi. Martelli
farebbe poi coppia con Piero Grasso il procuratore antimafia candidato al
Senato e stretto collaboratore a suo tempo di Falcone e Paolo Borsellino.
Insieme a Martelli, verrebbe ripescato anche l'ex-portavoce del Psi e direttore
dell'Avanti! Ugo Intini. In una improbabile ipotesi del terzo esterno, ci
sarebbe lo storico Mario Gervasoni: difficilissima e complicatissima una
candidatura di Beppe Englaro!
La partita insomma è chiusa
nonostante sia in programma una ennesima segreteria oggi: con Bobo Craxi,
Claudio Martelli e Ugo Intini, Bersani si assicura 'la tradizione socialista' e
con la Locatelli un ottimo viatico nell'Internazionale socialista, e Nencini
con Pastorelli il suo uomo di fiducia. Tra gli interni, nessun posto per i
colonnelli: da Marco Di Lello a Lello Di Gioia a Angelo Sollazzo a Nino Oddo.
Ovvio che sia iniziata la 'rivolta'
degli esclusi, di coloro che aspiravano ed aspirano ad un posticino sicuro in
Parlamento: 'rivolta' che però era già iniziata nei territori dove i comitati
regionali e provinciali da tempo hanno chiesto la presentazione di una lista
autonoma del Psi apparentata al Pd tanto per la Camera che per il Senato. Il
rischio più grosso è che l'accordo nazionale, se chiuso a queste condizioni,
poi si trasferisca a livello regionale: niente liste autonome del Psi, ma
appunto candidati direttamente inseriti nelle liste del Pd!
In queste febbrili ed ultime ore di
una trattativa che tale non è mai stata, nel senso che a bussare alla porta del
Pd è stato il Psi ricevendo ospitalità ma alle condizioni del padrone di casa,
torna alla mente la profezia di Riccardo Lombardi nel suo ultimo intervento al
CC del Psi di Bettino Craxi, all'Ergife a Roma il 30 giugno 1984 dove arrivò
sorretto da quattro 'amici compagni'. Volle essere presente nonostante fosse
molto malandato nella salute. Arrivato all'Ergife dalla modestissima casa di
Monteverde, stracolma di libri e riviste, riuscì a sedersi al tavolo verde
della presidenza grazie alla signorilità di Giorgio Ruffolo che gli cedette il
posto. Allo speaker imbarazzato - ma non come l'imbarazzatissimo Bettino - che
gli chiese se volesse intervenire, Lombardi, sorrise, ringraziò, e prese a
parlare rivolgendosi prima verso Craxi e poi verso la platea che accennò
timidamente all'applauso.
Con la mano tremante impugnò il microfono
e aiutandosi con l'altra se lo appoggiò quasi alle labbra. Quel Psi non gli
apparteneva più a differenza invece del socialismo. Il tono basso della voce
improvvisamente si alzò, al pari della spietata analisi tutta incentrata sullo
smarrimento totale dei valori fondamentali del socialismo: in particolare le
condizioni di vita della 'povera gente', l'unita' della sinistra. "Ci
siamo isolati da tutti". Lo ripeté tre volte e concluse: "Un Psi così
non ha motivo di esistere". Salutò con lo sguardo sorridente il gotha
schierato dietro il tavolo verde, strinse la mano all'amico e compagno Ruffolo
ringraziandolo del nobile gesto e sorretto dai quattro 'amici compagni' se ne
tornò dalla sua Ena a Monteverde.
Da quel giorno, il Psi scomparve
dalla scena politica: Tangentopoli confermò l'analisi spietata, ma ancora di
più la confermarono tutti i tentativi falliti di rigenerarlo, compresa
l'attuale gestione di Nencini. "Noi non ci battiamo per il Psi, noi ci
battiamo per il socialismo: il principio del partito vale per il Pci, il nostro
è il popolo-lavoratore", ribadì alla platea ammutolita anche quel giorno.
Da Craxi in avanti, tutti coloro che, nessuno escluso, si sono impossessati del
Psi, fatto esattamente il contrario: anche un Psi all'1% per qualche misero
posto in Parlamento, ma poco, pochissimo spazio al socialismo. Ora la base in
rivolta, delusa e amareggiata, si rivolgerà altrove: ma dove? Si oscilla dal
'M5S' di Beppe Grillo a 'Rivoluzione civile' del magistrato Antonio Ingroia che
è pronta ad accogliere i delusi: del resto ha già fatto suo il famoso quadro di
Pellizza da Volpedo, "Quarto stato", non senza le rimostranze del
sindaco socialista di Volpedo, il paese dell'icona, Giancarlo Filippo Pio
Caldone. In una lettera al magistrato Caldone si dice "veramente
disgustato dell'utilizzo indebito" e constata, amaramente, che "il
Comune e il paese che rappresento forse legalmente non possono proibire l'uso,
ma moralmente si!".
Il vecchio Lombardi nonostante
questa ripetuta deriva culturale e politica, pare comunque godere ancora di
buona considerazione, come altri protagonisti di quella sinistra 'eretica',
'riformatrice' e 'laica', Giuseppe Di Vittorio, Bruno Trentin, Vittorio Foa,
Antonio Giolitti, Giacomo Brodolini, Gino Giugni, che tra gli anni sessanta e
settanta dotò il Paese di grandi riforme che cambiarono le condizioni di vita
della 'povera gente' e che oggi vengono rimesse in discussione, per una sorta
di rivincita, dalle forze moderate e liberiste raggruppate attorno al prof.
Mario Monti. Strano destino questo: a difendere lo Statuto dei Diritti dei
Lavoratori, la legge 300/70, la concertazione, l'Welfare - conquiste dovute a
quel nucleo di sei eretici riformatori e laici - sono gli eredi del vecchio Pci
che a quel tempo si astenne sullo Statuto perché lo ritenne troppo favorevole
agli imprenditori e osteggiò l'Welfare per un sentimento ostile alla
socialdemocrazia. Così come in maniera velata e 'politica', sono ancora gli
eredi del vecchio Pci, in particolare 'i giovani turchi', da Fassina ad Orfini,
a rifarsi all'idea lombardiana di 'una societa' piu' ricca perche' diversamente
ricca'.
Carlo
Patrignani giornalista
e scrittore
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